Novembre 30th, 2012

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

 

ELEZIONI FIDAL NAZIONALE

 

Da “Podistinet”

Storia di un gruppo di atleti che si affacciano in FIDAL, alle porte dell’Assemblea Nazionale che eleggerà il nuovo presidente e il suo consiglio…

 

Scritto da Team di “AvonGhiraldini2012”

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Che mal di testa. E’ così quando si ha un’idea alta dello sport e ci si imbatte in tante bassezze (che sono dell’uomo e non dello sport). Si potrebbe finire per mandare tutto all’aria. Ma significherebbe peccare di qualunquismo. E noi non abbiamo deciso di metterci idee, energie e facce per poi sprecarle. Siamo gente onesta e modesta, siamo freschi e talvolta inesperti, ma siamo svegli e siamo un gruppo… vari cervelli (decenti) offrono un contributo analitico e propositivo più consistente di una sola testa, per quanto straordinariamente pensante.

Ci muove un amore viscerale per l’atletica, che pratichiamo su base quotidiana sin da ragazzi: il più giovane del gruppo ha 19 anni, il più “anziano” 34 da pochissimo tempo. Tutti tesserati assoluti, anche le ragazze. Alcuni di noi sono anche tecnici che allenano il settore giovanile ma anche amatori/master: abbiamo il polso delle problematiche dei piccoli e dei grandi, insomma dei “non professionisti”. Siamo perlopiù corridori, con esperienza nazionale e internazionale, su pista e su strada. Grande passione per l’atletica vuol dire anche curiosità e approfondimento di tutte le specialità della disciplina regina: chi ha la mania delle statistiche, chi delle specialità più elastiche, chi di quelle più brutali… Grande passione per l’atletica vuol dire anche saper contenere la rabbia verso una gestione scriteriata dell’atletica azzurra e convogliarla in un lavoro di critica costruttiva.

La Presidenza

Abbiamo un orientamento chiarissimo sulla scelta del futuro presidente. Non tiriamo i dadi se c’è da scegliere tra Morini e Giomi. Scegliamo Alfio Giomi. Alcuni di noi sono convinti sostenitori di Giomi e sono stati tra i primissimi aderenti al “manifesto” costitutivo di Passione Atletica, l’associazione da cui esce la candidatura di Alfio (ti diamo del tu, siam tutti sulla stessa “nave sanza nocchiero in gran tempesta”!) e da cui escono alcuni dei suoi collaboratori più validi. Altri sono sostenitori più tiepidi e cauti nelle valutazioni di merito. Altri ancora si limitano a pensare che sia il meno peggio. Tutti indistintamente apprezziamo la volontà di Alfio di essere il presidente che guiderà la transizione ad una generazione dirigenziale nuova e tutti constatiamo la sua capacità di dialogare con le diverse componenti del nostro variegato mondo.

Alberto Morini rappresenta la continuità col fallimentare modello “Arese”. Invotabile.

Procediamo velocemente sul discorso presidenza e componenti del consiglio perché ciò su cui ci preme focalizzare in prossimità delle elezioni sono le posizioni dei candidati a rappresentare gli atleti e a “fare luce”, a raccontare qualcosa di significativo per tutti i nostri colleghi atleti che andranno alle urne – come delegati – il prossimo 2 dicembre.

Rappresentanti degli atleti

Prima di tutto i contenuti: qui ci sono una serie di intenti, condivisi all’interno del gruppo, frutto di discussione, esito di lunghi e accesi dibattiti. Come si suol dire? Farina del nostro sacco. http://avonghiraldini2012.myblog.it/

