Aprile 13th, 2021

QUATTORDICESIMA STAGIONE -  INDOOR - 2021

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol


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ATLETICA SAN BIAGIO, TAYE DOMINA LA 13^ INTERNATIONAL RACE CARNIA       

 Il 27enne etiope di maglia trevigiana è senza rivali nella mezza maratona di Paluzza e sul traguardo ricorda le vittime degli scontri etnici che stanno devastando il suo Paese 

 

San Biagio di Callalta (Treviso), 13 aprile 2021 Le braccia incrociate sopra la testa e le mani chiuse a pugno a simboleggiare dolore e oppressione.

 

Damte Kuashu Taye ha vinto così la 13^ edizione della International Race Carnia, mezza maratona atipica (480 metri di dislivello) che domenica 11 aprile ha percorso le strade dellAlta Valle del But, con partenza e arrivo a Paluzza (Udine).

 

Il 23enne etiope, tesserato per lAtletica San Biagio, ha fatto gara a sé a partire dal secondo chilometro, fermando il cronometro a 1h1134, tempo di tutto rispetto considerate le caratteristiche della gara che, oltre al cospicuo dislivello, prevedeva lalternanza di tratti di asfalto e sterrato. 

 

Taye ha chiuso la prova in completa solitudine, staccando di 222 il keniano Sammy Kipngetich, e poco prima di tagliare il traguardo ha incrociato le braccia sopra la testa, con le mani chiuse a pugno, per ricordare il dramma degli scontri etnici che stanno infiammando lEtiopia.

 

Da inizio anno, nel mio Paese, sono state uccise 2500 persone, in maggioranza bambini e anziani, di etnia Amhara, la stessa a cui appartengo anchio, e questo mi rende particolarmente triste, ha commentato Taye.      

 

Letiope è un atleta di buon livello: accreditato di un record personale sulla mezza maratona di 1h0352 (Treviso Half Marathon 2016), Taye è arrivato in Italia a gennaio, tesserandosi per lAtletica San Biagio. Ha ottenuto ottimi piazzamenti nelle campestri regionali dinizio anno e ora, con larrivo della primavera, ha iniziato a correre su strada. 

 

Alla International Race Carnia ha ottenuto un successo di prestigio: una vittoria che vale doppio, perché gli ha consentito di accendere i riflettori sul dramma che sta vivendo il suo popolo. Taye tornerà in gara domenica 18 aprile a Treviso, questa volta in pista, per partecipare ai 10.000 metri del 18° Atletica Triveneta Meeting.

 

Nella foto: Damte Kuashu Taye al traguardo della 13^ International Race Carnia (credito obbligatorio: Alberto Cella).    

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Si chiude il Trail del Patriarca, sotto la pioggia trionfa lo sloveno Zepic, Guidolin leader al femminile. Campagna: “500 partecipanti un gran risultato”

 

Lo sport, e il trail in particolare, può ripartire. Oltre 500 atleti (su 700 iscritti) hanno partecipato, in mattinata, alla nona edizione del Trail del Patriarca, andato in scena a Villa di di Villa, frazione del Comune di Cordignano, con organizzazione della Scuola di Maratona Vittorio Veneto e della Pro Belvedere.

Una sfida, complicata dalle cattive condizioni meteorologiche, che ha coinvolto appassionati provenienti da tutto il Triveneto, e non solo, e che alla fine ha visto vincitori lo sloveno Zan Zepic e, al femminile, la triestina Nicol Guidolin.

Si è corso sotto la pioggia, applicando un rigido protocollo anti-Covid (partenza per gruppi di venti atleti distanziati di 30 secondi e mascherina indossata per i primi 500 metri di gara).

Il tracciato è stato accorciato alla vigilia (da 25 a 23,5 chilometri, mantenendo invariato il dislivello positivo di 1400 metri), dopo che gli organizzatori hanno ricevuto il divieto di entrare nel territorio comunale di Caneva, ancora inserito in zona rossa.

Zan Zepic, 23enne sloveno dell’Ad Olimpik, ha chiuso in 1h52’37”, staccando di 37” Alessio Camilli (Karpos), ex biker di Piave di Soligo, protagonista di una bella prova in rimonta che l’ha portato quasi a raggiungere il battistrada. 

Il trevigiano, già vincitore del Trail del Patriarca nel 2018 e quarto nel 2019, ci ha provato sino alla fine: “Ho scollinato con un ritardo di un paio di minuti da Zepic, sapevo di poter andare in forte in discesa: ho recuperato qualche posizione, ma il distacco era troppo ampio. Ora punto alla Duerocche”.

Bronzo per Michele Meridio (Faizanè Runners Team), arrivato a quasi tre minuti dal vincitore 1h55’29”. Prova senza storia al femminile, dove si è imposta Nicol Guidolin (Tornado), arrivata al traguardo in 2h16’55”.

La 38enne triestina, anche una valida ciclista fuoristrada, ha fatto gara solitaria sin dall’avvio e, sul traguardo, il suo vantaggio sulla seconda classificata, Giulia Pol (Asd Black Warriors), ha superato gli otto minuti. Terza Valentina Michielli (WLF TeamSport, 2h28’49”).

“Cinquecento partecipanti sono un gran risultato. – afferma l’assessore allo sport di Cordignano, Roberto Campagna – La pioggia ha reso ancora più gravoso l’impegno organizzativo della Scuola di Maratona e della Pro Belvedere, ma tutto è andato per il meglio. Chi fa sport è abituato a seguire le regole e anche dal punto di vista del protocollo anti-Covid non ci sono stati problemi. Speriamo sia di buon auspicio per una più ampia ripresa delle attività sportive”.

All’evento oltre al sindaco Alessandro Biz e al presidente della Pro Belvedere Edoardo Benetti, presente anche il presidente della Scuola di Maratona, Ivan Cao: “Abbiamo dimostrato che si può fare sport in sicurezza. E’ stata una bella ripartenza. – commenta Cao – Speriamo che il nostro sia solo il primo di una lunga serie di trail previsti nei prossimi mesi. Abbiamo dato un messaggio positivo anche agli altri organizzatori: correre si può”.

Il percorso del 9° Trail del Patriarca si è sviluppato tra sentieri e strade sterrate nella zona pedemontana trevigiana, sino ad addentrarsi nelle suggestive faggete del Cansiglio. I partecipanti sono anche transitati per il Parco dei Carbonai, uno dei sette parchi tematici dell’Altamarca Trevigiana.

Punto più alto del percorso, i 1150 metri del Col Oliver. Da lì, già oltre metà gara, la corsa ha cominciato a scendere verso la pianura, offrendo un ultimo passaggio panoramico al Col Castelir, dove gli atleti sono passati accanto ai ruderi del Castelat – un’antica fortificazione – di Villa di Villa. Uno spettacolo oggi complicato da pioggia e fango, ma sempre entusiasmante.  

 

 

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