Maggio 21st, 2017

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

 

 

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SOCIETARI: BAMOUSSA, BEL 3000 SIEPI: 8’37″67

La Bernasconi e la Marini vincenti

Ritorna il martello di Annarita Maschietto: 42,30

Marco Martini a Chiari 100m. in 10″97

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Il primo pomeriggio di gare della seconda fase – a livello triveneto – dei campionati italiani assoluti di società, a San Biagio di Callalta (Treviso), si apre con la cerimonia di inaugurazione della pista. Presente anche il fuoriclasse paralimpico Alvise De Vidi, residente in paese (frazione di Olmi), che sul rinnovato anello costruirà i prossimi successi di una carriera apparentemente interminabile. La pioggia,  a tratti battente, è sgradita ospite del pomeriggio, tanto che l’asta maschile viene rinviata a domani (inizio alle 10). La finalista olimpica Desirée Rossit rinuncia a gareggiare nell’alto, lasciando spazio all’allieva Rachele Bovo, che sale a 1.71. Il vento spira alle spalle dei velocisti e favorisce il progresso dello junior Matteo Merzi, sceso a 10”87 (+1.2), 15 centesimi di progresso, nella gara vinta da Mario Brigida (10”76, +1.4). Nella parte finale del pomeriggio bella prova dell’azzurro Abdoullah Bamoussa nei 3000 siepi (8’37”67). Al femminile, vittoria di Laura Dalla Montà (10’34”42) sulla junior Laura De Marco (10’40’48”), che ottiene lo standard di partecipazione per i Campionati Europei under 20 di Grosseto.

RISULTATI. UOMINI. 100 (+1.4): 1. Mario Brigida (Atl. Biotekna Marcon) 10”76, 2. Matteo Merzi (Atl. Insieme News Foods) 10”87 (+1.2), 3. Jim Folajin Fonseca (SSV Brixen) 10”92. 400: 1. Agostino Nicosia (Atl. Malignani LIb. Udine) 49”18, 2. Cheick H. Minougou (Atl. Vicentina) 49”65, 3. Miro Buroni (G.A. Aristide Coin Venezia 1949 Venezia) 50”24. 1500: 1. Jacopo De Marchi (Trieste Atletica) 3’55”42, 2. Said Dourmi (Atl. Biotekna Marcon) 3’56”87, 3. Mattia Stival (Atl. Mogliano) 3’57”58. 3000 siepi: 1. Abdoullah Bamoussa (Atl. Brugnera Friulitagli) 8’37”67, 2. Soufiane Elkounia (Athletic Club 96 Alperia) 8’51”92, 3. Matteo Spanu (Atl. Malignani LIb. Udine) 9’05”15. 110 hs (+0.5): 1. Stefano Tedesco (Athletic Club 96 Alperia) 14”50 (+0.5), 2. Marco Massaro (Assindustria Sport Padova) 14”54, 3. Matteo Bonora (Team Treviso) 14”65. Triplo: 1. Simone Biasutti (Trieste Atletica) 14.53 (+1.0), 2. Alessandro Saccon (Ass. Atl. Nevi) 13.52 (+1.3), 3. Luca Tadiello (Atl. Vicentina) 13.25 (+0.8). Disco: 1. Valerio Forgiarini (Assindustria Sport Padova) 53.48, 2. Alberto Chiusole (Lagarina Crus Team) 43.69, 3. Giacomo Bona (Lagarina Crus Team) 40.70. Giavellotto: 1. Mauro Fraresso (Silca Ultralite) 69.21, 2. Massimo Ros (Atl. Brugnera Friulintagli) 64.97, 3. Thomas Fabricci (Fondazione Bentegodi) 61.79. 4×100: 1. Biotekna Marcon (Calderaro, Olivieri, Polo, Brigida) 42”35, 2. Atl. Malignani Lib. Udine (Shtylla, Del Torre, Giovanatto, Rossi) 42”65, 3. Biotekna Marcon (Galletta, De Rosso, Serena, Rossi) 43”48.

