Luglio 30th, 2012

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

 

 

Agordo che spettacolo: il Kenya fa doppietta

Sempre Christian Cenedese e 

Silvia Pasqualini sugli scudi!!!

 

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Alla premiazione Christian Cenedese

 

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Alla partenza Silvia Pasqualini (n.101) 

La “lectio magistralis” degli africani, gli occhi tristi di Pertile, il sorriso delle mezzofondiste italiane, il bacio ai sampietrini di Piazza Libertà di Bamoussa, la carica dei 201 giovani (tanti e belli), il calore del pubblico e le ire del temporale sui poveri master.

 

E’ tutta in queste immagini la ventunesima edizione de “Le Miglia di Agordo”, la corsa podistica internazionale tra i vicoli e le piazze del Centro Storico di Agordo, nel cuore delle Dolomiti Bellunesi.

 

Nella serata d’oro dello sport italiano è proprio la punta della maratona tricolore ai Giochi Olimpici a mancare all’abbraccio con il grande e caloroso pubblico di Agordo. Ruggero Pertile salta l’annunciato ultimo test in vista di Londra. Lo fermano una lieve dorsalgia, la paura di compromettere la gara più importante dell’anno e forse anche qualche “voce” dall’alto. Sta di fatto che “Rero” si presenta ad Agordo, non evita i microfoni, raccoglie gli applausi e poi si defila e in silenzio, con gli occhi tristi, segue dal palchetto-ospiti le “Corse delle stelle”, il doppio atto finale di una splendida edizione de “Le Miglia di Agordo”.

 

Quando prende il via la gara femminile il vento e la pioggia che hanno disturbato gli esordienti e flagellato i master, lasciano definitivamente il “campo”. Allo sparo se ne vanno le keniane Hellen Jepgurgat e Eunice Chebet, vanno invece del loro le italiane Agnes Tschurtschenthaler e Federica Dal Ri, profonde conoscitrici delle mille trappole del difficile circuito cittadino, e Eliana Patelli.

 

Al secondo passaggio in Piazza Libertà la ventitreenne Jepgurgat, sottile, elegante nell’incedere, si isola mentre la connazionale Chebet, appesantita dalla sparata iniziale, comincia a guardarsi dietro. E dietro c’è una ispirata Tschurtschenthaler (“E’ bello gareggiare su strada, qui è importante esserci perché c’è qualità e tanta gente a spingerti”, dirà a fine gara) che stacca la Dal Ri e punta le due keniane.

 

Allunga ulteriormente la keniana di testa e ,alla campana, mette al sicuro la vittoria, cede invece la seconda keniana e sale prepotentemente l’altoatesina che sull’ultima salita mette la freccia, passa l’avversaria e prosegue a tutta. All’arrivo la Jepgurgat è prima la “Tschurts” è seconda e la Dal Ri, sospinta dal suo pubblico (vive con Gabriele De Nard a pochi chilometri da Agordo), scavalca la Chebet, ed è terza.

 

C’è il meglio dell’Italia senza Olimpiadi, la giovane Africa e il campione belga delle siepi tra gli allineati ai nastri di partenza della “Corsa delle stelle” maschile. Quando si parte nessuno vuole andare in testa a dettare il ritmo, gli africani prendono le misure uno all’altro, gli italiani hanno paura di saltare e allora prova il belga Krijn Van Koolwijk a mettersi davanti. Tira un po’ lui, poi arriva Giovanni Gualdi e infine Abdoullah Bamoussa a saggiare la risposta africana.

 

Nulla si muove fino al quarto chilometro, poi i quattro keniani si decidono e accendono la miccia: in un giro, 1108 metri, salta la corsa. Mollano Matteo Villani, il campione italiano delle siepi, Manuel Cominotto, il campione italiano under 23 dei 5000, Gabriele De Nard, il campione italiano di cross, poi anche Krijn Van Koolwijk, troppo generoso nelle fasi iniziali.

 

E restano in sette con il solo italiano Giovanni Gualdi, campione tricolore di maratona reduce dal ritiro in altura di Livigno; ma anche il buon “Giò” e, poco più in là, l’italo-marocchino Bamoussa lasciano la presa e salutano gli africani che vanno a giocarsi la vittoria. Il “trenino” perde il vagone Philips Kiptoo, poi il “vagone” Samoei Kiplagat e, a tre chilometri dall’arrivo, restano tre keniani e un ruandese in testa, mentre dalle retrovie vengono su, riprendendo carica, Gualdi e Bamoussa.

 

Prova a attaccare Eric Sebahire, vaso di coccio tra i vasi di ferro keniani, ma non ha scampo, i due keniani lo prendono e si presentano soli sul rettilineo finale. Allo sprint, tra gli applausi del foltissimo pubblico, vince il Trofeo Lattebusche il favorito della vigilia, il ventenne Daniel Wanijru, già protagonista alla Media Blenio in Svizzera, giovane dal futuro radioso; secondo è Kennedy Kipyeko. Eric Sebahire è subito dietro. Più staccati tutti gli altri, ma a sorpresa, dopo quattro keniani e un ruandese, piomba sul traguardo l’italo-marocchino Abdoullah Bamoussa, che riesce ad anticipare Giovanni Gualdi (Premio Enel Cinquanta per il primo italiano) e a distanziare nettamente Matteo Villani, Manuel Cominotto (ottimo nono), e Gabriele De Nard.