I nostri uomini sono Diego Avon (veneto, 27 anni) ed Emanuele Ghiraldini (emiliano, 34 anni); sono i due nomi che sono emersi nel gruppo ma potevano benissimo essere altri senza alterare la qualità del contributo: Gabriele, Tito, Luca, Michele, Giuliana, Francesco, Alessandro, Beatrice, Michele, Matteo, Marco, Mattia, Luigi, Francesca, Carlo, Giancarlo, Alessandro II, Francesco II, Jessica, Giuseppe, Giovanni, Claudio, Federico, Alex, Anna, Daniele, Massimo, Stefano, etc etc…

Sono proposte vere e realizzabili, discutibili a volte, ma proposte. C’è un’idea “positiva”: porre le basi di un rinnovamento in atletica, portare gli atleti al centro del dibattito in concreto, in prima persona! E c’è una visione organica dell’atletica: non è una visione corporativa “atleti per gli atleti”, bensì un quadro ampio tracciato da persone che saprebbero rappresentare le esigenze degli atleti e che saprebbero anche partecipare alla vita federale, contribuendo fattivamente all’improrogabile cambiamento di rotta dell’atletica italiana. Dal 3 dicembre, se non già dalla sera del 2 dicembre.

Prendetevi del tempo o sbirciate il programma alla veloce: siamo certi che non vi resteranno indifferenti completezza e spessore del lavoro (pur in un documento di sintesi).

Prendetevi del tempo per confrontarlo – anche molto rapidamente – con le proposte degli altri 6 candidati: non vi sfuggirà nemmeno un’evidente differenza di preparazione.

Vi aiutiamo a consultare i programmi altrui, per “trasparenza”, procedendo in ordine alfabetico. Segue un’analisi più “politica” avversario per avversario.

·         Barcella, Edgardo (lombardo, 42 anni) http://www.atleticanet.it/component/content/article/134-notizie/27030-il-programma-elettorale-di-edgardo-barcella.html

·         Mei, Stefano (ligure, 49 anni) http://www.atleticanet.it/component/content/article/134-notizie/27013-il-programma-elettorale-di-stefano-mei.html

·         Peroni, Frederic (lombardo, 49 anni) http://www.atleticanet.it/component/content/article/134-notizie/27017–il-programma-elettorale-di-frederic-peroni.html

·         Pignata, Francesco (calabrese, 34 anni) http://www.fidalcalabria.it/archivio-news/634-il-pensiero-di-francesco-pignata-candidato-.html

·         Talotti, Alessandro (friulano, 32 anni) http://www.talotti.it/ e http://www.atleticanet.it/component/content/article/134-notizie/27011-alessandro-talotti-il-programma-per-la-sua-candidatura-in-quota-atleti.html

·         Zanei, Elisa (trentina, 28 anni): http://elisazanei.wordpress.com/

Vi sarà saltata una “mosca al naso”: tutti i candidati (Avon e Ghiraldini compresi) non hanno maturato esperienze istituzionali intermedie prima di proporre la propria candidatura al nazionale. Cosa si vuol fare? Si comincia la scalata della montagna dalla cima?

E’ vero per chi sulla cima vien calato dall’alto, meno vero per chi arriva inequivocabilmente dalla base. Allora perchè Avon e Ghiraldini mirano subito al consiglio federale, perchè il gruppo li sostiene e voi dovreste sostenerli in questa scelta/aspirazione?

Due ragioni: a) per cambiare questa atletica bisogna rifondare i pilastri: lo statuto e l’approccio globale al raggiungimento delle performance. Sono due attività che partono dal Consiglio e non dal popolo dell’atletica (purtroppo, ma a tutt’oggi le cose stanno così…). b) Una lunga permanenza nei corpi intermedi – comitati provinciali e regionali – avrebbe fatto sfiorire la nostra gioventù e con essa la nostra foga rivoluzionaria, avremmo rischiato di arrivare alla cima della montagna assuefatti ai meccanismi federali e al “vecchiume”… Dobbiamo invece arrivare lì vergini, capaci di stupirci e inorridire, motivatissimi a spingere il cambiamento, a costo di commettere ingenuità, a costo di essere provocatori o di rasentare un’utopia. Ma cos’è l’atletica se non l’aspirazione al “citius, altius, fortius”? Cos’è se non il sogno di andare oltre un limite. In Consiglio i limiti sono politici e sociologici, prima che fisici. Arriviamoci “carichi” e saremo – fuor di retorica – aria fresca!