DONNE. 100 (+1.5): 1. Elisa Paiero (Atl. Brugnera Friulintagli) 12”18, 2. Martina Favaretto (G.A. Aristide Coin Venezia 1949) 12”26, 3. Moillet Kouakou (Atl. Vicentina) 12”28. 400: 1. Jessica Peterle (Us Quercia Trentingrana) 56”24, 2. Sintayehu Vissa (Gs Valsugana Trentino) 57”10, 3. Chiara Crognaletti (Atl. Malignani Lib. Udine) 57”89. 1500: 1. Valentina Bernasconi (Atl. Mogliano) 4’28”87, 2. Federica Scrinzi (Lagarina Crus Team) 4’32”05, 3. Lia Visentin (Atl. Malignani Lib. Udine) 4’34”12. 3000 siepi: 1. Laura Dalla Montà (Assindustria Sport Padova) 10’34”42, 2. Laura De Marco (Fiamme Oro) 10’40”48, 3. Linda Palumbo (Atl. Clarina Trento) 10’55”22. 100 hs (0.0): 1. Elena Marini (Team Treviso) 14”50, 2. Michela Caon (Team Treviso) 15”05, 3. Alice Lunardon (Fiamme Oro Padova) 15”10 (-0.2). Alto: 1. Rachele Bovo (Atl. Riviera del Brenta) 1.71, 2. Giorgia Niero (Us Quercia Trentingrana) 1.60, 3. Luisa Sinigaglia (Gs Valsugana Trentino), Elisa Petrin (Assindustria Sport Padova), Stefanì Barbiero (Atl. Riviera del Brenta) 1.55. Triplo: 1. Chiara Bertuzzi (G.A. Coin Venezia 1949) 12.17 (+1.7), 2. Camilla Vigato (G.A. Coin Venezia 1949) 12.06 (+0.8), 3. Chiara Pedrini (Gs Valsugana Trentino) 11.94 (+2.2). Peso: 1. Alessia Roman (Atl. Brugnera Friulintagli) 11.84, 2. Micol Scapolo (Lib. Sanp) 11.48, 3. Angela Brandstetter (Atl. Vicentina) 11.04. Martello: 1. Noa Ndimurwanko (Gs Valsugana Trentino) 51.26, 2. Isabella Martinis (Atl. Malignani Lib. Udine) 49.76, 3. Sara Copetti (Atl. Malignani Lib. Udine) 49.03. 4×100: 1. Atl. Brugnera Friulintagli (Paiero, Covassin, Moretti, Paiero) 47”57, 2. Cus Trieste (Sacchi, Grandolfo, Lavrencic, Modesti) 48”08, 3. Team Treviso (Marin, Piazza, Caon, Marini) 48”88.  

I RISULTATI

 

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IL TUTTOLOGO - di Fulvio Maleville

Quando ho iniziato ad allenare risultavo molto dubbioso e perplesso riguardo le competenze di alcuni tecnici che gestivano atleti di specialità molto diverse. Mi sembrava difficile, se non impossibile, che un allenatore potesse gestire atleti di specialità o di settori diversi.

 Nel tempo mi sono reso conto dell’importanza della TRASVERSALITA’ tecnica che le specialità hanno e soprattutto come certe esperienze e sensibilità possano consentire un utilizzo a 360° di valori che caratterizzano le azioni ma soprattutto la gestione se non la programmazione dell’atleta.

 Oggi sono consapevole che si può ancora imparare molto e che l’esperienza gioca un ruolo fondamentale in tutto questo. La visione attuale mi vede quindi posizionato in un ambito più ampio di un tempo e credo si stia commettendo un errore madornale quando si favorisce la specializzazione dei giovani tecnici in un preciso ambito di lavoro.

 Come gli atleti anche gli allenatori moderni tendono infatti alla “Specializzazione precoce” scelta che non fa bene ne a loro e neppure al movimento dell’atletica Italiana.

 E’ quindi il momento di aprire un dibattito riguardo questo aspetto prima che il tutto degeneri e diventi impossibile cambiare la direzione intrapresa. Sarebbe anche interessante individuare gli aspetti di trasversalità che esperienze condotte in ambiti differenti possono portare nella formazione delle nuove generazioni tecniche.° di valori che caratterizzano le azioni ma soprattutto la gestione se non la programmazione dell’atleta.
Oggi sono consapevole che si può ancora imparare molto e che l’esperienza gioca un ruolo fondamentale in tutto questo. La visione attuale mi vede quindi posizionato in un ambito più ampio di un tempo e credo si stia commettendo un errore madornale quando si favorisce la specializzazione dei giovani tecnici in un preciso ambito di lavoro.
Come gli atleti anche gli allenatori moderni tendono infatti alla “Specializzazione precoce” scelta che non fa bene ne a loro e neppure al movimento dell’atletica Italiana.
E’ quindi il momento di aprire un dibattito riguardo questo aspetto prima che il tutto degeneri e diventi impossibile cambiare la direzione intrapresa. Sarebbe anche interessante individuare gli aspetti di trasversalità che esperienze condotte in ambiti differenti possono portare nella formazione delle nuove generazioni tecniche.

 

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