DIARIO TREVIGIANO
A cura di Franco Piol
ULTIM’ORA: AL FALLAI DI CONEGLIANO
Fent nuovo primato a 72,69!!!
Martini 10”89 Severin 14,41 e Sartor 16”05
In attesa di darvi domani l’articolo completo, vi anticipo che il nostro grande Antonio Fent, a Conegliano, dietro Gottardo, ha piazzato il giusto fendente a 72,69, realizzando il nuovo primato assoluto trevigiano, correggendo il precedente che già gli apparteneva. Gloria e plauso ad Antonio!!!
IL PASSATORE DI FAENZA EDIZIONE 2012
37° Ivan Mazzoran e primato di Antonella Feltrin
Bene Danilo De Conti (1° M45) e sorprende Ilaria Ulian
Danilo De Conti
Ilaria Ulian
Gran bella rimescolata nelle graduatorie di sempre maschili e femminili, grazie all’edizione del 2012 della 100 Chilometri del Passatore (la classica Firenze-Faenza). Davvero buoni i risultati a conclusione della “grande fatica” della corsa più famosa nel mondo. Tra i trevigiani il migliore è risultato Ivan Mazzoran (un bellunese che corre con i colori della Nuova Atletica San Giacomo da due anni), piazzandosi 37° assoluto ma secondo tra i master M55 e migliorando il suo primato personale (stabilito l’anno scorso), portato a 8h 43. 21. (real time): nono trevigiano di sempre! Danilo De Conti, classe 1960, da Fregona, ha realizzato il suo miglior tempo di sempre, giungendo 40° assoluto e primo tra i master M50: tempo reale 8h 44. 53., in graduatoria undicesimo di sempre!
Da Asolo novità assoluta per Davide Lionello, 45° con 8h 52. 20. (dodicesimo di sempre), poi l’orsaghese Luciano Morandin 64° in 9h 10. 89. Ivan Cao, da Cordignano, 100° in 9h 38. 49. e l’amatore Matteo De luca, 104°,ma quarto nella sua categoria, in 9h 43. 44.
Luciano Morandin
Ivan Cao
Matteo De Luca
Nell’ordine poi:
Luigi Guido Bottega, Sernaglia, 10h 05. 46.
Fabio Dall’Acqua, Conegliano, 11h 09. 19.
Gian Mario Sartori, 11h 13. 30.
Leandro Girotto, Treviso, 11h 18. 04.
Federico Roiter, Roncade, 11h 34. 37.
Antonio Poser, 11h 45. 07.
William Zanatta, Vedelago, 11h 48. 25.
Stefano Toffoli,11h 52. 46.
Marino Fuson, 11h 59. 28.
Pietro Dal Bianco, Conegliano, 12h 06. 18.
Giorgio Ferrari Bravo, Mogliano, 12h 21. 58.
Alessandro Cettolin, Conegliano, 12h 35. 55.
Roberto Tomasi, Vittorio Veneto, 12h 56. 39.
Fabio Dall’Acqua
Poi, oltre le tredici ore, Gian Paolo Bardini, Massimo Parisotto, Mauro Niero, Diego Zandonà, Frediano Guadagnini e Siro Uliana.
Oltre le quattordici ore, Marino Ronchin, Mario Michieletto e Lorenzo Zanin.
Tra le donne, capolavoro di Antonella Feltrin (prima tra le master Mf45) che con 10h 05. 52. ha stabilito la miglior presta zione trevigiana (già da lei detenuta) e di Ilaria Ulian, alla sua prima felice partecipazione, corsa nel prestigioso tempo di 10h 19. 41. che la pone seconda trevigiana di sempre, proprio dietro all’Antonella!
Rosa Pezzutto
Graziella Fortuna
Altra piacevole sorpresa è stata Rosa Pezzutto che ha concluso la sua fatica in 11h. 49. 05. Bene Graziella Fortuna da Pederobba 13h 05. 41.
Poi:
Luisa Zingano, Mogliano, 14h 16. 14.
Daniela Maria Bosa, 14h 29. 04.
Infine Nadia Dal Ben e Edi Cadorin.
Eccovi le tabelle dei primi 30 nelle graduatorie trevigiane di sempre.
