DIARIO TREVIGIANO
A cura di Franco Piol
La 100 km. di Asolo
Graziella Fortuna al traguardo!
Mi sembra ancora un sogno ma ho portato a termine la durissima 100 km del Monte Grappa chiudendo la gara in 14h09’.
“E’ una gara come un’altra” – mi son detta mille volte per cercare di convincermi.
Era arrivato il giorno ,non so ancora se atteso o no, ma so solo che non potevo più tirarmi indietro, era in gioco la scommessa fatta con me stessa.
Un’ora prima dell’inizio della gara mi sono guardata come al solito intorno cercando lo sguardo degli altri compagni d’avventura ed in tutti ho notato una certa serenità, per i turisti di Asolo eravamo quasi considerasti come degli extraterrestri. Per scaricare un po’ di tensione ho cercato persino di tranquillizzarli dicendo loro che siamo gente normale, con una passione in comune, convinti e tutti pronti a partire anche verso l’ignoto. Ben presto diedero lo sparo d’inizio, che allontanò da me ogni paura, ogni indecisione, allontanò anche tutti i propositi riguardo il ritmo di gara, i presunti obiettivi, ero lì anche per sostenere una mia amica alla sua prima esperienza, ero li soprattutto per divertirmi.
1° parte: Asolo-Possagno, 24km
Siamo partiti alle 14, la temperatura era ideale considerando le precedenti giornate torride;subito 2km in dolce discesa quasi a riscaldar le gambe e testar la performance prima di affrontar le prime 3 salite, una da 4km, un’altra da 3km, ed un altro strappo da 2km, colline secche e non dolci, con pendenze alte, del 7-10%. Tutto correndo sempre con calma, chiacchierando ed ammirando il paesaggio. C’è anche un po’ di discesa eh, ma questi 24km sono già una gara, un piccolo “lungo” collinare, le gambe sono fresche ma spingere e spendere energie adesso per guadagnare qualche minuto sarebbe significato buttare via l’intera 100km. Meglio tenere l’andatura sotto controllo e aspettare la scalata del Grappa.
GESTIONE ENERGETICA, corsa leggera.
Teniamolo sempre in mente !
2° parte: Salita Monte Grappa, 24km
La prima parte della salita, da Possagno al Salto della Capra, è lunga 12,2km, si passa da 268mt a 1445mt, pendenza media del 9.7%, dicono sia più dura dello Stelvio. Non posso fare confronti ma per una come me che adora correre in salita, vi dico che ho dovuto rassegnarmi e camminare. L’ arrivo della pioggia battente mi ha tanto fatto sperare che smettesse per poter proseguire l’avventura. Questa salita normalmente dura all’inizio, diventa sempre più ripida, i 2-3km finali sono al 18-20%, in alcuni tratti la salita sembra quasi catapultarti all’indietro.
Solo dopo il salto della Capra ci sono 3km in leggera discesa, il paesaggio doveva essere spettacolare al crepuscolo, ma una fitta nebbia ci permise a mala pena una visuale a 100 m, che freddo brrrrr, 10 minuti per il cambio, pile ,cappellino, guanti, 5 minuti per un panino, un caffè e pronti sempre a proseguire. Uno sguardo al cielo, sorpresi alla vista che aveva smesso di piovere, col sorriso fra le labbra riprendiamo dolcemente a salire, questi km non sono durissimi, ma gli ultimi 2-3km tornano all’8-9% prima di arrivare, col buio, ai 1740mt del Monte grappa. Salita epica. Qui al 48° km della vetta è servita una mezz’oretta per la sosta necessaria a rifocillarsi e cambiarsi, un ambiente riscaldato ed accogliente ci ha spazzato via dalla mente l’idea di terminar la gara lì, ci ha spinti sempre più ad entrare nella notte, non c’era più nebbia, sarebbe bastato lasciarsi andare in discesa, il cielo era diventato sereno, lo spettacolo con le luci dei paesi sottostanti, il silenzio della notte avrebbe distratto anche le gambe dalla fatica.
3° parte: Discesa Monte Grappa, 27km
Cosa mi è successo !!!
Le gambe risultavano BLOCCATE !!!
Forse per le tante ore di salita “anomala”, forse per la pioggia, l’umidità o forse per la sosta prolungata !!! riprendere il ritmo non è stato facile, ho dovuto farlo con assoluta calma, senza andare in affanno, controllando che giunture, articolazioni e muscolatura tornassero ad un movimento costante di corsa. Ho ripreso piano piano a correre. Si scende da 1740mt a poco meno di 200mt, discesa non ripida, pendenza costante all’inizio. I primi 15-16km scendono sempre, sono infiniti, nel cuore della notte; poi dal 65°km al 75°km ci sono alcuni falsopiani che spezzano il ritmo, e il tratto finale della discesa è pericolosamente ripido. E’ servita calma e continuità nella corsa, la notte era lunga, la gara era ancora lunghissima, il traguardo lontanissimo. Il primo obbiettivo era salvare le caviglie e le ginocchia.
