DIARIO TREVIGIANO
A cura di Franco Piol
Gobbo e Zanatta sugli scudi!
Domenica 30 ottobre 2011 si è corsa,a Carpenedolo la 4^ edizione della Maratonina Basso Garda, organizzata dall’Atletica Carpenedolo, con partenza alle ore 9.30 presso il campo sportivo Mundial 82 in via Verga a Carpenedolo (Brescia). Circuito unico di 21,097 km che attraversa le località di Carpendolo, Novagli e Montichiari.
Il tempo massimo di percorrenza era stato fissato in tre ore.
800 gli atleti allo start.
Ricevo da Martina Moretton e volentieri pubblico
I magnifici 4 master della pausa pranzo hanno partecipato alla 4^ Maratonina del Basso Garda il 30 ottobre 2011 facendo onore all’atletica trevigiana.
Sono chiamati “atleti della pausa pranzo” perché si allenano esclusivamente durante le 2 ore a mezzogiorno.
Flavio Olto, 22° assoluto, sempre in gran forma, vincitore della sua categoria MM45 con la meraviglia di 1h12’31”. A seguirlo, Moretton Moreno, (77°), reduce di infortunio al tallone e al tendine, si è rimesso in gioco alla 24ore a Belluno e porta a termine anche questa gara con il tempo di 1h19’25”.
Sempre per questa categoria anche Citron Daris (93°) con 1h20’28” rientra nei primi 11 MM45. Munerotto Christian, 42°, MM35, in questa gara fa il suo personale nella distanza di 21km in 1h16’34”.
Si sono posizionati bene anche i 2 assoluti trevigiani: Simone Gobbo nono con 1h08’36” e Paolo Zanatta tredicesimo con 1h10’21”.
…E NELLA MARATONINA DELLA PACE – LA LAGARINA
Ottavo Giancarlo Simion
Proprio così, nella maratonina della Pace “La Lagarina” del 30 ottobre scorso, il nostro Giancarlo Simion è giunto ottavo con il tempo di 1h 08. 57.
NELLA QUARTA CORSA DEI SANTI
E vai, Christian Cenedese! 27°…
Uno guarda, così, per puro caso…Bella la la Corsa dei Santi, dalle parti mie, (romane), molto reclamizzata mediaticamente. E, toh, scorro la classifica finale e becco in flagrante il mio amico Christian Cenedese, per l’Atletica Mareno, praticamente tra i primi (con tutti quei nomi impronunciabili…), ventisettesimo assoluto in 36’29” (terzo tra i master M35, benedetto ragazzone!).
C’erano pure Francesco Piccin, classe 1970 della Silca Ultralite, coneglianese mezzofondista, rivale-partner di Gian Paolo Papes dei primissimi anni novanta, giunto 94° in 39’50” e, ancora, Doriano Cenedese, nono tra i master M60. Beh, mi è andata bene!
Da AtleticaNet
L’atletica in Italia è solo per i baby fenomeni
Articolo pubblicato da: Andycop - il: 01/11/2011 alle 09:21
Mi è stato girato nei giorni scorsi un file della Fidal Veneto relativo alle “prestazioni valide per l’attività territoriale 2012“. Le trovate a questo link. Ammetto che mi sono sbattuto per trovare una definizione per “attività tecnica territoriale” per comprendere chi fossero gli eletti e quale fosse il loro destino. Non l’ho trovata, quindi mi sono affidato con beneficio di inventario, ai relata, ovvero a quello che mi si è detto, cioè che quelli sono i limiti per diventare “papabili” per i raduni e altre amenità simili. Rimborsi? Non lo so. Se così fosse c’è da chiedersi quale possa essere la politica di gestione dei giovani in Italia.
Ovvero, in controtendenza con le dinamiche in atto, in Italia non si bada al numero, ma alla qualità spinta oltre ogni immaginazione. Facciamo qualche esempio. Prendiamo il 9″14 sugli 80 tra i cadetti per entrare in questa sorta di gotha nazionale. Nel 2011 solo 5 atleti in Italia ci sono riusciti. Un tempo inferiore ai 35″64 sui 300 è stato ottenuto da un solo atleta in tutto il Paese. Se volete andiamo avanti così fino all’ultima specialità, ma rimarremmo sempre sulle stesse posizioni: la filosofia imperante non è cambiata e pochi sono gli eletti. Sfruttamento dei giovani talenti, che solo per entrare a far parte di questi raduni, devono essere dei baby-fenomeni, facendo una cernita pericolosissima e controproducente. Invece di ampliare la base statistica sulla quale coltivare i campioni di domani (ci sono studi che sostengono come i campioni dei più svariati sport, non siano stati i primi nelle categorie giovanili, ma quelli immediatamente dopo…), la si restringe ulteriormente.
Cosa può succedere? Bè, che entrare nel ristretto lotto dei raduni già da giovanissimi, reso di fatto elitario, possa portare a processi di abbandono o, di contro, di super sfruttamento. Poi nel contesto non professionalizzato dei tecnici, si sa: alcuni darebbero il giusto peso alle cose, altri no. E sì che dopo gli italiani assoluti di Torino, si pensava si fossero capite le reali esigenze dell’atletica italiana odierna: allargare la base, optando su scelte più oculate sin da giovani, e non certo ridurre l’imbuto delle opportunità