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10h 05. 52. Antonella FELTRIN Treviso 13-11-1963 27/05/2012 Faenza
10h 19. 41. Ilaria ULIAN Sacile 25-6-1974 27/05/2012 Faenza
10h 44. 18. Valeria ULIAN Sacile 25-9-1977 23/07/2011 Rimini
10h 56. 50. Giuseppina PUTRONE Bigolino 9-7-1965 .2009 Faenza
11h 49. 05. Rosa PEZZUTTO Salgareda 21-8-1963 27/05/2012 Faenza
12h 26. 00. Luciana BUSADELLO Motta di Livenza 1-1-1957 .1978 Faenza
12h 30. 55. Vittoria BOTTEON Vittorio V. 22-11-1963 29/05/2011 Faenza
13h 00. 44. Elena MARIGHETTO Castelfranco V. 12-11-74 .2001 Faenza
13h 04. 39. Graziana CATTELAN Ormelle 24-8-1954 .2004 Faenza
13h 05. 31. Graziella FORTUNA Pederobba 07/03/1973 27/05/2012 Faenza
10)
13h 30. 00. Giovanna PIOVESAN Altivole 6-1-39 .2004 Faenza
13h 31. 19. Daniela BOLZANELLO Montebelluna 7-10-1957 .2001
13h 43. 31. Doriana TORMENA Mosnigo 5-12-1965 .2009 Faenza
13h 44. 39. Rosalba CODATO Trevignano 15-10-1957 .1993 Faenza
13h 54. 05. Raffaella SOLIGO Montebelluna 19-7-68 .2004 Faenza
13h 54. 17. Sonia VOLPATO Trevignano25-12-1975 .2004 Faenza
13h 58. 00. Marisa ROSSI Casale sul Sile 8-1-1958 .1981 Faenza
14h 12. 29. M.Antonietta MARCONATO Povegliano 10-8-1950 .1974 Faenza
14h 16. 14. Luisa ZINGANO Mogliano 20-11-1961 27/05/2012 Faenza
14h 19. 00. Piera MONEGO Treviso 29-6-1955 .2002 Faenza
20)
14h 23. 32. Daniela BOSA .1954 29/05/2011 Faenza
14h 47. 23. Antonietta MARTIGNAGO Casale sul Sile 6-8-1948 .2002 Faenza
15h 17. 18. Edy CADORIN Treviso 15-10-54 .2006 Faenza
15h 54. 49. Valentina DURAVIA .2007 Faenza
16h 00. 33. Nadia DAL BEN Motta/Livenza 26-9-1950 .2012 Faenza
16h 01. 28. Beatrice PAVAN Cimadolmo 10-11-68 .2000 Faenza
16h 12. 23. Maria Cosetta MATTIUZZO Treviso 29-12-1966 .2010 Faenza
16h 16. 00. Teresa BORTOLOTTI GALLO Oderzo 24-4-40 .1983 Faenza
16h 23. 19. Lucia FAVERO .2009 Faenza
16h 24. 00 Luigina ZAVARISE Treviso 1-11-51 Faenza 85 Faenza
30)
17h 26. 49. Eleonora BOTTAZZO Mestrino 15-1-39 Faenza 02 Faenza
17h 27. 29. Rina MICHIELIN Montebelluna 21-10-46 Faenza 96 Faenza
17h 30. 00. Gina GUARISE Treviso 11-9-31 Faenza 84 Faenza
17h 31. 00. Rita RIZZOTTO 06/10/1919 Faenza 82 Faenza
17h 35. 54. Rosanna CICERO Mogliano 25-8-40 Faenza 00 Faenza
17h 50. 00. Anna ZAGO Oderzo 16-11-45 Faenza 86 Faenza
18h 05. 37. Clara MAGRO 02/08/1943 .2004 Faenza
18h 27. 45. M.Paola SCAPINELLO 06/06/1960 . 2005 Faenza
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Eccovi ora due belle testimonianze!
1) Rosa Pezzutto
Rosa Pezzutto
La mia storia del Passatore nasce un po’ di tempo fa, quando avevo 14 anni e mio fratello me ne parlò per averla corsa. Ma con l’incoscienza dei vent’anni e l’ardore di parà della Folgore, me l’aveva “infiocchettata” come una festa.
In questi anni poi non è che ci avessi perso il sonno, anzi, anzi… sino a qualche tempo fa non sapevo neppure la distanza di una maratona e in 5 anni ne ho collezionato una trentina da finisher.
Durante la maratona di Venezia, a ottobre dello scorso anno, poi in quella di Reggio Emilia, ha cominciato a svilupparsi l’idea di correre i 100km. Nelle due maratone ho sperimentato una corsa con andatura un po’ più lenta, ma costante dal primo all’ultimo chilometro, senza cali di rendimento o particolari difficoltà. Così, prima di appendere le scarpette al chiodo, il 30 dicembre mi iscrivo al Passatore, mentre Renzo mi accompagnerà forse in bici.
