Ottobre 30th, 2014

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

 

 

 

 

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Maratona di Venezia

Il bel racconto di Abramo Salvestrin!

 

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Che giornata, domenica! Dal punto di vista scenografico non si poteva chiedere di meglio.

La riviera del brenta col sole basso, cielo limpido, gli argini verdissimi, la strada senza auto, Villa Pisani in tutta la sua maestosità… e poi, strada facendo, i centri affollati di gente, chi cerca qualcuno in particolare, chi fa il tifo per tutti, giovani mamme che si godono il sole con i neonati in braccio, anziane che si affacciano a guardare dalla finestra dal piano superiore e con una mano continuano a girare il mestolo nella pentola sul fuoco.

Poi gli sbandieratori in centro a Mira, gruppi musicali che suonano a palla nelle piazzette. Tanti bambini, alcuni con una bandiera italiana in mano che danno il cinque. A Mestre ci si tuffa nella folla e sembra di entrare in una sala dove é in corso una festa. Poco dopo, la planata nel parco di San Giuliano e ancora tifo e applausi.

 

I campanili della laguna visti dalla collinetta, lontani, ancora tremendamente troppo lontani. Bisogna ancora soffrire sul ponte della Libertà e sui maledetti cavalcavia che lo aprono e chiudono, per mettere finalmente i piedi in acqua dopo il primo ponte alle fondamenta delle Zattere. Siamo a Venezia e la marea sta salendo.

Sulla Giudecca non c’è il chiasso di Piazza San Marco, solo il ruomore degli spruzzi se la giornata é ventosa e l’odore del mare. Slalom tra le maestose colonne di punta della dogana e poi giù gli occhi, guarda dove metti i piedi! Solo dopo aver superato l’insidiosa rampa che porta al ponte di barche si può alzare lo sguardo … c’é il campanile di San Marco, lo riconosci subito, ma quello che impressiona é palazzo Ducale. Uno spettacolo!

Nelle rare giornate limpide, come oggi, sembra vicino, sembra una cartolina, sembra galleggiare sulle sue sottilissime colonne, sembra impossibile che non affondi. Sembra assurdo che qualcuno abbia portato tutta quella pietra qui, abbia speso soldi e tempo per costruire a pelo d’acqua una cosa così fragile e così di valore. Abbagliato da questo splendore riesco a capire e giustificare il senso di superiorità e di cordiale strafottenza che hanno i Veneziani di laguna che conosco.

Cento metri e sei in piazza San Marco. Un’asola del percorso da l’opportunità di godersi tutti i lati della piazza e corerre con la Basilica in fronte. Piedi in acqua anche in piazza, e poi gli ultimi ponti fino al sospirato arrivo. Ho terminato 8 edizioni della Maratona di Venezia, mi é sempre piaciuta, ma mai come questa volta c’è stato un sovrapporsi di condizioni favorevoli che mi ha permesso di godermi ogni singolo passo.

In gara mi sono divertito un sacco. Faccio un veloce riscaldamento con i compagni di squadra. Dopo due mesi di allenamenti in compagnia, dopo aver condiviso km, suggerimenti, preoccupazioni e scherzi, guardarsi negli occhi per dirsi “in bocca al lupo” ha un sapore particolare. Fa capire che ci siamo, tocca a noi. Come in una scena di un western di Sergio Leone, con un pezzo di Morricone in sottofondo.

