Maggio 10th, 2008

Ritratti di ieri e di oggi 

    di Franco Piol 

Omaggio a 

                       PIETRO PIUTTI

      meeting-merano-2-alta-ris-m-5000.jpg   

                                   I 5000m di Merano

  Con Pietro Piutti il mezzofondo trevigiano ha riempito un gap che durava più di vent’anni, dai tempi del grande Giuseppe Bazzo (1’56”2 negli 800m del 1936, 4’06”2 sui 1500m e sotto i 9 minuti nei 3000m). Un grande interprete, Pietro, dell’approccio all’atletica “intelligente”, tra scienza e passione.

 Pietro Piutti è nato a Roma il 12 novembre del 1935. Ha cominciato nel 1954 con il CSI Vittorio Veneto, stabilendo subito due primati provinciali juniores con 1’58”3 (800m) e 2’38”4 (1000m) e laureandosi campione veneto III serie sempre negli 800m. Poi con il Cus Padova  è campione regionale di II serie nei 5000m (con 14’52”2, 4° veneto assoluto di sempre). Il 1958 è l’anno dei grandi risultati che rivelano il valore assoluto di Pietro in campo nazionale e lo consacra per sempre alla storia della nostra atletica: 1’57”5 (800m), 2’34”8 (1000m),  3’55”4 (1500m), 8’24”8 (3000m), 9’34”2 (3000 st: primato regionale), 14’40”6 (5000m), 31’36”8 (10,000m), campione regionale nelle siepi. Quanta grazia!Nel 59, nelle graduatorie assolute del fondo regionale, Pietro è, praticamente, “il quarto uomo” di sempre e nel mezzofondo ritocca 800m e 1500m (1’56”3 e 3’55”0), poi nel 1960, per un infortunio al tendine d’Achille destro, chiude una bella, significativa stagione sportiva.

 firenze-1958-camp1italm-5.JPG 

Vittoria di Piutti ai CdS di Firenze, 1958 

  Ecco come ha sintetizzato la sua eccezionale esperienza lo stesso Pietro: 

“Ho praticato la corsa dal 54 al 59 e sono stato costretto ad interrompere quando ero giunto ad un buon livello di risultati cronometrici (per l’epoca) a causa di una infiammazione recidiva ad ogni trattamento al tendine di Achille destro. Non ho risolto questo disturbo nemmeno con una operazione chirurgica nel 1961: sono stato quindi una promessa del mezzofondo mancata.Nel momento di raccogliere i frutti di una preparazione intensa e a volte scriteriata, il sovraccarico funzionale di una struttura mi metteva fuori gioco.Ma in questo breve periodo di attività avevo commesso diversi errori di valutazione che compromettevano il mio rendimento e sfruttamento delle mie doti naturali. Cominciavo con il correre i 1000m studenteschi e gli 800m. Non si era capito che non ero veloce. Questione di qualità delle fibre muscolari ed avrei raccolto di più solo correndo dai 1500m in su. Allungando la distanza, la biomeccanica di corsa sarebbe stata più congeniale alle qualità aerobiche di resistenza naturale. Ricordo nel ‘58 un 10.000m che corsi da solo all’Arcella di Padova, nella nebbia, scherzando con i giudici in 31’36”8 e senza una adeguata preparazione.

 meeting-merano-1-m-5000.jpg

Vittoria nei 5000m di Merano

 Fra le esperienze positive della mia atletica, ricordo le tre estati che ho passato in Finlandia con Franco Bettella ed anche da solo, girando per i meeting estivi dove correvo con i loro campioni molti 3000m. Distanza per me molto congeniale. Fra quelle negative, invece, ricordo gli stages a Friburgo  con l’allenatore tedesco Woldemar Gerschel, mentore dell’interval training. Quel tecnico, con la sua metodica, concludeva il massacro del mio tendine destro. Ha contribuito alla mia crescita atletica soltanto Giordano Cumar, allenatore del Cus Padova, società con la quale ho gareggiato vincendo titoli universitari sui 1500m e sui 5000m, un campionato di società e piazzandomi discretamente in diverse occasioni ai Campionati Assoluti Nazionali.

Ho anche partecipato alle Universiadi di Parigi nel 57, correndo i 5000m di cui avevo ottenuto il minimo allo stadio olimpico di Helsinki. Arrivai ultimo perché correvo con l’asiatica, influenza dell’anno.

 olimpico-camp1italm5000-5.jpg

La grande kermesse dell’olimpico nei 5000 del Campionato Italiano

I miei record personali sono in qualche album di statistiche, ma, fra le gare più belle, ricordo un 5000m all’Arena di Milano (luglio 1958) che corsi in 14’40”6, battuto in volata da un greco (Yotis), poi i 5000 dell’Olimpico di Roma, quando Wladimir Kuts battè il record mondiale in 13’35” ed i romani sugli spalti dello stadio lo salutarono, dando fuoco a tutti i programmi delle gare: indimenticabile luminaria a coronamento del suo giro d’onore.In quella gara fui il primo italiano perché gli altri, nella confusione, si fermarono un giro prima.

Ricordo anche tante altre belle gare in Finlandia dopo le quali alla sensazione del risultato si sovrapponeva la magica atmosfera dell’estate nordica” 

 salsola-kakko-e-piutti-f1.JPG

Piutti con Salsola e Kakko

 Ed infine ecco una scheda riassuntiva delle performances di Pietro: 

400m: 53”5 (1954); 800m: 1’56”3 (1959); 1000m: 2’34”8 (1958); 1500m: 3’55”0 (1959); 3000m : 8’24”8 (1958)

5000m: 14’40”6 (1958); 10.000m: 31’36”8 (1958); 3000 siepi: 9’34”2 (1958)

 merano-1955-m1500-centro-a1.JPG

1° nei 1500m di Merano nel 1955