Maggio 11th, 2012

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

 

 

 

Da “La Tribuna di Treviso”

La discesa: dalla teoria

ai “segreti” di Lucio Fregona

 

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Quante volte ce lo siamo sentiti ripetere: bisogna allenare la discesa! Sì, va bene: ma come prepararla questa benedetta discesa?

A chiederlo anche a qualche atleta di prima fascia, diverse sarebbero certamente le risposte, anche perché sul tema molto meno si è sinora apertamente discusso rispetto a quanto non sia invece accaduto per quanto concerne la sua antitesi, ovvero la salita. Se lapalissiano appare – si diceva nelle scorse settimane – che per correre in montagna occorra di tanto in tanto almeno cimentarsi con l’ascesa, molto meno scontato lo è per quanto riguarda la discesa. In primis, per scelta tecnica, dal momento che la corsa in montagna, ma anche specialità affini, prevedano ad esempio prove di sola salita, alle quali alcuni atleti, ma anche intere scuole nazionali, si dedicano in modo esclusivo. Arrivando in alcuni casi anche a disconoscere o a proporre l’abolizione delle prove di segno inverso, quelle che al salire pure abbinano il ridiscendere. Il tema, d’altro canto, pure attiene all’essenza stessa del muoversi in montagna e dal nostro punto di vista, bello certo correre in sola salita, ma non di meno farlo laddove si intercetti anche la discesa. Sottolineando magari anche il fatto che proprio questo tratto di gara si trasformi spesso in quel surplus di spettacolarità che unica renda la disciplina.

Con i giovani - Il  muoversi scendendo di corsa sui sentieri a noi pare esercitazione più utile che dannosa. Magari qualcuno storcerà il naso, ma se proposta nei giusti termini e inserita nell’ambito di allenamento più completo, la corsa in discesa rientra in un bagaglio tecnico multilaterale che potrà risultare utile anche a giovani atleti che intraprendano poi strade assai lontane dalla corsa in montagna. “Vuoi mettere – ci diceva una delle massime interpreti dei lanci che l’atletica italiana abbia mai conosciuto – quanto più utile sia sotto il profilo propriocettivo per un ragazzo correre su e giù per i sentieri rispetto ad esempio ad una semplice corsa su strada?” Difficile non darle ragione…Certo muoversi in montagna da piccoli è un po’ come salire presto in bicicletta: chi quelle capacità metabolizza durante la sua crescita qualche vantaggio sempre lo avrà rispetto agli altri. Ma come comportasi invece con chi alla montagna si avvicini più tardi? Fatta salva l’inventiva di ciascuno, su di un paio di indicazioni ci permettiamo di porre il nostro accento. Nella fase di apprendimento, insistere sul gesto tecnico ancor più che sulla velocità di esecuzione, giocando anche sull’aspetto ludico della discesa. Poi, inserire il tutto in allenamenti più completi, laddove la priorità sia rappresentata da un più generale abituarsi a correre adattandosi ai cambiamenti di pendenze e superficie. Utile non solo in questo senso, qualche circuito ricco di saliscendi di tecnicità via via crescente, da affrontare ora a ritmo costante, ora con qualche variazione di ritmo.

“I can walk…”: così rispose Jonathan Wyatt la prima volta che venne a visionare il percorso della “Stellina” di Susa quando gli venne chiesto se gli servisse qualcuno che lo attendesse al termine dei 1500 metri di dislivello in salita per riportarlo in auto a valle. Che Jonathan sarebbe poi diventato un’amante della discesa, di certo non lo si può dire, ma a rileggerla ora quell’affermazione pure lei un poco attiene ad un’esigenza comune del corridore di montagna: ovvero l’abituarsi ad affrontare la discesa, magari anche solo per buoni tratti a ritmo lento. Concentrando di tanto in tanto le proprie attenzioni più sui benefici indotti da questa esercitazione, dallo stare sulle gambe in discesa, che non sui disagi che il tratto di discesa possa eventualmente comportare sull’allenamento dei giorni successivi.

