Settembre 23rd, 2012

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

 

 

IN REDAZIONE L’ARTICOLO DEL CdS

FINALE ARGENTO A FIRENZE

Grande Tronca unica vittoria!

Argento per Fent bronzi a Marcon e Dei Tos

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IN REDAZIONE L’ARTICOLO DEL CdS

FINALE AI  A FERMO

Per ora nona la Silca Conegliano

Podi per Colbertaldo e Morao

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IN REDAZIONE L’ARTICOLO

DEL CAMPIONATO VENETO CADETTI A MAROSTICA

Per ora solo argenti (Borga e Brugnera)

e bronzi (Scarpis  Camerin Tozzato Sartori)

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Conegliano (TV), 22 settembre 2012

COMUNICATO STAMPA MARATONINA CONEGLIANO

 

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I 21,097 km si correranno domenica 10 febbraio 2013 nella città del Cima

“Decidi tu il nome della maratonina di Conegliano”

Con questo slogan Atletica Silca lancia il concorso per il nuovo evento podistico

 

È deciso: Conegliano avrà finalmente la sua maratonina, 21,097 chilometri nel cuore e nella natura della città del Cima. Quello che ancora non si sa è il nome della corsa, perché a sceglierlo saranno protagonisti, appassionati e cittadini. 

Atletica Silca Conegliano, con lo slogan “Decidi tu il nome della maratonina di Conegliano”, lancia un concorso per scegliere il nome della mezza maratona che, per la prima volta, si disputerà in città. Entro il 10 ottobre coloro che amano la corsa, coloro che non vedono l’ora di partecipare a questo evento, coloro che vivono la città, potranno inviare una mail a segreteria@atleticasilca.it o inviare un messaggio alla pagina Facebook “Atletica Silca” con la  loro proposta. Chi avrà l’idea più geniale riceverà, in regalo, la divisa completa dell’Atletica Silca Conegliano. Oltre a sentirsi un po’ propria la mezza maratona, il vincitore si tufferà così nel mondo della società organizzatrice. 

“Abbiamo creato questo concorso per coinvolgere tutta la popolazione e tutti gli appassionati in questo primo evento su strada in una città, dove il numero di podisti attivi e appassionati è in crescita – afferma Francesco Piccin,  (nella foto sopra), presidente di Atletica Silca – Conegliano avrà così una vetrina di spettacolo agonistico ma anche di partecipazione popolare, grazie agli eventi ad hoc che proporremo per le famiglie”. 

L’appuntamento è fissato per domenica 10 febbraio 2013, data perfetta per tutti i runners che vorranno testare la loro condizione in vista della successiva Treviso Marathon (la decima edizione è in calendario domenica 3 marzo). Il percorso, scelto dallo staff di Atletica Silca Conegliano, permetterà di attraversare in lungo e in largo quella che è considerata la Perla del Veneto. Storia, architettura ma anche paesaggio e natura: con tutto questo dovranno “fare i conti” i podisti che calceranno le vie cittadine. “A Conegliano abbiamo proposto finora solo eventi su pista, si sentiva la mancanza di una gara su strada, così abbiamo deciso di metterci in gioco e di organizzare una mezza maratona, con l’intento di coinvolgere tutta la città in un evento podistico di grande livello agonistico ma anche popolare”, dice Aldo Zanetti, responsabile tecnico della maratonina.

Atletica Silca Conegliano ha già incontrato l’Amministrazione Comunale di Conegliano che collaborerà all’organizzazione del nuovo evento che colorerà la piazza gialloblu. “Siamo molto contenti di poter ospitare un evento così importante – commenta il Sindaco di Conegliano, Floriano Zambon – l’Atletica Silca Conegliano è una società radicata nel tessuto sociale e in città la pratica dell’atletica ha origini lontane. Non possiamo che scendere in campo al fianco di questa società, convinti del successo che avrà la maratonina”. 

 

 

 

 

Sport ,operazione gioventù
cominciamo dai dirigenti

Raffaele Pagnozzi, segretario generale del Coni (ansa)

“I nostri atleti sono vecchi, tra i più vecchi del mondo. Il ricambio generazionale è importantissimo, da noi più che in qualsiasi altro paese”.

