Luglio 28th, 2009

Diario trevigiano

a cura di Franco Piol 

Ancora da Majano Diego Avon 9’28”62 sui 3000 siepi

e Matteo Redolfi sui 3000m. su Marco Citron.

  A risultati completi, vedi sul sito della Fidal Friuli-Venezia Giulia, scopri il buon risultato di Diego Avon , quest’anno davvero in vena, secondo sui 3000m. siepi, ulteriormente miglioratosi fino a 9’28”62, come pure, in stato di grazia eccellente, Matteo Redolfi che è andato addirittura a vincere sui 3000m. in 9’07”78, davanti al giovane junior Marco Citron in 9’17”15.Nel giavellotto da 700 grammi ancora sopra i quaranta metri Marco Sarcognato, con 40,07.  

Rassegna Stampa: Gazzettino

  

Laura Strati

ai piedi del podio continentale

  

Novi Sad
     
Laura Strati ai piedi del podio continentale. La diciannovenne della Industriali Conegliano è giunta quarta, con la 4×100, ai campionati europei juniores, che si sono conclusi ieri a Novi Sad, in Serbia.
      Lanciate dalla Strati, schierata in prima frazione, le azzurre hanno corso in 45”92, mancando il bronzo, andato all’Olanda, per appena quattro centesimi.
      Il quarto posto ha un sapore agrodolce. Nella qualificazione mattutina, Strati e compagne avevano fermato il cronometro a 45”49, secondo miglior tempo alle spalle della Germania, e, vista anche la contemporanea squalifica di francesi e britanniche, il podio sembrava un risultato alla portata.
      Per la Strati, che, prima di essere selezionata per la staffetta, aveva vanamente inseguito il minimo di qualificazione continentale nelle gare individuali (100 e lungo), mancandolo in entrambi i casi per un soffio, quella di Novi Sad resterà comunque un’esperienza importante. Così come, in precedenza, era stato per la bravissima
Giulia Alessandra Viola, ottava nei 3000, e per Manuel Cargnelli, fermatosi in batteria nei 400 ostacoli.
      Calato il sipario sugli Europei juniores e in attesa degli Assoluti individuali di Milano del prossimo fine settimana, l’atletica inizia ora la marcia di avvicinamento ai Mondiali di Berlino (15-23 agosto), dove la Marca, con ogni probabilità, non avrà alcun rappresentante.
      La scorsa settimana, intanto, altre due trevigiane sono state impegnate, in maglia azzurra, su un palcoscenico internazionale. Reduci dai Mondiali under 18 di Bressanone,
Martina Bellio e Beatrice Mazzer hanno partecipato, senza brillare eccessivamente, alla 10^ edizione del Festival Olimpico della Gioventù Europea, andato in scena a Tampere, in Finlandia (49 nazioni in gara su un programma di nove discipline).
      La Bellio, dopo la gioia della finale iridata, non è andata oltre la prova di qualificazione nel triplo, fermandosi a 12.11, a quattro centimetri dalla misura necessaria per il lasciapassare.
      Identica sorte per la Mazzer. La mezzofondista dell’Atletica Mogliano ha corso gli 800 in 2’14”61, tempo insufficiente per accedere alla finale (15^ in classifica generale).
      A proposito di under 18: da segnalare i progressi cronometrici di un’altra promessa moglianese reduce dai Mondiali di Bressanone.
Luca Braga ha realizzato il nuovo personale negli 800, correndo al meeting di Pergine, in Trentino, in 1’54”16, due centesimi meglio del tempo che a metà giugno, sulla pista di casa, gli aveva fruttato il “pass” per Bressanone.

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Novi Sad, il bilancio degli azzurri