Pronti? Sintetici, opinabili, ma dannatamente sinceri. A voi, dove ci sono lati positivi non saremo avari…

Edgardo Barcella: brava persona, volenteroso ed entusiasta, ma… il suo programma è cambiato nel tempo e nella seconda versione ricalca in parte il nostro. Ha esperienza locale da tecnico e dirigente societario (Trescore). Bravo coi giovani, dicono, buon per lui e per l’atletica. E’ un quattrocentista master molto orientato al mondo master stadia (specialità della pista, un 5% scarso dei tesserati amatori/master che cercano la performance prima del benessere), in questo non c’è nulla di male ma è un orientamento decisamente limitato per un membro di un consiglio federale. Ancora in attività, questo gli fa onore. Supportato dai membri di Queenatletica, troppo autoreferenziali per essere rappresentativi e per cogliere la vastità delle problematiche dell’atletica e per valutare con il giusto equilibrio l’importanza di figure diverse da quelle degli atleti, ne cito una per tutte a titolo esemplificativo: la categoria dei giudici. Dalla sua pochi voti certi, impossibile che venga eletto.

Stefano Mei: grandissimo campione del passato (mezzofondo su pista), ora runner per diletto, membro del consiglio in quota atleti con Arese. Checché ne dica non è passato alla storia per aver lavorato proficuamente negli anni trascorsi, ci si aspettava molto da lui e invece ha fatto “cilecca”. Troppo addentro alle modalità di lavoro della vecchia Fidal, troppo legato al gruppo uscente. Ad oggi confermarlo come rappresentante degli atleti sarebbe un segnale di stasi inopportuno. Abbiamo bisogno di tutto fuorché di barricarci nello status quo. Non è nemmeno più giovanissimo: non è di per sé un fattore oggettivamente limitante, tuttavia non ci sembrerebbe disprezzabile l’elezione di un atleta ancora attivo, che possa constatare de visu sui campi il clima che si respira nella nostra atletica, nel bene e nel male. In quanto candidato moriniano dispone comunque di un pacchetto di voti importante. Per tenerlo fuori dal futuro consiglio sarà essenziale che candidati di altra area non disperdano i propri voti. All’occorrenza qualcuno saprà fare un passo indietro?

Frederic Peroni: medico sportivo, sicuramente molto competente nel suo ramo, di estrazione Pro Sesto Atletica (Moriniana, anche se lui non sembra essere direttamente ricollegabile a questo filone). Master stadia (200m – 400m – 400hs) molto orientato al mondo master stadia. Come Barcella, il suo pare un approccio settoriale, molto ordinato ma limitato. Rappresentare solo i master rischia di essere un atteggiamento corporativistico poco produttivo in seno a un consiglio; sarebbe un valido “sindacalista” in seno a una commissione master, ma qui stiamo parlando di un organo decisamente diverso.

Francesco Pignata: conosciamo l’atleta Pignata, ottimo giavellottista in forza alle Fiamme Gialle, ora – ahilui – ex atleta (già per questo piuttosto inadatto a rappresentare gli atleti). Non conosciamo il Pignata candidato, e questo è gravissimo: che si fa? Si vota scegliendo a scatola chiusa? No, grazie. Dovrebbe avere dalla sua il supporto del Sud, in quanto unico candidato atleta meridionale, tuttavia non ci pare ragione sufficiente per valutare positivamente la sua candidatura. Non ha un programma. Non che sia essenziale – direte voi – ma sarebbe carino soprattutto per i suoi elettori sapere cosa votano ed essere consapevoli che il loro rappresentante debba render conto di qualcosa! Non pare pronto ad assumere il ruolo, ma è di area giomiana e prenderà voti dal sud. Attenzione, è un militare (sì, un altro militare! Nel consiglio in pectore sono già tre i candidati di area militare, Pignata sarebbe il quarto…). A quanto trapela si suppone che il Sud voti Pignata e Talotti, cosicchè il Nord – in cambio – voti Talotti e Pignata: logica geografica deprecabile e politichese, aliena a valutazioni di contenuti e merito che dovrebbero essere prioritarie… e per di più porterebbe un quinto militare (Talotti) in consiglio. Un po’ troppi, eh?