La colonna sonora della partenza, invece, é l’inno d’Italia, 30 secondi prima del via, che mi fa accaponare la pelle e aprezzare il fatto di avere gli occhiali da sole. Parto al ritmo giusto, mi sembra di stare bene e per i primi 6 Km me ne sto coperto a viaggiare attorno i 3’50″/Km. Purtroppo alla sera lo scarico dei dati del Garmin andrà in fumo per chissà quali motivi, quindi non ho la possibilità di fare analisi dettagliate. La splendida giornata ispira le imprese ardite. Già comincio ad assaporare il colpaccio di un 2h43′ e non mi rendo conto che anche se il clima é bello ed é fresco, il vento é contrario e spesso é teso.Dal sesto Km il gruppetto in cui mi trovo si sfascia. Alcuni accelerano per raggiungere il gruppo davanti, altri rallentano perché hanno già tirato troppo. Io resto uguale e mi trovo con altri due che mi stanno dietro. Raggiungo Luigi del Buono, che procede molto piano. Non me l’aspettavo di vederlo qui.

Resto al vento fino al km 19. Dietro di me un francese con cui farò gara parallela fino allo sprint vincente all’arrivo, e un Israeliano, bravo a gestirsi, che mi darà più di due minuti nei km finali. Ad un ristoro, che io ho saltato per scelto mi ha offerto l’acqua. Un gesto che ho apprezzato, come se volesse sdebitarsi del lavoro che stavo facendo a suo vantaggio. Al Km 19, dopo qualche bella tirata, coi miei baldi seguaci raggiungo un bel gruppone che viaggia tra i 3’50″/Km e i 4’/Km. E’ il mio passo, devo stare coperto almeno fino al parco.

Dopo solo un km, però, vedo che ci affianca l’auto con un cronometro sul tetto. E’ la testa della corsa femminile. Sono partite pianizzimo e adesso sono in progressione. Attorno alle donne una nuvola di atleti. Il mio gruppo rallenta un po, probabilmente le aspetta e in molti stanno decidendo cosa fare. Dopo un po’ di esitazione decido di saltare sul treno delle due ragazze etiopi. Questo mi fa guadagnare due minuti di diretta Rai e un passaggio alla mezza di 1h21′. Ho ben presente di stare esagerando, ma voglio provarci, me la sento di provare. Ricordo di aver visto superare i 170 battiti, ma appna cercavo di rilassarmi per fargli scendere perdevo contatto e dovevo riaccelerare. Al km 22 non ne potevo più e mi stacco. La stanchezza si fa sentire.

I sottopassi a Mestre mi fanno capire che non ne ho più e devo risparmiarmi al massimo, ma sono solo il preludio alle 3 salite killer: Ponte di San Giuliano, collinetta del parco e Cavalcavia verso il ponte della Libertà. Per fortuna c’è un gran tifo, soprattutto per Virginio Trentin che mi segue a ruota, però sul ponte che Collega Venezia col resto del mondo si é in compagnia solo del vento. TDS mi dirà di aver fatto a 4’03″/Km i 5 Km dal parco a metà ponte della Libertà e a 4’07” i successivi 5 Km.

Sento perdere contatto Trentin, raggiungo una lepre tiope che cammina. Sono stremato e procedo pianissimo sul cavalcavia sia in salita che in discesa. E’ il km 40, la resa dei conti. Capisco che non ce n’è per il personale e per la prima volta in vita mia provo un gel che mi ero portato dietro. Voglio vedere se lo reggo o se mi fa male, per esperienza per le prossime volte. Al rifornimento c’é una etiope che cammina. Scoppiata! Ma farà in tempo ad arrivare seconda lo stesso. Proprio in quel momento mi supera Del Buono. Non é freschissimo, ma comunque sta molto meglio di me.

Giro con le mie gambe di legno in costante rallentamento. Faccio gli ultimi 2 Km a 4’42″/Km. E’ qui che perdo i 25 secondi che non mi hanno permesso di fare il personale. Sarebbe stato sufficente stare sotto i 4’30″/Km. Niente di impossibile, senza i ponti e le difficoltà di Venezia. Mi son goduto da matti questo ultimo tratto: lo spettacolo di Venezia, mia moglie, le bambine, mio fratello con la famiglia, i miei genitori, tutti in piazza San Marco! E poi Max che caccia un urlo che da più forza del gel.

