DIARIO TREVIGIANO
A cura di Franco Piol
Virginio Nino Trentin il professore iridato che corre per felicità
Di recente, in Francia, si è laureato campione del Mondo nella categoria M60. Insegnante adorato, persona speciale
di Toni Frigo
TREVISO. «Ho cominciato a correre una quindicina di anni fa: il medico mi riscontrò una iperglicemia allarmante, una forma lieve di diabete per la quale avrei dovuto prendere delle pillole. Io sono filosoficamente allergico ai medicinali, quindi combattei quel malanno andando a correre. Ci ho preso gusto: non corro per infliggermi una sofferenza, ma per essere felice. Questo titolo iridato? È benvenuto, ma non necessario. I primi complimenti? Sono arrivati da mia moglie Susanna. Era sotto il palco delle premiazioni. Ho vinto all’estero, il che fa naturalmente differenza, rende la cosa speciale».
Virginio Trentin, 61 anni non compiuti, categoria M60, in forza all’Idealdoor Libertas San Biagio, ha vinto una brillantissima medaglia d’oro nella maratona ai mondiali di atletica per la categoria Master, insomma per quelli che alle olimpiadi non ci vanno per superati limiti di età. A Lione ha fermato il cronometro sul notevole tempo di 2h47′08”. Ma non è la mia prestazione migliore, quella l’ho fatta alla Maratona del Santo, 2.40.08. Più o meno lo stesso tempo l’ho fatto a Treviso, ma quando c’era la maratona…. in discesa. Invece la mia classifica migliore è un terzo posto assoluto, non di categoria quindi, alla Maratona dell’Acqua lungo il lago d’Iseo«.
La prossima?
«Il 20 settembre, campionato italiano nei pressi di Fermo, Ancona, Marche».
E quante ne ha fatte in 15 anni passati di corsa?
«Un centinaio circa, ma non ho tenuto il conto. Ma non pensate a un bonzo. Amo mangiare anche se sono quasi vegetariano, non vado a letto con le galline ma semplicemente dormo poco».
Ma fare 42 chilometri non è esattamente un bagno di salute, può far male…
«Può se si pretende troppo da se stessi, se si insegue a ogni costo la prestazione. Io corro sempre all’80, massimo 90 per cento delle mie possibilità. Niente fuori giri, insomma»
Sì. ma l’abbiamo vista allenarsi, d’inverno, anche con il buio e la lampadina della torcia issata in testa…
«Qualche volta, ma non spesso. Di solito i miei venti chilometri giornalieri li faccio alla mattina alle 6, quando gli altri portano fuori il cane, prima di fare la doccia e correre a fare il mio lavoro di insegnante. Il rapporto con i cani che incontro? Sempre ottimo, li adoro, io, i cani».
Ma Susanna, la sua signora, insegnante i alimentazione all’Alberghiero, non sbuffa un po’?
«Non sbuffa, tifa. Anche mio padre, che ho perso recentemente, era mio grande tifoso. Era ex bersagliere e mi chiedeva sempre: quando è la prossima?».
Virginio invece di figli non ne ha. In compenso ha un sacco di figliocci-studenti, anch’essi grandi tifosi.
Lei insegna fisica, una materia abbastanza gelida, scusi. Eppure i suoi studenti la considerano un maestro di vita…
«Questo non lo so. Certo, spesso i nostri colloqui continuano anche dopo la scuola e qualcuno lo ritrovo alle maratone, magari con i figli, ed è sempre un bel vedersi. Che la Fisica sia gelida non è comunque vero: la fisica confina con la filosofia e la filosofia antica altro non era che fisica».
Quante maratone di Venezia ha corso. e di Treviso?
«15, 16 non ricordo. Treviso? Tutte le ho fatte. Mi hanno regalato la maglietta con scritto “Io le ho fatte tutte”.
Cosa pensa del doping?
«Puoi farlo ma duri poco, tutto qui. Lo paghi caro».
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Prima del 2016!!!
miniRASSEGNA STAMPA
dei nostri cari amici
SALIMA BARZANTI E MIRCO MARTOREL
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