DIARIO TREVIGIANO
A cura di Franco Piol
ANTEPRIMA DA TRENTO 2° FASE G.P.MEZZOFONDO
800m. DI LUSSO CON VIAN TESSARO MARSURA E FURCAS
Sui 5000m. vince Zanatta in 14’42”23
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E’ ANDATA. Anche la 6^ edizione del TRIATHLON di CAMALO’ è stata portata a termine……UN GRAZIE A….. TUTTI!!!!.:
di Francesco Storgato
GLI ATLETI, dai più piccoli ai più grandi che hanno partecipato nonostante una canicola che si è fatta sentire e ha scoraggiato alcuni ad essere presenti. I risultati tecnici passano in secondo piano, visto il tipo di manifestazione promozionale, ma ho visto realizzare da alcuni/e delle misure che rappresentano dei miglioramenti sostanziali e, adesso che c’è la convinzione che “si può fare” basta aspettare la prossima manifestazione ufficiale per ripeterle affinché siano convalidate.
I GENITORI per la disponibilità ad accompagnare i propri figli e rimanere ad assistere alla manifestazione in modo sportivo, sostenendo tutti.
GLI SPONSOR : Roberto Mattiuzzo ( H. ROBERT ) in primis, per quanto ci aiuta, ci sostiene e per fornirci gratuitamente la maglietta appositamente da lui realizzata per premiare tutti i partecipanti. La Casearia affinatori di Carpenedolo, per aver contribuito con i premi e… tutti gli altri che anche in forma minore sono determinanti per realizzare questa iniziativa.
LO SPEAKER Roberto Vanin per aver presentato questo pomeriggio sportivo intrattenendo il pubblico con competenza.
IL MEDICO Massimo Boidi per la sua disponibilità e vista la giornata rovente, per la sua preziosa presenza.
LE ASSOCIAZIONI : Corri al centro della vita , il CALCIO AMATORI CAMALO’ che ci hanno ospitato rendendo il tutto più semplice e l’ATL. PONZANO per il materiale messo a disposizione e il personale di supporto.
Gianni Zanatta, Elisa Favero e io, ringraziandovi tutti ancora una volta della vostra presenza, vi attendiamo per l’edizione del 2016.
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SE NE PARLA IN RETE…
MONDIALI ALLIEVI DI ATLETICA LEGGERA - Considerazioni - (Di Fulvio Maleville) –
Presto mi sono accorto che questi mondiali allievi sono stati caratterizzati da alcuni aspetti che si allontanano considerevolmente dall’attività sportiva di base.
Visti i risultati appare subito chiaro che il profilo anagrafico dei concorrenti serve solo per selezionare chi potrà accedervi, l’aspetto biologico stabilisce invece il talento e buona parte della classifica finale. Il fatto che una ragazza diciassettenne corra i 100 in 11″08 rende palese che i due aspetti sono nettamente distinti e non esiste alcuna possibilità d’intervenire per separare i bambini dagli adulti quando nella carta d’identità hanno scritto l’anno giusto per avere diritto a partecipare.
Se abbiamo poi l’accortezza di verificare l’ultima prestazione utile per accedere ad una finale sarà facile capire che per essere competitivi in queste gare non è sufficiente il talento ma necessario allenarsi ne più ne meno come gli adulti. Il fatto stesso che si impongano batterie, semifinali e finali, tutte gare che poi risultano combattute all’ultimo sangue, porta a considerare improponibile arrivare ad una manifestazione di questo genere con 4 allenamenti la settimana. Escono da questo schema solo alcune specialità “naturali” dove il talento può emergere a prescindere ma nelle altre devi essere a regime.
Bisogna quindi prendere atto che l’attività di altissimo livello gode di criteri diversi da quella di base, credo sia necessario abbandonare posizioni ideologiche che in questo contesto possono solo apparire anacronistiche (dovrò farlo anch’io). Forse dovremo tutti optare per un diverso regime tecnico quando ci troveremo davanti a ragazzi particolarmente dotati. In futuro sarà quindi obbligatorio distinguere gli atleti in base dal talento e indirizzarli ad un allenamento differente per quantità e qualità di lavoro. Ma in Italia non ci sono presupposti nemmeno per allenare atleti di alta qualificazione perché mancano le strutture e soprattutto i tecnici professionisti.
