Luglio 10th, 2009

Diario trevigiano

a cura di Franco Piol 

Eletti gli atleti del mese di giugno

ALESSANDRO MARCON e

GIULIA ALESSANDRA VIOLA

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Lotta serratissima fino all’ultimo giorno per Alessandro Marcon e Manuel Cargnelli, poi ieri fino alla mezzanote un piccolo mezzo plebiscito per Alessandro arrivato così primo, davanti a Manuel, a Nicola Tronca, a Luca Braga, a Mirko Turri, a Loris Barbazza e Marco Salvador.

Tra le donne , mai messa in discussione la leadership di Giulia Alessandra Viola, arrivata prima, davanti a Michela Zanatta, a Laura Strati, a Giulia Chinellato e a Beatrice Mazzer.

Hanno votato in 71, nel rispetto delle poche regole imposte, non moltissimi , più di maggio, ma in numero autorevole e sostenibile per sigillare la stima e la grande simpatia per gli atleti eletti vincenti e no! 

ALESSANDRO MARCON:

110hs 14”72 – 400hs  54”25 – 400m 51”16

GIULIA A. VIOLA:

800m. 2’12”37 – 1500m 4’21”87 – 3000m 9’30”12

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Martina Bellio può sognare.

C’è posto anche per lei tra le speranze

mondiali del salto triplo

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Martina Bellio può sognare. C’è posto anche per lei tra le speranze mondiali del salto triplo. La diciassettenne di Biancade ha centrato la finale nella rassegna iridata under 18, iniziata ieri a Bressanone.
      Per entrare fra le migliori 12 della rassegna, la Bellio ha dovuto superare sé stessa, rendendosi protagonista di una qualificazione thrilling.
      Due nulli l’hanno spinta sull’orlo dell’eliminazione, ma al terzo ed ultimo tentativo, con una prova di carattere non nuova nelle occasioni che contano, l’allieva di Piero Dall’Acqua, arrivata al salto triplo da appena due stagioni, dopo aver praticato la ginnastica artistica, è atterrata a 12.55
, primato personale migliorato di 10 centimetri e ultima misura utile per accedere alla finale.
      Un po’ di fortuna non è guastata: con la classifica appesantita dai nulli, la Bellio ha salvato la dodicesima piazza per due soli centimetri. Ora, però, può guardare con serenità alla finale di domani. La gara sembra all’insegna dell’incertezza: c’è la speranza che, toltosi il peso della qualificazione, Martina possa volare ancora più lontano.

      Niente da fare invece per Luca Braga
, subito eliminato negli 800. Dopo un passaggio lento (58”31), il moglianese ha chiuso in 1’56”32, terzo nella sua batteria e 34° in assoluto. La qualificazione, tutto sommato non impossibile, era a 1’54”61.
     .
      Ieri, intanto, è definitivamente tramontato il sogno azzurro di Antonio Fent, rimasto fuori dai convocati per gli Europei under 23 di Kaunas. Il giavellottista montebellunese era in possesso del minimo Eaa (70.00), ma non di quello, più severo, richiesto dalla Fidal (71.50). A Kaunas, nella pedana del giavellotto, ci saranno Gottardo e Sabbio.
   

Niente da fare per Beatrice e Leonardo,

ma sono così tanto giovani…

 AFRICANI, UN ALTRO PIANETA - Le batterie dei 3000 maschili offrono un contesto agonistico di estrema difficoltà per i nostri due portacolori, Leonardo Bidogia e Miki Campanella. Il veneto parte nella prima batteria, quindi senza neanche il conforto tattico di eventuali tempi di ripescaggio (sono 6, oltre alla qualificazione diretta dei primi tre). Anche i concorrenti più attrezzati pensano che non sia il caso di dare ulteriori vantaggi a chi verrà dopo: 2′44″62 il primo passaggio di un gruppetto di sei atleti, tirato dal kazako Arzamassov. Mentre Leonardo rimane agganciato a circa 30 metri con gli immediati inseguitori. Poi entrano in scena gli africani: l’ugandese Soyekwo segna il secondo passaggio con 5′33″18 e il gruppo si sgrana, con l’etiope Feyisa battistrada. Bidogia continua coraggiosamente a crederci: ma il suo passo non è quello dei giorni migliori. Penultimo giro sul piede di 1′15″, a testimonianza di una certa difficoltà: passa alla campana in 7′38″ e termina un po’ affaticato al 9* posto in 8′49″90.
Copione ancor più impegnativo per Miki Campanella: il romano soffre il ritmo dei migliori già in avvio, benchè il passaggio al chilometro sia un po’ più lento rispetto al precedente (2′50″40, con l’azzurro attardato di circa 30 metri). La parte centrale offre lo strappo irresistibile del kenyano Koech e del burundiano Niyukuri: parziale di 2′37″96 e un saldo di 5′28″36 al 2° chilometro. Campanella rimane da solo nelle retrovie e chiude al passo sopra i 9 minuti.

CHE SOFFERENZA - Le batterie degli 800 femminili ripropongono un sofferto copione anche per le nostre due ragazze: Irene Baldessari, per la verità, riesce a difendersi con una certa attitudine tattica. La trentina sfiora il suo personale con 2′12″46 (un tempo che resiste in zona-ripescaggio fino alla 5^ batteria), mentre Beatrice Mazzer viene del tutto travolta dai ritmi imposti dall’etiope Bogale e dalla cubana Almanza già in avvio (29″50 ai 200, 60″32 alla campana): la giovane veneta prova a resistere, ma poi rimane senza risorse già ai 500 metri e dalla curva in poi è solo pura sofferenza.

 Raul Leoni