  È un proclama che potrebbe valere per tutto, in Italia: politica, ricerca, istruzione, occupazione. Anche per lo sport, certo: Raffaele Pagnozzi, 64 anni, l’uomo che ha lanciato l’allarme, ne sa qualcosa: è al Coni da decenni e lo sport lo conosce bene, benissimo, tanto da essersi candidato a guidarlo. La cosa che scoraggia però, al di là delle qualità e della credibilità personale dei candidati alla presidenza del Coni (l’altro e Giovanni Malagò, 53 anni) è la superficialità con cui lo sport italiano parla di cose come rinnovamento, giovani, ricambio. Lo fa restringendo il campo di analisi ad un’unica e innocua (per i dirigenti) categoria: gli atleti, appunto. I più innocenti e indifesi. E’ un messaggio fazioso, perché identifica il problema (non produciamo più atleti) ma non accenna alle responsabilità (di chi è la colpa? Non c’entra per caso il sistema, i politici, lo stato?). E’ una lettura limitata, perché non contiene nessuna visione strategica per il futuro (come faremo a invertire la tendenza? Quali sarà la politica dello sport del futuro?). È infine un’analisi omissiva, perché trascura e oscura il vero, terribile invecchiamento che paralizza lo sport: quello della sua classe dirigente.
“L’età media dei nostri atleti a Londra

sfiorava i 30 anni”, ha spiegato Pagnozzi, capo spedizione olimpico, con aria preoccupata. Bene, quella dei presidenti delle federazioni sportive, nell’anno olimpico, superava i sessanta: 61,9 per la precisione. Otto presidenti federali erano over 70, solo 4 under 50, nessuno under 40 (pensateci: nessun trentenne, proprio zero). Prima di Londra non c’era nessuna donna. Poi, il 10 settembre scorso, Antonella Dallari è stata eletta presidente della federazione sport equestri, rompendo un tabù storico e parecchio significativo, che vuole solo uomini nei posti di comando dello sport. E chi prova a confutare questo dato citando le carriere luminose di qualche ex atleta si rassegni all’evidenza impietosa dei numeri: nel quadriennio appena concluso si contavano 62 donne su 646 consiglieri seminati nelle federazioni associate al Coni. Meno del 10%. Nessuna donna nel consiglio federare del calcio (e vabbè), nessuna neppure nel tennis, per dire. In molti casi, l’unico consigliere donna era il rappresentante degli atleti.

Allora, di cosa stiamo parlando quando parliamo di sport italiano “vecchio”? Davvero qualcuno vuole farci credere che la colpa è delle mamme che non fanno più campioni? O parliamo di un sistema affogato da un diabolico meccanismo di autoconservazione che schiaccia le forze fresche e garantisce a chi è al comando di restarci all’infinito? Gianni Petrucci, che il Coni ha gestito per quattro mandati, è stato illuminante rispondendo sulla Stampa a una domanda sul tema: “Perché il rinnovamento si pretende dal Coni, dove tutti sono eletti democraticamente, mentre in altri settori i presidenti, pur non eletti, possono restare a vita?”, ha detto. Il senso è chiarissimo, sincerissimo: perché le cose dovrebbero cambiare solo da noi? Cambiassero le mamme, piuttosto: forza, fateci qualche bel campione, che noi non ci riusciamo più. L’Italia conta su di voi.

 

 

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Elena Semenzin, Montebelluna 11 gennaio 1965. Anno particolarmente prodigo di lanciatrici il 1965, con Elena c’erano Mara Rosolen, Vilma Vidotto, Cinzia Cremonese, Barbara Milani (anche discobola…), Michela Bovo, da far tremare le graduatorie nazionali! Elena ha raggiunto l’apice ancora junior con 41,96 nel 1984, anno in cui fu Campionessa veneta. Ha anche un 10,20 nel peso.

 

 

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Laura Vanzin, Conegliano 21 agosto 1976. Grande interprete del disco, forte ed elegante, Laura, ancora oggi è una valida discobola, colonna portante della Nuova Atletica S.Giacomo. Azzurrina nel 1994, è stata Campionessa Veneta junior e ha scagliato il suo disco ad un massimo di 44,72. Vanta anche 11,65 nel peso.