Se guardo alla realtà nella quale opero mi accorgo quindi di non avere nessun presupposto per allenare atleti di alta qualificazione visto che sono costretto a far eseguire il potenziamento ai miei atleti alle intemperie perché manca un tetto sotto il quale ripararsi d’inverno e combattiamo contro sciami di moscerini d’estate. Il Comune non ha i soldi per la disinfestazione e dobbiamo pure comprarci il telo per salvaguardare ciò che resta del materasso.
In queste condizioni ai Mondiali gli atleti ci arrivano vestendo la casacca del dilettante sprovveduto e quanto riescono a realizzare dovrebbe godere di grande rispetto.
Siamo impossibilitati competere con gli altri sul piano prestativo perché manchiamo di tutto e poco conta anche la voglia e la perseveranza del singolo individuo.
Per essere competitivi sarebbe necessario cambiare registro a livello organizzativo e strutturale, cosa impossibile da fare visto lo stato di degrado nel quale il nostro paese è precipitato. Viviamo un ambiente talmente retrogrado che varrebbe la pena di affidarsi più alla dea bendata che sperare in un aiuto delle istituzioni.
Dobbiamo così ammettere che per i nostri ragazzi i mondiali allievi rappresentano solo un’esperienza, l’occasione per prendere finalmente l’aereo, consente inoltre di portarsi a casa l’abbigliamento della Nazionale, quello che li salverà dal vento, pioggia e freddo nel prossimo inverno.
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Emanuele Serafin parlando di allievi il dualismo tra i forti (o reputati tali come talenti o specializzati precocemente o iperallenati) e i medi mediocri o scarsi…..che ancora vagano nella multilateralità o multidisciplinareità x coprire i societari avi…e che vengono (non si allenano ma vengono) in campo 2 volte a settimana studio/genitori/disgrazie permettendo è notevolissima anche all’inteno del nostro ambiente (dal provinciale al nazionale)……….ecco che aspetto sempre chi arriva senior per dire che abbia fatto atletica………….cercando che non smetta prima per mancanza di risultati o che a sua volta per eccesso di risultati prematuri zonali, smetta nel momento che è ora di tirarsi su le maniche duramente…….vincere troppo da giovane può essere a volte un freno x non migliorarsi più, ma pur non allenarsi adeguatamente (sia tecnicamente che quantitativa/qualitativamente) può essere un freno x non diventare “adulti” nello sport…………..e i “libri” a parole non spiegano mai bene cosa è poco e troppo…..solo la singola esperienza dei campioni adulti ci aiuta a capire i loro percorsi evolutivi programmati bene male o casuali; Auguro ad ogni atleta partecipante ai C.M Avi….di poterci partecipare almeno anche da adulto, sarebbe un coronamento di un percorso…..e chi non ci ha partecipato…….il sogno dei mondiali assoluti (meglio Olimpiadi) sia il più grande motore di quando si alza la mattina.
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Mirko Marcon difficile commentare Fulvio… sicuramente hai ragione in tutto e per tutto e non riesco a capire cosa sia meglio, di certo anche gli altri stati non passano sonni tranquilli….nel senso…ho guardato vlocemnte i risultati dei mondiali allievi del 2007 (guardati velocemnte ripeto, non ricordo nemmeno dove sono stati fatti…) beh…ora a livello assoluto noto solo Asmenade(JAM) e Lemaitre (FRA) e Taylor (USA) tra i maschi, Stowers (USA) e Klishina (RUS) tra le donne…ovvero l’ago nel pagliaio di grandi potenze dello sport… interessate notare che dei nostri solo Tumi e Calvi sono ancora in attivita!! sicuramente mi sono perso qualcuno… ma già questo serve e può bastere per riflettere…
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Raffaele Moz Senza andare tanto lontano, altri sport fanno lavorare i diciasettenni di più rispetto al l’atletica (nuoto e ginnastica per esempio).
No so cosa sia più giusto, ma il rischio di mandare questi ragazzi a disputare manifestazioni importanti per poi farli tornare bastonati è evidente.