Nonostante un piccolo intervento, una influenza e una gastroenterite, chiudo anche la Treviso Marathon e la Maratona di Lamone a Russi. Tra piccoli infortuni e “stati di grazia”, procede con impegno la preparazione inserendo un lungo di 60km e in base alla disponibilità di tempo, capacità e recuperi, molti allenamenti di un’ora e mezza, due e tre ore quasi tutti i giorni.
Molti amici runner l’avevano già corsa, alcuni si sono prodigati ad elargire consigli anche non richiesti, ma di pochi, anzi solo di due, ho recepito informazioni utili. Su “Correre” di febbraio, Marco Boffo, aveva scritto una sorta di decalogo che ho letto e riletto fino ad imparalo a memoria,.
Ora la corsa. Giunta alla 40° edizione, quest’anno al Passatore saranno in 2.200 gli atleti iscritti , 865 dei quali sono come me, alla loro prima partecipazione!
Un giretto da turisti, come si conviene, nei luoghi simbolo di questa meravigliosa città ed è già ora di prepararsi alla partenza. Domani qui ci sarà anche la Deejay Ten con Linus, una corsa di 5 e 10 km, quella sì sarà una festa, mah, è tutt’altra storia.
Nonostante la concitazione abituale della partenza, sono calma e tranquilla, penso solo a correre, arrivare, passare il traguardo e abbracciare Renzo, questo è il mio solo obiettivo.
Alle ore 15,00 da Via dei Calzatoli, con l’augurio e lo sparo dati dal Sindaco Renzi, il via tra due ali di turisti e sostenitori. Un giro in piazza Duomo per uscire dal caotico centro cittadino verso Fiesole con una prima, leggera salita di 300mt. Uno sguardo sui tetti e campanili di Firenze, che ai miei occhi oggi non è mai stata così bella! Al caldo afoso della partenza ora c’è uno leggero vento ad asciugare il sudore dai nostri visi. Si corre ancora molto compatti e all’inizio c’è ancora il fiato per chiacchierare e familiarizzare con chi corre a fianco. I ristori, in totale 22, sono forniti di ogni bendiddio, tanto da rendere quasi inutile gli appoggi di assistenza di coloro che seguiranno gli atleti. Moltissimi in bicicletta, a volte invadenti e pericolosi, soprattutto nei cambi di direzione e in discesa. Renzo infatti ha preferito seguirmi in auto, con massima discrezione e in sole tre tappe convenzionate, ma il suo sostegno e l’incoraggiamento è sempre di vitale importanza. Ancora una leggera salita, 500mt. a circa 20 km, Vetta Tre Croci.
E’ ancora il panorama circostante ad incantarmi, il verde delle colline, gli uliveti e i terrazzamenti coltivati. In un ingorgo di auto (le strade sono ben presidiate, ma purtroppo non chiuse!!) raggiungo Borgo S.Lorenzo sono al 32°km. Proseguo poi per Panicaglia, Ronta e Razzuolo per giungere ai piede di Colla di Canaglia, la tanto temuta salita di 9 km circa per giungere la vetta del Colla ad oltre 900mt. dov’è posizionato anche il Gran Premio di Montagna. Qui alterno camminata e corsa, a passi corti, spalle e busto un po’ avanzati. (quanto tutto è più facile in allenamento!).
La salita non è impossibile (veramente mi aspettavo di peggio!) per chi è ben preparato è fattibile tutta di corsa, per me è giusto corribile anche per mantenere un minimo di calore corporeo visto che siamo in una gola e inizia a scendere la sera. Raggiungo la vetta in un caos di persone, auto, bici, camper, organizzatori. Recupero la mia sacca e nella tenda mi cambio di tutto. Mi preoccupa di più sostituire le scarpe dato che il chip è posizionato ai lacci, che non delle poppe al vento (gli altri in tenda avranno qualcos’altro da guardare?!).
A zig zag tra le auto (iniziano proprio ad infastidirmi) la strada ora è in discesa e sono al passaggio dei 50 km in 5:55’ Bene! L’impegno fisico ora viene meno, la corsa è favorita dalla discesa, ma non aumento troppo l’andatura, i quadricipiti sono già stati sollecitati molto nella salita ed ho ancora metà di strada da fare!
Sono quasi le 22,00 e inizia a far buio pesto, ma per un mio errore di calcolo, ho messo la frontale nella prima sacca, a S.Lorenzo, e nella concitazione del ristoro, non ho trovato l’autobus dell’organizzazione e quindi niente luce. Vabbè, proseguo, vediamo cosa succederà. Il traffico stradale con il passare delle ore, rallenta di poco e con il favore dei loro fari cerco di individuare al meglio il percorso. Anche se non è rassicurante correre senza vedere bene dove, né essere visti, sì, qui, sotto un cielo stellato, sto CORRENDO, e mi sento fortunata, sto facendo una delle cose che amo della vita!
