DIARIO TREVIGIANO
A cura di Franco Piol
Corsa in montagna, Ilaria Dal Magro è già tricolore
Bene lo junior Dylan Titon, terzo
Due prove su tre sono state sufficienti alla bellunese Ilaria Dal Magro per laurearsi campionessa italiana juniores di corsa in montagna.
La diciannovenne dell’Atletica Dolomiti, figlia d’arte (il papà Elio, classe 1967, è stato una grande speranza del mezzofondo su pista), si è imposta stamane ad Adrara San Martino (Bergamo) nella seconda prova tricolore, bissando il successo realizzato nella gara inaugurale di Angolo Terme.
Ilaria, miglior italiana anche ai recenti Europei disputati in Turchia, non ha tradito la attese, confermando una supremazia netta. Il titolo italiano juniores resta così in Veneto: la Dal Magro succede infatti alla trevigiana Letizia Titon, dominatrice della stagione 2011.
Sul podio delle under 20, bronzo di giornata per Samantha Bottega, altra portacolori della Dolomiti Belluno già protagonista ad Angolo Terme, e sesto posto per Iris Facchin, del Gs Quantin. Dolomiti e Gs Quantin si sono anche piazzate ai primi due posti della classifica di società di giornata.
In campo maschile, terza piazza per lo junior trevigiano dell’Assindustria Padova, Dylan Titon, che ha ripetuto il piazzamento di Angolo Terme. Mentre il bellunese Luca Cagnati, con la nuova maglia dell’Atletica Valli Bergamasche Leffe, è giunto dodicesimo nella prova assoluta vinta da Bernard Dematteis (62° Alessio Fontana, ndr).
Mauro Ferraro. Da “Il Gazzettino”
Intervista alla bella Giulia Viola…
TREVIGNANO – “A Londra non ho mai pensato, a Rio de Janeiro invece sì: quella potrebbe essere la mia Olimpiade”.
Venerdì iniziano i Giochi dell’atletica e la Marca non avrà alcun rappresentante né in pista né su strada. Non succedeva da quasi trent’anni: l’ultima Olimpiade senza trevigiani era stata Los Angeles 1984.
L’atletica nostrana è alle prese con un difficile ricambio generazionale e, in questo momento di travaglio, viene da chiedersi chi potrebbe essere l’atleta in grado di colmare questo vuoto nell’Olimpiade successiva a Londra.
Tutti gli indizi convergono su Giulia Alessandra Viola, ventunenne talento di Musano, astro nascente del mezzofondo. E la trevigiana, quarta agli Assoluti di Bressanone nei 1500, ma protagonista di un’annata disgraziata, in cui è passata da un infortunio all’altro, non si sottrae alla responsabilità.
“Londra non è mai stata seriamente il mio obiettivo. Questo è il mio quarto anno di atletica, devo ancora fare esperienza e crescere sotto il profilo tecnico. Nei 1500 sono lontana una decina di secondi dal minimo olimpico: Rio de Janeiro è un obiettivo lontano, ma molto più concreto”.
La stagione olimpica non ti ha portato fortuna.
“Nella fase di passaggio tra l’inverno e la primavera ho avuto una microfrattura al piede. Sono rimasta ferma 50 giorni. Ho fatto un buon rientro a fine giugno a Ponzano, correndo in 4’18”, ma già lì avvertivo un fastidio al quadricipite che, dopo gli Assoluti, si è rivelato essere una lesione muscolare di 2 centimetri. Ora va meglio: faccio molto fondo, ma non posso ancora correre a ritmi veloci”.
C’è il rischio che il tuo 2012 sia già finito?
“Potrebbe esserlo, ma preferisco vivere alla giornata. Ora l’obiettivo principale è guarire. Se ce la farò in tempi rapidi, potrei tornare a gareggiare prima di fine stagione. Altrimenti, arrivederci al prossimo anno”.
Nel tuo 2012 c’è anche una scelta importante: il cambio di allenatore e il trasferimento a Ostia.