 

Incontenibile la sua felicità: bacia il pavè di Piazza Libertà e poi corre a farsi fotografare con i keniani.. E’ l’ultima immagine, la più dolce, di sette ore di grande atletica (a cura dell’ufficio stampa delle Miglia di Agordo)

 

>>>Per le classifiche complete delle Miglia di Agordo, clicca qui

In allestimento l’approfondimento con i nostri atleti!

 

 

 

COMUNICATO STAMPA


Atleta e tecnico federale, è presidente provinciale della Fidal trevigiana

Oddone Tubia si candida alla guida dell’atletica veneta

«Tenere unito il Veneto è il mio obiettivo»

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TREVISO, 28 LUG. - «Scendo in campo e ci metto la faccia. Scendo in campo non contro qualcuno, ma a favore dell’atletica. Scendo in campo non perché me lo chiedono i vertici ma perché me lo chiede il territorio. Scendo in campo perché c’è tanto da fare. Scendo in campo per dare ancora una speranza alle decine di ragazzini che vedo ogni giorno al campetto dietro casa. Perché possano avere la possibilità di continuare a praticare il loro sport preferito nell’impianto del paese, che rischia di chiudere perché non a norma, lasciando aperte invece le cattedrali nel deserto che una programmazione non mirata ha generato. Per tutto questo, scendo in campo».

Così Oddone Tubia, 59 anni, presidente provinciale della Fidal trevigiana, atleta e tecnico federale, lancia la sua candidatura alla guida del CRV, Comitato regionale veneto, il governo regionale dell’atletica.

Oddone Tubia non appartiene a nessuna cordata né a quella che sostiene l’attuale presidenza nazionale né a quella che si proporrà come alternativa ad essa. È espressione del territorio e a questo fa e farà riferimento. Non è coinvolto né interessato ai “giochi di Palazzo”.

«Il mio principale obiettivo è tenere unito il Veneto – spiega Tubia – perché solo così la nostra regione, il nostro movimento, le nostre società, piccole e grandi, potranno contare veramente nel panorama nazionale e far sentire la loro voce, senza dover aspettare inutilmente caritatevoli atti di clemenza o generosità di cui, francamente, col valore dimostrato e con il sudore speso, non abbiamo bisogno».

Tubia ha steso un programma di lavoro sintetizzato in 7 punti, che tiene conto dei rapporti tra il Comitato veneto e il territorio (con i comitati provinciali e le società), quelli tra federazione e scuola, l’attività promozionale (che necessita di ulteriore sostegno); dell’attività degli atleti di vertice e delle altre categorie (che necessita di rilancio); il programma parla di ristrutturazione organica del settore Master, cura la riorganizzazione del settore tecnico, dei dirigenti e dei giudici di gara,si occupa dei rapporti tra federazione e enti di promozione sportiva, che vanno qualificati, in special modo per quanto riguarda l’attività su strada.

 

Chi è Oddone Tubia


Nato a Villorba il 27 febbraio 1953, residente a Farra di Soligo, dipendente Usl, è sposato con Adriana Bressan, ex atleta e tecnico, papà di Afra, è innanzitutto un atleta ancora in attività: da 47 anni pratica l’atletica leggera. Vanta, tra l’altro, lusinghieri personali:

Maratona: 2h24’26.

Mezza Maratona : 1h05’48.

5000 mt: 14’29”5

3000 mt: 8’28”4

Miglio  4’26”2

1500 mt: 3’51”4

1000m. 2’39”6

800 mt: 1’54”7

Ha vinto una Cinque Mulini under 23 nel 1975 e ha conquistato come atleta Master 16 titoli italiani in Maratona, Cross, Pista, Corsa in montagna. Si è piazzato al secondo posto ai campionati Europei Master di Maratona nel 1995.   

 Dal 1987 è tecnico federale, consigliere provinciale della Fidal dal 1997 al 2004, consigliere provinciale del Coni (rappresentante degli atleti) dal 1987 al 2000; da febbraio 2005 presidente provinciale della Fidal di Treviso.

 

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Brunello Bertolin è nato a Fiume Freddo il primo giugno 1943. Cresciuto a Conegliano è con i colori dell’Atletica Conegliano fino al 1966, passa poi alle Fiamme Gialle di Ostia-Roma. Grande fondista e ottimo interprete delle siepi, veste la maglia azzurra per ben 13 volte. E’ campione veneto sulle siepi nel 1965/1966 Campione italiano nel 1968. Ecco le migliori prestazioni di Brunello: 800m. 2′05″5; 1500m. 3′55″7; 2000m. 5′24″2; 3000m. 8′14″0; 5000m. 14′13″2; 10.000m. 29′53″1; maratona 2h 28. 58.; 2000st 5′48″3; 3000st 8′42″4 realizzato a Roma il 20 giugno 1970! (quarantadue anni fa: è il primato trevigiano che resiste di più nel tempo!!!)

 

 

 

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Paolo Zanatta è nato a Montebelluna il 10 aprile del 1982. “Paolino” valente fondista è un ottimo siepista, tra i primi 5/10 in Italia, probabile futuro erede delle siepi trevigiane di Brunello Bertolin! Azzurrino, è stato campione junior nel 2001 e campione regionale nel fondo nel 2002 e nel 2004. Vanta un ricchissimo carnet di vittorie su strada e ottime prestazioni su pista come: 1500m. 3′50″61; miglio 4′28″50; 2000m. 5′24″45; 3000m. 8′11″45; 5000m. 14′23″79; 10.000m. 30′10″75; 3000st  8′49″40; maratonina 1h 07″55.