Alessandro Talotti: per quanto appena detto, l’ottimo altista in forza ai Carabinieri dovrebbe rappresentare il Nord Est… Logica geografica incomprensibile: il nord est è già rappresentato in consiglio e – volendo essere pedanti – Avon e Ghiraldini provengono dal Nord Est (ma lungi da loro andare a caccia di consensi per la mera provenienza geografica!). Senza voler attaccare il ragazzo, ancora in attività di livello “top”, non sembra avere la cultura dell’atletica leggera necessaria per essere un membro operativo del consiglio. Soffre egli pure di una limitatezza nella visione dello sport: performance al top. Benissimo, allora lo vogliamo vedere a Rio 2016! E a chi dice che Talotti si farebbe le ossa in consiglio, vorremmo dire: “ma se ha tutto questo amore per l’atletica a 360°, la curiosità di approfondirne le tematiche gli è venuta solo a due/tre settimane dal voto?”. Fatto curioso. Più facile (e ragionevole) pensare che la sua e quella di Pignata siano candidature calate dall’alto sulla cima della montagna. Non profumano di vento del cambiamento o di aria fresca. Rischiano fortemente di essere gli “Yes Men” del presidente; ma ci servono consiglieri operativi o semplici presenze accondiscendenti? La risposta vien da sé.

Elisa Zanei: sarebbe una seconda donna in consiglio e non sarebbe un male, ma… Elisa viaggia nella scorta di Mei e dei moriniani. Per noi è quindi invotabile, per coerenza con noi stessi e per timore che si confaccia alle usanze aresiane. Si candida per vedere come sarà in Fidal, per andare e contribuire, mentre impara… Scrive lei stessa, spiegando la propria candidatura: “Tante ragioni e tante motivazioni che è difficile sintetizzare in poche righe, ma che con un po’ di sano confronto potrebbero essere sviscerate e analizzate, anche in base ad eventuali richieste o domande”. Elisa, tu devi spiegare, non puoi pensare che ti si voti sulla fiducia o sapendo che sei disponibile a rispondere alle domande. Si scelgono delle proposte, non una persona per il fatto che è semplicemente disponibile a rispondere. Sensatissimo, certo, rispondere! Sì, ma… cosa? E’ un diritto degli elettori sapere.

Un 2 dicembre milanese

A Milano si vota il 2 dicembre, in un hotel di lusso. Ma vi pare possibile? Già questo, nella sua banalità, marca una fortissima necessità di cambiamento.

Voteranno 63 delegati in quota atleti, esprimeranno due preferenze ciascuno. Noi sosteniamo Avon e Ghiraldini: per ragioni contenutistiche e per cultura sportiva, per esperienza fuori dagli schemi del potere ma con attività sempre fortemente orientate ad onestà e legalità.

Vi abbiamo offerto senza censure le nostre idee. Sull’atletica, su noi stessi ed il nostro ruolo, sulle alternative a noi e sul loro collocamento.

Non rinunciate a usare la vostra testa. Non fate comprare la vostra libertà di pensiero. E’ vero, siete delegati, ma non siete fantocci di dirigenti e tecnici. Andate nell’urna e scegliete, esercitate dignitosamente questo vostro sacrosanto diritto/dovere.

