DIARIO TREVIGIANO
A cura di Franco Piol
RITRATTO SI STEFANO GHENDA
Mezzofondo che cresce!
E con lui cresce la voglia di correre
Parlo di lui, di Stefano Ghenda, per farvi capire soprattutto quanto sia faticoso e irto di difficoltà il percorso di un atleta, di tutti gli atleti, beninteso, che vogliano perseverare per serietà, per passione, per coerenza nel perseguire obiettivi che pure richiedono sacrifici e sofferenze dispendiosi: un investimento della/nella propria vita.
Stefano è un esempio (tra i tanti) disegnato apposta per spiegare questa lunga elaborata parabola che, aldilà delle soddisfazioni personali, ci insegna ad amare l’atletica, a lottare pervicacemente per lei, a sentire forte l’urlo dentro di una vittoria desiderata, sofferta, sfiorata e, alla fine, raggiunta per dare risposte certe e edificanti alla propria volontà di crescere e di diventare uomini.
Ho registrato Stefano la prima volta nel 2006, per l’Atletica Mogliano di Faouzi Lahbi. Era un ragazzino di appena tredici anni (Stefano è nato a Treviso il 24 gennaio del 1993); i suoi risultati? Gli stessi di tanti ragazzini che cominciano entusiasti di correre a quell’età e a frequentare la pista: 600m. in 1’33”47 e i 1000m. in 2’47”5 (tempi di ordinaria amministrazione per la categoria ragazzi).Subito arrivano i primi buoni segnali nella categoria cadetti: i 1000m. (ancora lenti) in 2’40”77 ma i 2000m. in 5’59”36, occhio, e la staffetta 3×1000m in 8’17”26. Nel 2008 comincia la miniscalata con 300/300hs senza clamori in 39”8/42”3 ma la strada è il mezzofondo veloce e le sensazioni sono quelle giuste: 600m. in 1’24”8, 1000m in 2’36”76, (all’epoca ai vertici, meglio di lui il compagno di squadra Mekonen Magoga) e i 2000m. in 5’49”8, sesto cadetto di sempre; a conferma arrivano il primato nazionale nella staffetta 3×1000m. in 8’02”38 con Luca Braga e ancora Mekonen e il primato regionale veneto nella staffetta svedese in 2’08”7 con Francis Amon Kouassi, sempre con Luca e Mekonen: una piccola apoteosi!
Durissimo il passaggio di categoria. Da allievo nel 2009, bisogna stringere i denti e, arrancando tra 800/1500/3000m. arrivano risposte non proprio soddisfacenti: 2’01”25/4’09”15/9’19”11 e un mediocre 6’15”40 sui 2000 siepi. Stefano si dà da fare e si migliora nel 2010 significativamente: 2’00”46/3’58”19/8’49”92, poi 6’00”60 sui 2000 siepi dove si laurea campione nazionale, un 2’39”05 sui 1000m. e, per arrotondare, un 59”76 sui 400hs.
La strada si fa sempre più dura ma il percorso giovanile è ancora disinvolto, la fatica sostenibile, risultati e soddisfazioni non mancano. I vertici danno precise indicazioni sulla strada da intraprendere, soprattutto quel 9’22”90 sui 3000siepi a diciotto anni, quasi una vocazione al massacro che lo incorona l’anno seguente del titolo regionale veneto juniores. Il disbrigo delle altre performance è presto riassunto: 800/1500/3000m. nei giusti termini di tempi come 1’54”22/3’51”57: ottavo junior di sempre/8’37”11.
Ora è una promessa che, consapevole di fatiche e sacrifici fa le sue scelte: nei 1500m. a vent’anni, vince il titolo regionale veneto assoluto e ha un primato di 3’49”54; nel frattempo lima il tempo sulle siepi e lo porta a 9’11”90.
La maturità dei suoi ventuno anni dà ancora buoni frutti le e le siepi gli regalano un bel tempone: 9’01”97 (comparato oggi corrisponde al sesto tempo tra i trevigiani di sempre) e, intanto, si assesta bene nelle medie distanze del suo amato travagliato mezzofondo: leggi i gli 800m. in 1’55”65, i 1000m. in 2’29”25, i 1500m. in 3’51”45 e i 2000m. in 5’32”09.
Per svariati motivi di “fuori pista” il 2015 vacilla e, praticamente non ingrana, anche se Stefano, comunque c’è! Si guadagna l’argento nazionale nella staffetta 4×1500m. in 17’08”43 e in squadra con Mattia Stival, Riccardo Donè e Leonardo Bidogia.
E’ come se Stefano dovesse ricominciare quel discorso appena appena interrotto, ma l’atleta è forte, temperato. Non demorde e il 2016 interlocutorio , dai risultati mezzi e mezzi, non scoraggia Stefano che invece nonostante la mediocrità apparente delle gare, si rafforza e prepara così un 2017 strepitoso!
I risultati eclatanti sono sotto gli occhi di tutti e lui sprizza una gioiosa vigoria da tutti i pori. E noi, ed io, gli siamo vicinissimi esultando insieme a lui. Bravo Stefano, che possanza e che grande forza d’animo: un esempio per ora vincente da imitare. I dati recenti? Eccoli comparati:
1000m. 2’25”45 (12° di sempre;
1500m. 3’45”79 (13° di sempre;
3000m. 8’15”32,( 26° di sempre.