In tutto il precorso, ma soprattutto nei paesi, come Roncaglia, Crispino e Marrani, il tifo è sempre molto forte. Inizio a superare molti che camminano (alta è la percentuale dei ritirati), ma non mi lascio incantare dalla “sirena” dello stop. Arrivo a Sant’Adriano, 70km in 8 ore precise. Sono veramente brava! Non avevo mai corso così a lungo, mi restano però ancora “solo” 30 km per diventare *bravissima*, e io sono per i superlativi!!
La mia mente stanca chiede alle gambe: ma ce la farai? Solo a Fognano, (80Km) inizio a far previsioni del tempo di arrivo e questo sarà di ulteriore motivazione a non cedere di un passo, sto ancora molto bene, solo i piedi sono infuocati (maledette columbus13).
A Brisighella è quasi l’una, ma il paese è illuminato a giorno e mi accoglie come fossi la prima a passare di là. Siamo in Emilia! Mancano ancora 12km e la strada per Faenza è ancora lunga, accidentata e quasi al buio. E ora che mi seguono tre ragazzi faentini che illumineranno con i fari delle loro biciclette il mio avanzare stanco, strascicato, ma regolare e continuo. E’ importante ora rimanere concentrata per quanto possibile, vista la loquacità dei tre ciclisti che, se all’inizio mi infastidisce un po’, poi un po’ di compagnia, dopo tante di ore di corsa in solitudine, è anche piacevole. Sono sul viale dei tigli di ingresso al centro cittadino, 99° km con i miei sostenitori ad incalzare, allungo le falcate sino a quando, come un miraggio, vedo il gonfiabile del traguardo e oltrepasso la pedana blu! E’ finita! Con ancora il fiatone, abbraccio Renzo, obiettivo raggiunto! Sono felice, felicissima, oltre le mie più rosee aspettative, difficili anche sono da programmare, chiuso in 11:49’ comprensibilmente dolorante e stanca, ma non a pezzi!
Dedico a te, mamma, il mio passatore, il tuo sorriso è la mia vittoria!
Rosa Pezzutto
2) Graziella Fortuna
Proverò a descrivere le emozioni che ho provato correndo e tagliando il
traguardo della 100 km del Passatore. Premetto che l’idea di partecipare ad una gara ultra era cominciata a balenare nella mia mente per la prima volta nel novembre del ’2011; nei giorni seguenti avevo continuato a pensare a quest’idea, passando da momenti di euforia, al pensiero di questa nuova avventura, a momenti di sconforto, al pensiero di come fare a prepararla.
Per me era un’esperienza nuova, non conoscevo nessuna metodica di allenamento, incominciai allora a documentarmi, ma trovai scarso materiale, allora decisi di iscrivermi alla maratona di Treviso quasi a spezzare i lunghi sei mesi che mi attendevano. La maratona era per me quasi un passaggio per poi puntare l’obbiettivo a Faenza. Senza volerlo riuscii a battere il mio personale in maratona di ben 14 minuti. Questo mi diede ancora più carica nell’andare avanti. Poi venne il giorno in cui un mio amico mi portò un articolo che spiegava come preparare la 100 km. Non volevo, non potevo più tirarmi indietro;
il mio sogno si sarebbe concretizzato a Faenza.
“E’ una gara come un’altra” – mi son detta mille volte per cercare di convincermi.La settimana precedente la gara e l’ultima notte sono stati terribili, nel dormiveglia non ho fatto altro che pensare alle ore che mi aspettano, a come fare a restare sveglia, alle innumerevoli crisi che certamente sarebbero sopraggiunte durante la gara, al pensiero del ritiro, a sentire i commenti che certamente avrebbero seguito l’abbandono, “cosa voleva fare, chi credeva di essere”. Finalmente poi è arrivato il giorno atteso da circa sei mesi, ormai non potevo più tirarmi indietro, era in gioco la scommessa fatta con me stessa.
Un’ora prima dell’inizio della gara mi sono guardata intorno cercando lo sguardo degli altri compagni d’avventura ed in tutti ho notato una certa inquietudine, sembravamo tutti pronti a partire, ma verso l’ignoto. Finalmente poi lo sparo d’inizio allontanò da me ogni paura, ogni indecisione, allontanò anche tutti i propositi riguardo il ritmo della gara, i presunti obiettivi, mi sono sentita più libera come se quello sparo avesse spazzato via tutte le mie paure.