Grazie dell’attenzione,  Il team di “avonghiraldini2012”

 

Scritto da Diego Cacchiarelli

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Domenica 2 dicembre allo ore 10 o 11 in seconda convocazione, inizierà l’atto finale di questa lunga e strana campagna elettorale che vedrà i candidati Alfio Giomi e Alberto Morini contendersi la carica di nuovo Presidente federale per il quadriennio prossimo. Andiamo a scoprire come funziona il voto assembleare.

Prima di entrare nel vivo della macchina elettorale, un velocissimo riepilogo di come si è arrivati alle due candidature di Morini e Giomi.

I candidati Presidente. Strade e tempi diversissimi per i due candidati. Giomi si candida a Marzo 2010 (vedi la news di Atleticanet “DOHA 2010, L’ATLETICA ITALIANA NON VA PEGGIO”), data lontanissima dal voto di fine 2012 e, a detta di molti, una corsa troppo lunga che avrebbe sicuramente sfiancato l’uomo e il progetto. Morini, vice presidente vicario in carica e attuale facente funzioni di Presidente si candida a fine Ottobre 2012 ovvero quasi a ridosso della scadenza delle candidature dopo il forfait, per motivi di salute, del Presidente in carica Franco Arese. Alberto Morini e Alfio Giomi, per potersi candidare, hanno dovuto raccogliere firme di presidenti di società fino al raggiungimento del 10% dei voti del totale. Hanno dovuto raccogliere cioè un po’ più di 10.000 voti da parte delle società. Questa era la condizione essenziale per la validità della candidatura.

I candidati al consiglio federale. Il nostro statuto prevede tre tipologie di consiglieri: i dirigenti, gli atleti e i tecnici. Per i primi vige la stessa modalità di candidatura dei presidenti (raccolta firme) mentre per i tecnici e gli atleti, è sufficiente…candidarsi ed essere ovviamente tecnici o atleti.

Va evidenziato che i candidati, a livello formale, non rappresentano né sostengono un candidato Presidente o l’altro. Nella sostanza la cosa continua ad essere così per i candidati tecnici e ancor di più per gli atleti mentre per i candidati in quota dirigenti, data la modalità di candidatura (raccolta firme, spesso fatta contestualmente a quella di un candidato presidente), ogni nome di candidato è facilmente collocabile in capo ad un candidato Presidente o all’altro.

IL MECCANISMO DI VOTAZIONE
Il voto al Presidente.
Troveremo in assemblea 124 delegati in quota dirigenti, 63 delegati in quota atleti e 35 delegati in quota tecnici. Tutti votano per eleggere il Presidente ma con pesi diversi. I delegati in quota tecnici ed atleti hanno il peso di 1 voto per ogni delegato mentre i delegati in quota dirigenti hanno un peso di circa 750 voti per dirigente (le “pezzature” sono da 750 ma ci sono alcuni delegati con più voti ed altri con meno di 750 a seconda dei resti). E’ lampante la differenza di peso ma la ratio della norma fornisce il senso: è un’elezione politica per cui il presidente deve essere l’espressione di quella parte. Ai tecnici e agli atleti viene data una rappresentanza quasi solo simbolica che però, come vedremo tra poco, assumerà connotati diversi in sede di voti ai consiglieri.
A questo punto va evidenziato un aspetto: questa è un’assemblea di secondo grado ovvero i 124+35+63 delegati sono i grandi elettori, persone cioè che hanno ricevuto il mandato dalla base per votare questo o quel candidato Presidente. In questo senso fare previsioni su chi vincerà è abbastanza facile visto che i delegati, proprio per il mandato ricevuto dalle società di base non dovrebbero modificare il voto che è stato chiesto loro di esprimere. E’ chiaro che l’obbligo è solo morale per cui, piccoli spostamenti di voti potrebbero verificarsi.

