Gennaio 19th, 2013

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

 

Indoor, lanci e strada nel fine settimana dell’atletica veneta

 

 

Doppio appuntamento al coperto allo stadio Colbachini di Padova. Sabato 19 gennaio, terza manifestazione regionale indoor, interamente dedicata ai salti: alto e lungo per il settore maschile, alto e triplo per quello femminile. In pedana le categorie allievi, juniores, promesse e seniores. Inizio gare alle 15.45. Domenica 20 gennaio, la struttura coperta dello stadio Colbachini ospiterà invece una manifestazione di prove multiple dedicata alla categoria allievi. Inizio gare alle 9.30.

INVERNALI DI LANCI – Sabato 20 gennaio, al Campo Perraro di Vicenza, è in programma la prima giornata della fase regionale dei campionati italiani invernali di lanci. Previste le gare di giavellotto, sia maschili che femminili. La manifestazione è organizzata dall’Atletica Vicentina (Sergio Cestonaro, tel. 348-5807544). La seconda giornata della rassegna, con gare di martello e disco, inizialmente prevista per domenica 20 gennaio, è stata spostata a domenica 27 gennaio nella stessa sede.

MONTEFORTIANA – Fine settimana di corsa sulle strade di Monteforte d’Alpone, nel Veronese. Di scena, la 38^ Montefortiana: clicca qui per saperne di più.

 

 

 

 

In ventimila sulle strade di Monteforte d’Alpone

 

 

Tutto pronto a Monteforte d’Alpone (Vr) per la 38^ edizione del Trofeo S.Antonio De Megni, nell’ambito della quale sono inserite la 18^ Marcia per il Sorriso dei Bimbi di sabato 19, con oltre 2700 bambini delle scuole della provincia di Verona; domenica mattina (ore 8,00) toccherà poi alla 2^ Ecomaratona Clivus (prossima al record di iscritti con 600 maratoneti) e alla 19^ Maratonina Demmy, valevole per il campionato nazionale Alpini che ha superato i 1300 iscritti, dove saranno al via l’azzurro di maratona Pertile, Leonardi, Spina, Wegher, Bogdanich, Chuo Ting-Ying (Tpe), Milella e Mahjoubi (Mar); tra le donne Patelli, Moreni, Scorzato, Di Vito, Jensen, Maino, Legnaro e Chen Shu-Hua (Tpe).

Sempre in mattinata, se le condizioni meteo saranno positive, tutto lascia presagire che le presenze totali (sommando le prove competitive al mondo dei marciatori e camminatori del Trofeo S.Antonio), potrebbero raggiungere la cifra di ventimila presenze.

Novità per la Montefortiana-Turà con gara unica uomini (7 giri) e donne (4 giri); nella femminile si aggiunge la pluricampionessa toscana Gloria Marconi, assente invece la ruandese Mukasakindi e con possibili novità dell’ultima ora. Completa quella maschile, con trenta atleti al via, dove spicca la presenza del carabiniere Stefano La Rosa reduce dal brillante secondo posto nel cross della Vallagarina (a cura dell’ufficio stampa della Montefortiana).

 

 

Da “Il Gazzettino”

Per dovere di cronaca…

ATLETICA

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Il mezzofondista Paolo Zanatta e la lunghista Martina Lorenzetto sono gli atleti trevigiani dell’anno, secondo gli utenti del sito atleticatrevigiana.it, gestito dallo statistico Franco Piol.

Tra i giovani, titoli a Giorgino Gjeli e Teresa Gatto. Migliori master, Domenico Lorenzon e Silvia Pasqualini

 

 

 

 

 

Da “Queen Atletica”

Atletica e Scuola: la lettera di un professore sull’abbandono

 

 

Gentile redazione, ho scoperto da poco l’esistenza del Vostro sito e ogni tanto leggo con curiosità gli articoli pubblicati. In particolare uno scritto, quello circa l’attività scolastica. L’attività scolastica è un nodo cruciale al vaglio di molteplici federazioni, oserei dire tutte. I giochi sportivi studenteschi sono oggetto di studio di analisti molto esperti e bravi con numeri, curve, andamenti medi, risultati. Scorrendo articoli di varia natura sportiva incontriamo pareri positivi di alcuni, penuria per altri, sostanziale neutralità tra i rimanenti. L’aspetto su cui voglio portare la Vostra attenzione è quello della globalità del punto di osservazione. Restando sulla disciplina dell’atletica leggera in pista e campestre, la partecipazione rimane alta nella mia provincia e molto buona in tutta la mia regione (Dati degli uffici scolastici provinciale e regionale). Ciò ci conforta e fa analizzare da esperti come Voi quali sono le cause nel momento in cui un ragazzo entra nella nostra federazione, ente che ha difficoltà poi a portare avanti un progetto educativo.

Ciò che mi è capitato di constatare in sede dei frequentatissimi GSS locali e regionali è la plurima scelta dello sport a monte. Moltissimi ragazzi della scuola secondaria di 1^ grado (per non dire la maggioranza), ad esempio, sono tesserati per due federazioni e svolgono l’attività principale NON con la nostra. Quelli che rimangono o riusciamo ad attrarre sono pochi e le percentuali di ingresso non sono così alte purtroppo. Nella scuola secondaria di 2^ grado è già stata fatta una scelta dagli studenti, compresa quella di non fare sport.