Le prime tre ore sono passate via velocemente, ma all’improvviso mi assalì il pensiero delle ore che avrei dovuto ancor passare, sembravano tante, troppe . Poi per fortuna questi momenti di sconforto sono spariti e sono ritornata a correre in modo sereno, senza pensare al dopo, ponendomi come obbiettivo immediato il sopraggiungere della sera. Avevo bisogno di crearmi degli obiettivi a breve termine, raggiunti i quali avrei dovuto crearmene dei nuovi.
La crisi tanto temuta arrivò alla vista del 60° km, cominciai a pensare che mi attendeva quasi una maratona , iniziai anche a sentire dolente il ginocchio sinistro , era impossibile raggiungere il traguardo in quelle condizioni, mi sentivo svuotata, senza forze, non riuscivo ad andare avanti, alla vista del ristoro cominciai allora a camminare, qui divorai due panini, la mia forza di volontà mi spinse a riprendere la corsa quasi aspettando che la crisi passasse e deviando la mente fissando il mio nuovo obbiettivo: il prossimo ristoro. Quando mancavano 10 km al termine della gara cominciai a pensare che la gara fosse finita, invece cominciarono le ore più dure, il ginocchio dolente mi impedì di correre, parecchi furono i miei tentativi nel riprendere la corsa ma dovetti arrendermi accontentandomi di giungere al traguardo camminando velocemente. La soddisfazione di aver raggiunto un tale traguardo è sicuramente superiore alle fatiche che ho affrontato nel preparare e portare a termine una gara di questo genere. Sicuramente è una gara impegnativa ma è altrettanto vero che con una preparazione appropriata e soprattutto con la convinzione di volerla affrontare, si può portarla a termine con grossa soddisfazione.Una considerazione ci tengo a farla in quanto lo considero un messaggio da far arrivare a chi volesse intraprendere un’avventura del genere, io mi sono preparata per affrontare questa 100km in particolare negli ultimi tre mesi percorrendo quasi 1000 km, ho raccolto il frutto del mio lungo e faticoso lavoro, non è stata una gara improvvisata all’ultimo momento ma studiata anche a tavolino nei minimi particolari, allenandomi e testando le mie gambe su percorsi simili al percorso di gara e simulando anche i momenti di forte stanchezza, cambio delle magliette e deii calzini, lampadine frontali, cerotti particolari per le vesciche, k-way alla cintura per il freddo della notte, e tanti altri piccoli particolari hanno contribuito alla buona riuscita dell’impresa. Ricordo che nei vari punti di ritrovo dislocati lungo il percorso gli organizzatori avevano approntato delle vere e proprie tendopoli come degli ospedali da campo per i ritirati. Qui decine e decine di podisti dormivano nelle brande da campo con le coperte fin sopra le teste nel silenzio della notte, una scena spettrale mai vista prima, sicuramente un forte impatto visivo fotografato dalla mia mente, non ultimo poi l’incontro nei vari sorpassi degli irriducibili e imperterriti che con passi da formica si sono ostinati a raggiungere il traguardo tanto sognato, chi con le mani giunte a guardare il cielo, chi avanzava a zig zag e quindi facendo anche più strada, altri con lo sguardo allucinato fisso nel vuoto.
Questo non è il modo di correre il passatore. Non sono gare da improvvisare.
Io sono partita con la consapevolezza che dovevo arrivare, il tempo era l’ultimo dei miei pensieri, ho corso con le gambe, la testa e soprattutto con il cuore, quel cuore che alla fine ha gioito di un’emozione così grande ed intensa da pensare di non riuscire a controllarla. Volevo arrivare senza traumi e con la testa lucida per provare a capire cosa avevo fatto, prendere coscienza di quello che ero e che ora invece sono diventata. Posso assicurarvi che nonostante gli allenamenti fatti non si è mai sicuri che tutto andrà per i verso giusto, perché gli inconvenienti possono presentarsi in qualsiasi momento. 100 km non sono una passeggiata anzi tutt’altro, sono sicuramente e lo dico solo ora che li ho fatti “la realizzazione di un sogno “ costruito con mesi di fatica , sudore, allenamento dopo allenamento. L’aiuto degli amici, il loro tifo, uniti alla mia voglia di arrivare alla fine, hanno fatto il resto! Da parecchio tempo guardavo quel genere di gare per televisione, partecipare è stato sicuramente diverso perché sei solo tu a lottare per il tuo sogno tu contro LUI!! Per questo posso dire:
NON SMETTETE MAI DI SOGNARE
PERCHÉ
I SOGNI POSSONO DIVENTARE REALTA’
E
LA REALTA’ è VITA !!
by
Graziella Fortuna