Grazie Stefano. Evviva Stefano!
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IN CASA SILCA
Miani campione italiano universitario,
Feletto sesto tra gli allievi;
successi anche nel triathlon
Matteo Miani è campione italiano universitario di salto con l’asta. Per il portacolori di Silca Ultralite Vittorio Veneto, a Catania, per la rassegna dedicata agli studenti degli atenei, con la casacca del Cus Padova, la misura di 4.80.
A Rieti invece sesto posto per Tiziano Feletto ai campionati italiani allievi. In gara nel decathlon, si migliora sensibilmente, sia nel punteggio finale di 5.921 che in diverse discipline. Per lui i parziali di 11”97 nei 100 (PB), 5.98 nel lungo (PB), 9.82 nel peso, 2.01 nell’alto (PB), 53”79 nei 400; 16”87 nei 110 hs (PB); 28.82 nel disco, 3.30 nell’asta (PB eguagliato), 49.11 nel giavellotto e 4’43”14 nei 1500.
Restando nel campo dell’atletica, buone prestazioni per le draghette di Silca Ultralite Vittorio Veneto, Sofia Tonon ed Eleonora Biz, impegnate a Borgoricco (PD) con la rappresentativa trevigiana che ha conquistato il quarto posto nel Trofeo delle Province Trivenete. Per Tonon quinto posto nei 1000 in 3’22”46, per Biz il terzo posto con la staffetta 3×800 che ha fermato il cronometro sul tempo di 7’48”00.
Passando al triathlon, nuovo successo per Filippo Pradella nella specialità con la mountain bike. Nella gara Xgardaman, in programma a Toscolano Maderno, nel bresciano, ha vinto la gara sprint distanza maschile di triathlon cross, ipotecando la convocazione per i prossimi Europei della specialità di fine luglio in Romania, dove, pur essendo Youth B, andrà a difendere il titolo junior (categoria superiore alla sua) conquistato lo scorso anno. Nella gara bresciana Pradella è uscito per secondo dalla frazione di nuoto (750 metri percorsi in 10’02’’) per prendere dopo poco la testa della corsa nella seconda frazione, quella in mountain bike. Il trevigiano ha percorso i 14 km in 29’49’’, alla media di 28.18 km/h. Pradella ha poi controllato nella frazione di 5 km di corsa a piedi, forte del vantaggio accumulato nella sua miglior frazione, arrivando sotto il traguardo dopo 55’18’’ a braccia alzate, distaccando l’immediato inseguitore di oltre 3 minuti.
Nell’aquathlon di Chioggia, tante vittorie e podi per i draghetti biancorossi. Primo posto per la minicucciola, Giulia Zoppas, i gemelli, categoria ragazzi, Eleonora e Fabio Biz, le Youth A e B, Valentina Biz e Arianna Zanusso, seconda l’esordiente Giulia Secchi, terza la ragazza Matilde Dal Mas. Nella top serve, Lucilla Longo e Valentino Kopcha (sesti) e Pietro De Pizzol (settimo).
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A PROPOSITO dello scarso e indelicato rilievo dato al titolo dell’asta dalla Fidal…
Matteo Miani rivendica e chiarisce:
“Ciao Franco… penso che scrivere “peccato fossero solo in 3″ non mi renda molto onore…
Le gare di Catania sono state segnate da molte defezioni data la distanza (i Cus non hanno portato gente, a parte Milano che come al solito aveva lo squadrone). Nella mia gara di asta c’erano comunque i 3 universitari più forti in Italia, ovvero Dentis (5 m di personale), Fontana (4.90 di personale) e io. Gli avversari “difficili” erano comunque loro. Il motivo per cui abbiano reso così poco è dato dal fatto che a Catania erano così disorganizzati che ci abbiamo messo ben TRE ORE per fare una gara con TRE PERSONE. Loro non hanno retto di testa, io invece volevo la medaglia e nonostante l’incompetenza dei giudici, le mille peripezie e un salto ogni 30-40 minuti, sono rimasto freddo e lucido e sono riuscito comunque a saltare.
Ma è stata comunque una gara difficilissima dal punto di vista nervoso. Scritta così sembra che io abbia vinto solo perché non c’era nessuno…
Comunque, altri dettagli della gara: non erano capaci di mettere le asticelle, almeno la metà le abbiamo messe noi atleti… Poi a metà gara ci siamo accorti che le misure erano più basse del normale, infatti avevano misurato 20 cm in più di quello che era. Gara interrotta, ri-misurazione, rifatta la stessa misura, ma questa volta corretta. Poi ogni volta che l’asticella cadeva abbassavano i ritti, mettevano l’asticella, alzavano e rimisuravano. Improponibile.”
Una gara dunque al limite di una crisi di nervi e la maturità e il merito si misurano anche nella capacità, oltre al resto e alla saldezza dei nervi e alla lucidità della testa. Ecco perché Matteo Miani è Campione, che dico, doppiamente Campione Italiano Universitario di salto con l’asta!!!
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