Il voto ai candidati in quota dirigenti. Questi candidati consiglieri vengono votati dai 124 delegati in quota dirigenti. In questo senso è largamente prevedibile che, a meno di clamorosi “voti disgiunti”, il Presidente eletto veda eletta anche la sua squadra. Va anche detto che i voti che i delegati possono esprimere nella loro scheda sono 7 (massimo 7), che corrisponde anche al numero dei consiglieri federali in quota dirigenti che siederanno poi in Consiglio.

Il voto ai candidati in quota atleti. Qui il peso del voto degli atleti ha la giusta dimensione: un delegato pesa un voto e vincono i due candidati più votati. Due le preferenze massime da indicare.

Il voto ai candidati in quota tecnici. Il meccanismo è identico a quello degli atleti con l’unica differenza che in questo caso si potrà esprimere un’unica preferenza visto che poi un unico consigliere in quota tecnici siederà in Consiglio.

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Da Queen Atletica

 

Articolo pubblicato da: Andycop

- il: 26/11/2012 alle 20:35

 

Rispetto alla contesa elettorale per le cariche della Fidal ho sempre preso le distanze, dichiarandomi sempre indipendente. E’ cosa nota, presumo, anche se è indubbio che una parte l’abbia lasciata volutamente in-sospeso e dell’altra abbia dovuto rilevarne tutto il rilevabile. L’urgenza era e rimane cambiare le persone che si sono assise su quegli scranni otto anni fa perchè è una legge delle democrazia: chi non soddisfa il “mandato” (ovvero il tacito contratto con gli elettori) deve andarsene.

Ma oggi, purtroppo, c’è un ma.

Ora, questo scritto rappresenta soprattutto un’invocazione indirizzata direttamente al Sig. Giomi per fermarsi un attimo a riflettere su quello che potrebbe essere se tutto dovesse andare come si pensa (e si spera, per molti) andrà. I numeri sembrano del resto parlare chiaro. E questo bisogna farlo prima che sia troppo tardi. Gliel’ho detto di persona qualche giorno fa, a Bergamo, pur rivendicando la mia indipendenza da qualunque schieramento, ma devo farlo pubblicamente perchè altrimenti rimarrebbe lettera morta e il mio lamento un “potevi dirlo prima…” che non servirebbe a nulla. Non riporto la risposta che mi è stata data allora (potrei non aver inteso correttamente e in questo momento non voglio riportare con sufficienza le sue parole) ma tengo valide le mie critiche e le mie parole che ho avanzato davanti a quella piccola platea e che voglio condividere con tutti. Voglio fare la Cassandra sperando di non finir inascoltato come la figlia di Ecuba e del re Priamo.

Il panorama che mi si è prospettato lo vedo infatti molto fosco purtroppo, e simile a quello dell’attuale Egitto. La Primavera Araba di Piazza Tahrir, quella che ha dato il alla ribellione democratica del Maghreb, di fatto commissariata dal governo islamista di Morsi. Morti e feriti che giacciono invano… per ora. E allora, via, ancora a presidiare Piazza Tahrir, e ancora scontri e feriti per rivendicare una libertà promessa, vissuta per una sola notte e poi cancellata dai fatti compiuti da un altro gruppo di potere che vuole mantenere la gestione delle risorse in nome del popolo, ma di fatto contro di esso. E’ questo quello cui andiamo incontro?