  Una formazione senza fenomeni, senza grandi stelle, eppure espressione di un movimento: la sensazione che si è avuta nel corso di questi Europei juniores di Novi Sad è soprattutto quella della compattezza. Anche gli osservatori stranieri hanno avuto la stessa impressione, tanto da presentare le congratulazioni: “Italia, OK!”. Solo i monocoli con vista sul medagliere potrebbero arricciare il naso: nessun titolo, “solo” un argento e tre bronzi. Bottino che a prima vista sembrerebbe segnare un passo indietro anche rispetto a Hengelo 2007, dove in aggiunta s’era registrato l’oro di Mario Scapini. Ma poi vai un po’ più in profondità e scopri ben 5 finalisti “veri” in più (da 13 a 18), una classifica a punti lusinghiera - che vale il 5° posto, alle spalle unicamente dei colossi continentali (Germania, Russia, Gran Bretagna e Polonia) - e uno score di 73 che costituisce un notevole passo avanti rispetto ai 56 punti accumulati in Olanda due anni fa. D’accordo, le medaglie fanno più scena: ma quattro metalli sono sempre un bel risultato, se si considera che il nostro 19° posto nel medagliere “classico” diventa il 10° se rapportato al dato numerico complessivo e che la corazzata francese - pur con l’oro del mostruoso Lemaitre - torna a casa con due podi in totale e una montagna di controprestazioni.
E, d’accordo, il trio Germania-Russia-Gran Bretagna è sempre più padrone della situazione: tuttavia, alle spalle dei giganti, gli azzurri fanno la loro figura. Se ha destato sensazione la campagna acquisti dell’Azerbaijan - a parte Guliyev, il medagliere dell’ex repubblica sovietica è lievitato come non mai grazie ai mezzofondisti etiopi reclutati in questa stagione - non sempre le medaglie raccontano tutta la verità: ad esempio la Spagna ha dato la netta impressione, non solo a noi, di un movimento in regresso rispetto al recente passato. Certo, poi vedi che salva la faccia con i tre ori dei suoi mezzofondisti: ma resta il fatto che il resto del potenziale è frammentario, anche quando si presentava con nettissimi favoriti nei concorsi, come il martellista Cienfuegos (solo bronzo il primatista del mondo di categoria) o il lunghista Caceres (fuori-condizione-ed-estromesso-dal-podio).
L’autentica sorpresa positiva è costituita forse dalla Turchia, tre argenti ed un bronzo e una discreta presenza nelle finali (otto in totale), che ben si sposa con la rappresentativa insolitamente numerosa, forte di una trentina di unità.
Ritornando a guardare in casa nostra, tralasciando le medaglie ampiamente trattate in cronaca, i motivi di soddisfazione ci sono: due record nazionali - per merito del giavellottista Tamberi e della siepista Roffino - ma anche un discreto numero di primati personali, diversi stagionali (ad esempio dei marciatori) e prestazioni generalmente in linea con quello che si richiedeva nell’occasione. Forse va denunciata una certa inconsistenza nei lanci, questo sì, a parte il citato Tamberi: con l’aggravante della totale assenza femminile. Ma se Eduardo Albertazzi non avesse incontrato una giornataccia nelle qualificazioni del disco, tutto sommato non ci sarebbe stato neanche-da-lamentarsi.
Altro dato preoccupante, l’impalpabile incidenza del mezzofondo maschile: che, associata al comportamento dei colleghi più giovani a Bressanone - lì sì presenti in massa, ma con scarsa incisività - richiede una qual certa riflessione.
Tra gli elementi più positivi, il pieno recupero fisico e agonistico di un talento come Elena Vallortigara: la veneta è tornata ai livelli d’eccellenza di due anni fa e solo uno straordinario exploit della giovanissima montenegrina Vukovic (allieva salita da 1.82 a 1.89 nel corso della finale) ha impedito all’azzurra di provare ancora la volta la gioia di un podio internazionale.
E poi la bella prestazione complessiva del settore velocità: tre staffette in finale, un bronzo storico con la 4×400 maschile e due quarti posti dei quartetti veloci che possono anche lasciare un po’ d’amaro in bocca (occasione persa soprattutto dalle ragazze, vista la squalifica in batteria di Francia e Gran Bretagna). Ma soprattutto la piena consacrazione del talento di Marani, la conferma di Rosichini e Basciani - oltre che di Valentina Zappa - e l’autentica rivelazione del settore a livello europeo, Delmas Obou. Non dimentichiamoci che due anni fa Giuseppe Aita agguantò nei 100 un bronzo al quale poi non ha dato sostanziale seguito: barattiamo volentieri quel podio isolato dell’atleta salernitano con la freschezza di questo gruppo emergente.
Nessuna medaglia dai salti, ma un riscontro collettivo di prim’ordine: almeno un finalista in ognuna delle quattro specialità maschili e, tra le donne, la “nuova” Vallortigara, che ha ancora un anno da spendere nella categoria.

Il prossimo anno si andrà a Moncton, New Brunswick, sulla costa atlantica canadese: sarà un contesto decisamente più complicato, in sede mondiale. Dei 52 elementi presenti qui, quasi la metà - 23 - potrebbero ripetere l’esperienza: tanti sono gli azzurri della classe ‘91, al primo anno di categoria. Quanto agli Europei, se ne parlerà tra due anni, a Tallinn (Estonia).

Raul Leoni

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La magica Pergine di Marco Togni

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Stadio di giorno.

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Serena Mariotto                           Jacopo Lahbi                                Giulia Carniato 

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Caterina Fornasier, n.174

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Elisa Trevisan                        

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                                          Jacques Riparelli   

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Stadio di notte

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Marco Togni

Foto di Marco Togni - www.marcotogni.it