“Adesso mi segue Vittorio Di Saverio. Con Faouzi Lahbi è rimasto un buon rapporto, ma ogni atleta è diverso dall’altro e io avevo la necessità di avere un tecnico che finalizzasse la preparazione sulle mie caratteristiche, senza privilegiare il gruppo. Ora faccio base a Ostia, alla caserma delle Fiamme Gialle. Sento di aver fatto la scelta giusta: 21 anni sono il momento giusto per provare un salto di qualità. Questo è il mio obiettivo principale”.
Sogniamo: a Rio de Janeiro in quale gara ti vedi?
“Nell’immediato futuro continuerò a dedicarmi 800 e 1500, ma in prospettiva prevedo di portarmi gradualmente verso i 5.000. La mia Olimpiade potrebbe essere lì”.
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TREVISO – “Scendo in campo, ci metto la faccia. Non contro qualcuno, ma a favore dell’atletica: non me lo chiedono i vertici, ma il territorio”.
Oddone Tubia è pronto: da vecchio mezzofondista, ha lanciato una volata lunga. La speranza è quella di arrivare vincitore sul traguardo che l’attende tra poco più di tre mesi, a novembre, quando l’atletica veneta sarà chiamata a votare il governo che la guiderà nel nuovo quadriennio olimpico.
Il dirigente di Farra di Soligo, classe 1953, dipendente Usl, è nel mondo dell’atletica da una vita: 47 anni, dicono le note biografiche. E’ tecnico federale, ma continua a correre, da master, con la stessa passione che aveva nel 1975, quando vinse una Cinque Mulini giovanile. La passione è anche quella che l’ha portato ad ottenere, nel 2005, la presidenza del Comitato provinciale. E ora, dopo due mandati, a proporsi per i vertici regionali.
I suoi avversari saranno il vicentino Paolo Valente, presidente uscente, e il veneziano Vito Vittorio (sostenuto anche da Salvatore Bettiol), che proverà il salto a Padova, dopo un’esperienza ai vertici del Comitato lagunare.
Proiettata in un ambito nazionale (voto il 2 dicembre), quella proposta da Oddone Tubia è una sorta di “terza via”: né con Arese, con il quale si è schierato Vittorio, né con la cordata alternativa Giomi-Ponchio, a favore della quale si è già espresso Valente.
“Spero che attorno alla mia figura – ha detto ieri Tubia alla presentazione della candidatura – l’atletica veneta possa ricompattarsi: solo così potremo fare valere il nostro peso a Roma”.
Il suo programma parla di un rilancio dell’attività attraverso una riorganizzazione del settore tecnico, del mondo dirigenziale e dei giudici di gara. La filosofia di fondo è chiara: “Un’assoluta vicinanza tra il Comitato regionale e il territorio”. La squadra? Da definire, anche se Tubia spera che comprenda il montebellunese Ivo Merlo, consigliere uscente (che però si è già defilato, anche se ieri ha detto che, con la sua società, sosterrà la causa del dirigente solighese).
Nel caso di elezione di Tubia al vertice regionale, c’è persino un’ipotesi di nuovo presidente provinciale: il vittoriese Giuseppe Stival, attuale vice. Intanto, ieri, al suo fianco, Tubia aveva il presidente del Coni, Ottoni, e gli assessori Speranzon e (in collegamento telefonico) De Checchi. Una bella partenza.
CHIARIMENTO!!!
Domani Agordo approfondimento e foto con i nostri atleti!
Andrea Meneghin è nato a Conegliano l’8 agosto 1958. Si afferma subito nelle prove multipme, realizzando il primato nazionale cadetti di triathlon nel 1973, poi è campione allievo nazionale di octathlon(!!!), un vero talento eclettico. Da junior prevalgono i lanci (tutti!!!), veste la maglia azzurra. E’ anche primatista nazionale stagionale (J-A-C). Si prende una pausa per essere nella nazionale d…
Annarita Maschietto è nata a S.Pietro di Feletto il 13 febbraio 1982. Giovanissima è subito stata primatista regionale con il martello da 3kg. (53,49 nel 1999), poi da junior (52,28 nel 2000) e infine da promessa (accaparrandosi con 55,41 nel 2003, anche il primato assoluto!). E’ vero ed è facile associare ad Annarita il lancio del martello, data la lunga sua appassionata militanza che dura fedelmente dal 1998! Fantastica Annarita!!!