Agosto 22nd, 2016

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

 

 

 

 

 

EMOZIONI OLIMPICHE

di Francesco Storgato

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Ho guardato la 31^ edizione dei Giochi Olimpici passando ore davanti alla televisione. Tanti sport proposti, fatto zapping soffermandomi con più interesse dov’erano presenti atleti italiani in competizione anche in sport meno conosciuti. L’atletica ha iniziato il suo programma nella seconda metà dell’Olimpiade e dal quel momento mi sono dedicato quali esclusivamente a questa disciplina.
Ho fatto anche le nottate per seguire pazientemente le gare in diretta RAI, facendo poi colazione quasi a mezzogiorno per recuperare le ore di sonno perse. Tutto fatto con la certezza di poter godere dello spettacolo mondiale dell’atletica.
Gli atleti italiani hanno fatto presenza fino dove hanno potuto, zero medaglie conquistate, qualcuna sfiorata ma l’assenza in tante finali ha il sapore amaro per non riuscire a competere, qualche alibi per l’assenza di alcuni atleti di punta, ma in fondo l’atletica italiana del momento è questa. Accettando questo ho ammirato atleti per la loro efficienza fisica, ho apprezzato la bellezza di tanti gesti tecnici che non hanno nazione, non hanno colore e ancor meno cultura. Possono essere straordinari e per questo ricordati per sempre.
E’ stata una bella settimana di gare tra qualificazioni e finali, ben tre record mondiali migliorati; uno migliorato dalla stessa atleta che già lo deteneva, la polacca A. Wlodarczyk nel lancio del martello arrivata a 82,29 metri; nei 400 metri piani il sudaficano W. Van Niekerk ha corso in 43″03 e ha abbattuto dopo 17 anni quello che appariva un record mostruoso, il 43″18 dello statunitense M. Johnson; nei 10.000 metri l’etiope A. Ayama ha fatto la storia portando il nuovo record a 29′17″45 , migliorando dopo 23 anni il precedente di ben 14 secondi detenuto dalla cinese W. Junxia.
Medaglie d’oro conquistate dalle stelle più attese; il giamaicano U. Bolt, l’inglese Mo Farah, lo statunitense A. Eaton, Il keniano D. Rudisha, la sudafricana C. Semenya, la croata S. Perkovic e ancora lo statunitense C. Taylor.
Medaglie d’argento prese ma con il sapore della sconfitta a dimostrazione di quanto è difficile confermarsi; la velocista olandese D.Schippers, l’astista francese R. Lavillenie, la pesista neozelandese V. Adams, la mezzofondista etiope T. Dibaba,
Medaglie di bronzo insperate e per questo di grande valore come una vittoria; il velocista francese C. Lemaitre (200), le mezzofondiste statunitensi S. Rowbury (1500) e E. Coburn (3000 siepi), il mezzofondista neozelandese N. Willis (1500), il giapponese H. Arai (50 km di marcia).
Lacrime di gioia e lacrime amare per altri, la delusione di avrebbe voluto esserci A. Schwazer e H. Isinbayeva in primis, non per infortunio ma anzi dati in condizione per puntare chiramente a vincere, ma discutibili decisioni non hanno permesso la loro presenza.
Tante anche le curiosità, come la vittoria con un tuffo sulla linea del traguardo nei 400 piani della bahamense Miller; il titolo olimpico nel disco maschile che resta in famiglia Harting, a Londra nel 2012 a Robert, a Rio 2016 passa al fratello Christophe; atleti sportivamente emigrati dal paese nativo, anche per convenienze economiche.
Oggi tornerò ad allenare dopo la pausa estiva e avrò modo di sentire dai bimbi le loro impressioni su cosa hanno visto. L’atletica in tivù piace a prescindere dal tifo nazionale, in occasioni simili diventa universale, un delizioso spot che arriva nelle case di molti giovani. Un bambino che intraprende una carriera sportiva, approderà solo dopo tanto tempo ad impegni sognati e nel corso degli anni sperimenterà tante difficoltà, sconfitte, problemi e momenti di crisi, ma i sacrifici ci stanno se poi danno modo di recitare su un palcoscenico del genere.
Ma anche se non si arriverà a partecipare alle Olimpiadi, praticare uno sport con impegno può rafforzare la mente e permette di affrontare meglio le difficoltà della vita. Mi sono sempre incuriosite le tante storie di questi protagonisti olimpici, niente di facile e scontato, ma confrontandole con le tante con cui sono a contatto, potrebbe essere utile ai nostri ragazzi comprargli meno ipod, ipad, iphone e qualche paio di scarpe e braghe in più da sporcare nel fango.

 

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RASSEGNA STAMPA

dei nostri cari amici

SALIMA BARZANTI E MIRCO MARTOREL

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