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Mirco Martorel Ho lasciato questi ultimi articoli per chiudere la rassegna stampa di oggi proprio perché abbiamo bisogno di una generazione di giovani atleti che non definirei fenomeni ma ragazzi che quotidianamente fanno fatica per una passione e che devono essere sostenuto per l’entusiasmo che ci mettono in quello che fanno!!! Direi che è ora di pensare anche a loro a livello dirigenziale e qui si parla di Coni e quant’altro perché non esiste solo un rettangolo di gioco ed un pallone in Italia!!! Bisogna investire in queste nuove leve che hanno la volontà di emergere…..spostiamo il tiro e anche del denaro perché il calcio ormai ci ha nauseati e detto pure da un ex giocatore e’ tutto dire……
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ATLETI IN RETE…
Irene Vian Passare in poche ore da non aver mai indossato la maglia azzurra a doverla lavare nel lavandino dell’hotel per correre una finale agli europei. Gioia indescrivibile. Emozioni indimenticabili. Squadra straordinaria. Amicizie indelebili che rimarranno nel cuore.
Grazie a tutti quelli che mi sono stati vicini in questi giorni, grazie infinite.
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Jacopo Zanatta. E così è arrivato anche il mio turno di fare il resoconto di questa grande esperienza, la più importante che abbia mai affrontato finora in ambito sportivo, i miei primi Campionati Europei.
Se avessi deciso di scrivere ciò che pensavo riguardo la gara in un giorno compreso tra giovedì, il giorno in cui ho gareggiato, e venerdì sera, le uniche parole che avrei detto sarebbero sicuramente state “Che schifo di gara, sono stato solo capace di deludere me stesso e tutti coloro a cui ho pensato mentre gareggiavo, come la mia famiglia, il mio allenatore, i miei amici e i miei compagni di squadra”, ho provato un gran senso di colpa dopo essere uscito a 2.05, dopotutto volevo solo cercare di riscattarmi da una stagione outdoor che non è riuscita per nulla a soddisfarmi e dimostrare alla Federazione che la fiducia che mi è stata data convocandomi non sarebbe stata tradita. E invece così non è stato. Ammetto che ho cercato diverse “scuse” per placare la rabbia che provavo contro me stesso in quei momenti, non riuscivo a capacitarmi del fatto che ero riuscito a mancare un obiettivo che ero intenzionato ad affrontare con la massima grinta e determinazione, dimenticando brutte sensazioni di gare passate e concentrandomi solo su quella che stavo per affrontare, non riuscivo a capire cosa era potuto accadere.
Fortunatamente poi ho avuto del tempo per rimanere solo e capire che questa, per quanto importante, era “solo” una gara, ne voglio avere ancora un’infinità davanti e non sono certo deciso ad arrendermi qui !
Ciò che questi Campionati sono riusciti a regalarmi è stato il fatto di aver aperto meglio gli occhi, fuori dall’Italia, per poter ammirare tutti i fenomeni che ci sono in circolazione, in grado di rapire il pubblico grazie alle loro grandi potenzialità e capaci di sorprendere tutti. Dopo questa consapevolezza, me ne torno a casa più determinato, più deciso, con più grinta e più voglia di provare fatica, io non voglio assolutamente valere meno di tutti questi fenomeni e prometto che in futuro avrò occasione di dimostrarlo.
Sono inoltre grato a questi Campionati Europei per tutti i compagni che ho avuto modo di conoscere, chi meglio e chi per la prima volta, e per avermi fatto sentire all’interno non di una comune squadra, ma di una vera e propria famiglia. Sono orgoglioso di essere stato al fianco di ognuno di loro e di averli sostenuti durante le loro gare, arrivando a perdere la voce da tutto il tifo fatto. Ogni loro medaglia o vittoria personale è riuscita ad entrarmi dentro, ad emozionarmi, a rendermi felice come se ci fossi stato io al loro posto. Gli esempi sono stati numerosi e non voglio stare qui a menzionarli uno ad uno, altrimenti avrei fatto prima a scrivere un libro, ma ci tengo a ringraziare tutti i miei compagni di questa grande trasferta, i tecnici e la Federazione, oltre che la mia famiglia e il mio allenatore, i quali hanno reso possibile farmi vivere emozioni simili, sostenendomi sempre.
Infine grazie anche a te Eskilstuna per tutte queste emozioni che rimarranno indelebili !
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