E allora, ecco come potrebbe finire. La cordata Giomi presenta in quota-dirigenti il colonnello Parrinello, Comandante del Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle. Sergio Baldo, dirigente delle FF.OO.. Giacomo Leone, poliziotto ed ex FF.OO.. A questi aggiungo il tecnico in Area Giomi Roberto Frinolli, la cui progenie è finita in gruppi sportivi militari, e addirittura, è voce ormai ossessiva, l’appoggio incondizionato ad Alessandro Talotti (Carabiniere) e Francesco Pignata (FF.GG.). Mi lasci, Signor Giomi, dubitare su chi e come abbia voluto queste persone: non credo (ma la mia è una semplice opinione da appassionato) che le società civili si siano accordate su queste persone e che esse siano “espressione di macroaree” o acclamate vox populi. Sarebbe illogico e paradossale. Comunque, ve lo scrivo in altro modo: nel prossimo consiglio di Giomi potrebbero esserci ben 6 persone su 10 con un’identità filo-militarista (per carità, tutte ottime persone, nessuno lo mette in dubbio: qualcuna l’ho conosciuta di persona e potrei metterci la mano sul fuoco) e solo 4 “civili”. Il 60% di un consiglio federale sarebbe di fatto estrazione di meno dell’1% di tutti i tesserati italiani che praticano atletica!! Questa si chiama oligarchia militare a casa mia. Diventa difficile per me credere che tutte le società civili italiane possano davvero condividere, dopo aver sostenuto Giomi, una simile immagine del proprio governo.

Ma riflettiamo… A me sembra davvero minimo come segnale di rinnovamento dell’atletica italiana (ciò che si chiedeva, in definitiva) aprendo in cuor mio una desolante panoramica di scarso equilibrio rappresentativo. Pensate, a fronte di un 50-60% di rappresentatività del mondo militare in seno al consiglio (con meno dell’1% di tesserati) il mondo master verrebbe raso a zero, benchè da solo rappresenti oltre il 50% dei tesserati. Non avere una componente master in consiglio (1 su 10 è troppo? …col 50% dei tesserati?) vorrebbe dire, a parer mio, un grave affronto a chi in questi mesi è stato il maggior oppositore dell’attuale mandato a tutti i livelli, suscitando la pubblica riprovazione, raccogliendo attorno a battaglie di diritti moltissimi appassionati e criticando ad ogni piè sospinto ogni azione del cadente governo federale.

Signor Giomi, non sottovaluti chi con la propria passione ci ha messo la faccia pubblicamente per cambiare in meglio questo mondo sportivo. Chi di fatto l’ha aiutata consentendole di gestire una campagna elettorale di secondo piano fino ad un paio di mesi fa; chi ha avuto più efficacia in termini di idee e chi è riuscito ad individuare e a palesare i punti deboli dell’avversario, riuscendo a mettere a nudo tutte le sue incoerenze. Ho scritto quotidianamente su questo sito per denunciare il malessere dell’atletica di oggi giorno: Passioneatletica una decina di volte in quattro mesi (anche se so che ha girato l’Italia in cerca di consensi e non deve essere stato semplice) e naturalmente in maniera strumentale (com’è giusto che sia in una tornata elettorale) alla sua candidatura. Ho raccolto il malessere, il malcontento, mi sono arrivate decine di mail di denuncia e quello che partorirà lo sdegno, la riprovazione di un universo di appassionati e tesserati su tutti i siti, sui social networks, sarà… una giunta militare? Dopo Arese II e la Fidasics, non mi faccia in futuro scrivere di Giomi il Faraone, evocando il triste presagio di una democratizzazione strozzata da scelte “obbligate” come quelle del governo Morsi. Ci costringerebbe a scendere di nuovo in piazza.

Così non va! Mancano 5 giorni e se vuole davvero dare un segnale, lo dia in questo senso: le competenze delle persone sono sicuramente importanti, ma mai come in questo momento è forse più importante il messaggio politico che lei dovrà dare all’atletica italiana dopo anni di scempi: la gente l’ha seguita per avere un segnale in questo senso, non per ritornare a prima di 8 anni fa. Quella strada, si era già visto, era sbagliata: nel frattempo abbiamo solo scoperto che ce n’era una se è possibile ancor peggiore.

Ora, ha in mano almeno una carta sulla quota atleti: almeno uno di loro dovrà essere una persona fuori dagli schemi, che incarni un popolo diverso. Non ci trascini in un giunta Sudamericana, per favore.