Il filone scolastico rimane comunque un bacino appetibile, contenitore da cui attingono tutti gli sport con modalità discutibili. Il motivo di questa situazione è molteplice: fare più esperienze è didatticamente utile ma l’atletica rimane seconda rispetto ad altri sport. L’atletica a scuola è semplice e immediata, fruibile anche da proff poco “tecnici” che preferiscono però proporre a lungo termine le discipline di squadra. Perchè le opportunità promozionali non sono le stesse per tutte le federazioni alcune delle quali hanno “priorità assegnata”. La critica è di stampo sociologico, pedagogico e politico. Impresa ardua e aspetti che approfondisco ogni settimana. Come si dice, lo studio serio non ci deve mai abbandonare.

Sociologia: studia i fenomeni della nostra società, compresa quella sportiva. Popolazione giovane sempre più legata al virtuale (che aiuta sia chiaro) e meno alla cultura del movimento, semplice pigrizia che amplifica le distanze dai nostri luoghi (a volte solo 5 km), informazione sullo sport che arriva troppo in modo utilitaristico e non cura sempre la vera formazione mentale dei soggetti che deve essere a-federale. Pedagogia: tasto dolente. La scuola troppo spesso è veicolo di mezzi e metodi freddi che danno spazio, a turni, a realtà sportive che tirano acqua al proprio mulino. L’istituzione non è più in grado di filtrare i segnali seri da quelli opportunistici, non riesce a riconoscerli; l’autonomia scolastica è cosa buona solo se si possiedono criticità documentate altrimenti diviene solo clientelismo ad opera del miglior offerente. Politica: la politica entra a ragione anche nel mondo sportivo, la politica è cosa essenziale credo perchè è doveroso governare, organizzare, promuovere, consentire, equiparare. Ciò che fa la differenza è il fine e la modalità della politica.

Noi Fidal possiamo fare ciò che vogliamo ma nella stanza dei bottoni ci sono certe dinamiche hanoi estranee. Un istituto come il CONI doveva essere negli anni 60 la copia dei mirabolanti ministeri dello sport di Francia e Germania ma si è rivelato tutt’altro. Assenza di regole e clientelismi spiccioli lo hanno trasformato tesoro per pochi eletti…calcio, basket e pallavolo in primis. Sono loro che attraverso innumerevoli canali (media, stampa, MIUR, politica) la fanno da padroni e selezionano i ragazzi a tutti i livelli. A noi restano le briciole e io non riesco a fare tanto i conti con le briciole, vado avanti per l’obiettivo principale: la pratica sportiva, la conoscenza dell’agonismo attraverso il rispetto delle tappe evolutive e come mezzo per conoscere i propri limiti e quelli degli altri.

Si pensi: con questo obiettivo primario tutte le federazioni partirebbero alla pari e anzi, il CONI potrebbe “blindare” la promozione con regole serie e renderla pedagogicamente migliore in accordo con i metodi scolastici; le Federazioni subentrerebbero in seguito sempre rispettando suddette regole. Il sistema odierno non funziona così purtroppo e allora cosa potrebbe fare la nostra Fidal?

Potrebbe partire da questi assunti sociologici, pedagogici, lungimiranti con gli esordienti (tanta attività libera da distanze, tempi, misure), costa poco, sono accattivanti gli attrezzi di recupero (palline e giavellotti costruiti, ostacoli di cartone, aste di legno, ecc), la situazione in ciascuna provincia sarebbe diversa e stimolante anche per “formare” sulla didattica i nostri educatori. Nella categoria ragazzi e cadetti le cose si faranno più serie ma ancora lontane dai meccanismi assoluti. Solo da allievi il linguaggio diviene adulto. In un percorso del genere, con obiettivi e premi adatti alla fascia di età considerata, ciascun ragazzo avrebbe interesse a scoprire quello che viene dopo. Forse l’abbandono precoce sarebbe un fenomeno un pò più limitato. Chissà. Pubblicizzare questo “metodo atletica” non so se troverebbe meno sponsor di adesso, sarebbe una frontiera per i nostri managers federali.

Alla fine le risorse aiutano ma non fanno la differenza; istruttori/allenatori con tali caratteristiche sfonderebbero il mondo della scuola, farebbero breccia in molti cuori dirigenziali, avrebbero seguito tra i ragazzi che è vero che sono abbagliati da palloni bellissimi, casacche fluorescenti, materiale da tv ma ciò che dura sono i rapporti tra le persone, le persone fanno una federazione, fanno uno staff tecnico.

Probabilmente sono uscito dal tema del Vostro lavoro sull’atletica a scuola ma là dentro ci sono regole, tempi, dinamiche tutte da conoscere. Mi scuso per la lunga conversazione ma ogni tanto fa bene parlare a braccio.

Un anonimo operatore.

Buon lavoro a Voi.

Articolo pubblicato da: Andycop - il: 18/01/2013 alle 16:39