4° parte: gli ultimi 25km
Finita la discesa, sentivo di averne ancora per poter correre, le gambe come per incanto risultavano sciolte, avevano recuperato alla grande. Affronto le due salite, una non ripida ma lunga (4-5km) che riporta da 200mt a 400mt, mi avvio verso il 92°km, sapevo che si sarebbe tornati alla collinetta che riporta su ad Asolo, qui decido di camminare perché so che sono gli ultimi i 2km di salita mortale all’8-10%, voglio quasi godermi il centro storico di notte e gustare la mia soddisfazione di avercela fatta anche questa volta. Ripenso per un attimo ai mesi precedenti l’evento.
Avevo speso molto in termini di tempo e fatica, 7 settimane prima avevo tagliato il traguardo della 100 km del Passatore, non pretendevo altro da me stessa che esser presente. Alla partenza non avevo fatto piani, non mi ero data dei limiti, ero partita con la consapevolezza che dovevo arrivare, il tempo era l’ultimo dei miei pensieri, ho corso con le gambe, la testa e soprattutto con il cuore, quel cuore che alla fine ha gioito di un’emozione così grande ed intensa da pensare di non riuscire a controllarla. Volevo arrivare senza traumi e con la testa lucida per provare a capire cosa avevo fatto, prendere coscienza di quello che ero e che ora invece sono diventata. Un ‘altra parte di me è venuta fuori con prepotenza ha oscurato per 100 km la parte che fino a quel momento pensavo fosse Graziella e ha condotto lei il gioco. Posso assicurarvi che nonostante gli allenamenti fatti non si è mai sicuri che tutto andrà per i verso giusto, perché gli inconvenienti possono presentarsi in qualsiasi momento. 100 km con 2.600 m di dislivello non sono una passeggiata anzi tutt’altro, sono sicuramente e lo dico solo ora che li ho fatti “la realizzazione di un sogno “ costruito con mesi di fatica , sudore, allenamento dopo allenamento. Non pensiate che correre la 100 km di Asolo sia cosa facile perché non è così, ognuno di noi può pensare di correrla ma secondo me pochi la possono fare!! In 100 km ci sono stati parecchi momenti in cui ho quasi pensato di mollare, non lo nascondo eh, ma in cuor mio sapevo che sarei arrivata anche solo camminando. Vedevo le mie gambe andare, avevo un senso di leggerezza che un po’ mi spaventava sembrava appartenessero ad un’altra persona, le sensazioni che provavo hanno fatto la differenza. L’aiuto di Adelaide, un’altra GRANDE, che mi ha sostenuto accompagnandomi per 73 km in corsa e negli ultimi chilometri in bicy, il tifo degli amici, uniti alla mia voglia di arrivare alla fine, hanno fatto il resto! Il giorno della verità era arrivato bisognava solo correre 100 m per coronare il mio sogno, che poi è diventato realtà una volta passato il traguardo.
Che gioia immensa !!!!
In queste gare sei solo tu a lottare per il tuo sogno tu contro LUI!!
Per questo posso dire:
NON SMETTETE MAI DI SOGNARE
PERCHÉ
I SOGNI POSSONO DIVENTARE REALTA’
E
LA REALTA’ è VITA !!
by
Graziella Fortuna
Da “La Tribuna di Treviso”
Borlenghi domina il Grappa alla “100 chilometri di Asolo”
CLAUDIO MORLIN OTTIMO SECONDO
ASOLO. Iscritti in 122, partiti in 114, 95 arrivati. La seconda edizione della “100 chilometri di Asolo” si è rivelata un successo nonostante un tempo inclemente che ha reso micidiale il passaggio sul Monte Grappa. Freddo, pioggia e vento che hanno costretto Nicola Andreose, organizzatore e anima della manifestazione, a modificare il percorso.
«Avevo previsto il passaggio attorno al sacrario, ma era davvero impossibile avventurarsi fino a lì. In quella situazione, con la nebbia che avvolgeva tutto, diventava rischioso far correre gli atleti», conferma.
Alla fine a vincere è stato Federico Borlenghi in 9 ore e 11 minuti, seguito sette minuti dopo da Claudio Morlin. Al terzo posto Paolo Pajaro in 9 ore e 22’. A trionfare tra le donne Lisa Borzani in 10 ore e 13 minuti, che ha staccato Monica Baldi di oltre un’ora e mezzo. Al terzo posto Cesarina Bertoli. Ultimi arrivati in quasi 18 ore sono stati Paolo Bianconi e Andrea Meneghelli al quale è stato consegnato il “cucchiaio di legno”. In 16 ore e 53 minuti ha invece chiuso Valter Fagnani, 87 anni, giunto al traguardo dopo che negli ultimi chilometri si è rifocillato con formaggio grana e prosecco.
Anche quest’anno, comunque, la “100 chilometri di Asolo” è stata un successo ed un grande motivo di orgoglio per chi vi ha preso parte.