Il fartlek collinare – a noi pare una delle esercitazioni migliori anche nell’ottica di allenare la discesa. Variando ritmo secondo un tempo prestabilito, diventa inevitabile che non si possa stabilire a priori dove si debba correre forte e dove invece più piano. E dunque forte, almeno al ritmo di gara, si dovrà correre anche in qualche tratto di discesa. Utile anche perché allenare la discesa vuole anche e soprattutto dire inserirla al meglio nel contesto di gara, laddove è importante più che il singolo tratto di discesa la sua gestione nell’economia del percorso, tanto più se costituito da più salite e altrettante discese.

Ripetute in discesa? – L’interrogativo finale già dice qualcosa. In tutta sincerità, non è questa esercitazione che siamo soliti suggerire o inserire nei programmi di allenamento, preferendole di gran lunga i fartlek collinari di cui sopra o circuiti  - vi ricordate l’allenamento a triangolo? – in cui pure siano compresi tratti di discesa. Il motivo? Soprattutto il fatto che questo altro tipo di scelta ci permetta nel contempo di effettuare allenamento molto più proficuo sotto il piano aerobico, senza peraltro sacrificare l’impegno muscolare, prevalentemente eccentrico, derivante dalla discesa.

Detta la nostra, perché non ascoltare però il parere di chi proprio in discesa ha costruito i suoi successi più belli, tanto da essere, nei suoi anni d’oro, considerato il vero e proprio numero uno al mondo del “segno meno” sui tracciati di corsa in montagna. Lui, Lucio Fregona, come la preparava la discesa? Nel palmares del forestale trevigiano moltissimi titoli italiani: individuali, a staffetta, di gran fondo. Non meno numerosi titoli mondiali ed europei a squadre, ma soprattutto la perla di quell’oro individuale nella Coppa del Mondo di Edimburgo 1995.

Che Fregona al tempo si allenasse anche in modo un poco sui generis era fatto risaputo. A riscoprire a distanza alcuni aspetti del suo piano di allenamento, gli spunti di interesse di certo non mancano…

Allora Lucio puoi svelarci i segreti del tuo essere così veloce in discesa?

Sicuramente l’essere abile in discesa rappresenta una dote “innata” nel corridore, così come coloro che sono particolarmente portati per la salita. Questa abilità può però essere allenata per cercare di migliorare. Nella mia carriera ho visto corridori che agli inizi avevano grossi problemi nei tratti di discesa, andare poi incontro a grandi miglioramenti: penso, ad esempio, a Galdino Pilot, Antonio Molinari o Marco Gaiardo.

Come ti allenavi per la discesa: la leggenda racconta di tue  performance incredibili…

Diciamo che il mio metodo di allenamento era “particolare”. Non ho mai svolto delle vere e proprie ripetute in discesa: più che altro, all’interno dei miei percorsi di allenamento usuali e collinari mi piaceva inserire dei tratti veloci di discesa. Di tanto in tanto mi misuravo con il cronometro per vedere se riuscivo a battere i miei record e ciò mi divertiva, un po’ come una sorta di sfida con me stesso.

Qualche esempio?

Ricordo che un tratto misurato su asfalto di 3km con 250 metri di dislivello negativo riuscii a percorrerlo in 7’29″, oppure nel “mio” mille a tutta – ora rimisurato con orologi satellitari in 980 metri… – stabilii un tempo record di 2’07″! Oppure su un altro mille in leggera discesa, tutto da spingere, corsi un 2’22″. Il fine di correre dei tratti così veloci, era comunque quello di essere in grado di “far girare” le gambe a queste velocità, riuscire a provare delle sensazioni che poi si ripetevano in gara: velocità che correndo in piano sarebbe stato impossibile raggiungere.

Cosa ci puoi dire dei tuoi esercizi propedeutici alla discesa?

Anche qui, ho sempre fatto qualcosa di “alternativo” rispetto ai soliti canoni di allenamento – ottenendo però risultati altrettanto eccellenti, potremmo aggiungere noi… –  Un esempio è la corsa su gradini, sia in salita che in discesa. Fatti uno alla volta per migliorare l’agilità e i riflessi, mi capitava di ripeterli di seguito, in salita e discesa (durata circa 30″) fino ad un totale di 20′.  Altro mezzo allenante da me ampiamente sfruttato sono stati i saltelli con la funicella: decine di minuti di balzelli senza interruzione. Ma se volete potrei anche raccontarvi dei record di palleggi consecutivi…

Le uniche ripetute che di tanto in tanto svolgevo in discesa erano su un sentiero molto tecnico di 300 metri. Le alternavo con una ripetuta in salita sullo stesso tracciato (circa 1’15″), recuperando 1’30″ da fermo tra una e l’altra. La discesa veloce solitamente era corsa 30″ più veloce, ovvero in circa 45″…

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Di corsa sotto le stelle con

la Moonlight Half Marathon

 

A pochi giorni dal via della seconda edizione della Moonlight Half Marathon in programma sabato 12 maggio (ore 19.45) da Cavallino Treporti a Jesolo e a poche ore dalla chiusura ufficiale delle iscrizioni, in casa Venicemarahon cresce l’entusiasmo per gli importanti numeri che la nuova mezza maratona internazionale (lo scorso anno il debutto) anche quest’anno sta facendo registrare.

“Anche se dobbiamo attendere questa sera per la chiusura ufficiale delle iscrizioni – spiega il Presidente del Venicemarathon Club Piero Rosa Salva – non possiamo nascondere la nostra soddisfazione nell’apprendere che la partecipazione alla Moonlight Half Marathon sarà anche quest’anno di successo. Non abbiamo risentito della crisi di cui hanno sofferto alcune corse su strada, ma al contrario possiamo affermare che questa manifestazione si sta rafforzando e occupa già un posto di prestigio nel panorama internazionale delle mezze maratone. Un altro dato molto importante che emerge dalle proiezioni delle iscrizioni – continua sempre Rosa Salva - è la presenza di molti atleti stranieri, a testimonianza che l’offerta sportiva abbinata al turismo rappresenta una formula vincente. In questi mesi abbiamo sentito forte entusiasmo da parte degli operatori turistici del territorio e questa è la risposta più concreta che potevamo dare a loro”.

Con questo importante evento legato all’atletica – commenta il Sindaco di Jesolo Francesco Calzavara - Jesolo si conferma a pieno titolo capitale dello sport capace di attrarre non solo più di 3mila appassionati della corsa ma anche top runners che si sfideranno lungo un suggestivo percorso, che collega Cavallino Treporti a Jesolo, per conquistare il podio in piazza Mazzini. Quest’anno celebriamo la seconda edizione della Moonlight Half Marathon: un progetto costruito a quattro mani con Venicemarathon Club esperti organizzatori che hanno saputo dare nuova linfa alla corsa fidelizzando per questo appuntamento 3500 runners, non solo italiani ma anche provenienti da tutta Europa. Un segnale importante per una città che in questi ultimi dieci anni ha cercato di dare ampio spazio a tutte le discipline sportive, coronando il corollario di eventi legati all’Atletica con il Campionato Italiano Cadetti organizzato a Jesolo e per il quale abbiamo ricevuto i complimenti dalla Fidal. Lo sport è quindi parte integrante della nostra cultura, per cui l’augurio che faccio è che questa festa sportiva continui a scegliere la nostra località anche per le prossime edizioni continuando a regalarci delle splendide emozioni. Un caloroso in bocca al lupo a tutti gli atleti”.

“Sono felice che questa manifestazione così importante e coerente con la nostra attività amministrativa - dichiara il Sindaco di Cavallino Treporti Claudio Orazio - ritorni sul territorio. Ringrazio gli organizzatori che ci stanno aiutando con un prodotto di qualità e di rilevante significato promozionale, nella convinzione che un’ iniziativa di tal genere si adatta in maniera straordinaria alle caratteristiche ambientali del nostro territorio e ne esalta le potenzialità. Correre al tramonto di fianco al canale lagunare è sicuramente uno dei modi migliori per apprezzare le bellezze di Cavallino Treporti e un biglietto straordinario per invitare ospiti da tutto il modo a visitarci”.

Con partenza all’imbrunire (ore 19.45) da Lungomare San Felice di Cavallino Treporti e arrivo in Piazza Mazzini a Jesolo, il veloce e spettacolare percorso costeggerà la laguna di Venezia, regalando ai partecipanti paesaggi mozzafiato al tramonto. La qualità e l’esperienza organizzativa della famiglia Venicemarathon, abbinate al grande entusiasmo della Città di Jesolo e del Comune di Cavallino Treporti contribuiranno a rendere questa seconda edizione ancora più di successo (a cura dell’ufficio stampa della Moonlight Half Marathon)