Coraggio, che questi metri decideranno la classifica! L’inglese con la maglia a strisce bianche e blù non riesco a prenderlo, é sempre stato 100 metri aventi a me, si merita di finire davanti. E’ stato al vento anche lui tutto il tempo. Il veneziano che ho di fianco, invece, continua a cercare di resistere ma si vede che fra poco scoppierà. Ha tirato per tutta la giudecca perché lo seguiva il motoscafo con la sua famiglia e il cartello “Forza papà!”. Ora non ne può più. Ad insidiarmi é il francese in maglia gialla. Lo vedo con la coda dell’occhio, so che aspetta l’ultimo ponte ma qui lo frego. Conosco il percorso e so che dalla discesa dell’ultimo ponte posso arrivare al traguardo praticamente in apnea. Rallento in salita e poi sparo tutto quello che ho. Non c’é reazione, il distacco aumenta e arrivo sul traguardo a 3’30″/Km. Vedo il 2h48′ sul tabellone e un po’ mi dispiace. Una bella stretta di mano col francese, e complimenti reciproci.

Bevo un litro tra acqua e integratori, mi faccio fare un ottimo massaggio che mi rimette a nuovo e poi dalle bambine, per un pomeriggio a spasso per Venezia.

Tempo finale: 2h48’10”, 28″ peggio del mio personale. 40esimo assoluto. Nonostante il calo non ho mai perso posizioni nei rilevamenti ogni 5 Km. 17esimo della categoria SM35.

Ho rischiato, consapevole di poterla pagare cara, é stato elettrizzante! Ho gestito il momento di difficoltà salvando il salvabile. Porto a casa un buon tempo e tanta, tanta, tanta voglia di rivincita. Non vedo l’ora di ricominciare!

Classifica, foto e video.

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(Invito tutte le società ad inviarmi, se interessate, il loro nuovo organico-atleti per il 2015.  francopiol@hotmail.it  Grazie!)

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Ottobre 29th, 2014

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

 

 

 

 

 

Cinquemila runner sulle rive del Piave e sui colli del Combai

Record alla maratonina: corre il 90enne Giovanni Mattiuz Di corsa a Loria e Segusino: gli scolari inneggiano alla pace

TREVISO. Oltre 5.500 podisti in marcia da Sant’Andrea di Barbarana a Combai, da Loria a Segusino. La 26esima Su e So par Sant’ Andrea ha coinvolto 2.070 iscritti. Oltre alla 5 km dedicata ai ragazzi, nella 11 km primo a tagliare il traguardo è stato Diego Avon, seguito da Alvaro Zanoni e Mattia Picello. Al femminile, velocissima Silvia Pasqualini, che ha preceduto Giuliana Caiti ed Eva Vignandel.

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“Gran giornata di festa quella di ieri a Sant’Andrea Barbarana, dove si è svolta la 27ª edizione della podistica “Su e So par S.Andrea” e 10a Maratonina, corsa valida x il campionato CPT: aiutati dalla bellissima giornata di sole, abbiamo registrato ben 2.065 iscritti, record x la gara!

 Gli atleti hanno apprezzato l’ottimo percorso, fra le suggestive stradine del paese, un terreno misto fra il poco asfalto, ed i sentieri tra i vigenti accanto al fiume Piave.

 Oltre alle premiazioni delle categorie dei ragazzi sui 5km, il podio più alto sulla gara degli 11km maschili, e’ stato del forte DIEGO AVON (boy free lance di Chiarano, ma corteggiato dall’Atletica Mottense, seguito da ZANONI ALVARO del gs Mosnigo e PICELLO MATTIA dell’Atletica Brugnera.

 La gara femminile e’ stata dominata dall’amica SILVIA PASQUALINI, ormai plurivincitrive in questa manifestazione: il podio e’ completato da CAITI GIULIANA del gs Biancade, e VINADEL EVA dei podisti Cordenons

 Nella mezza maratona, dominio di TURCHETTO DARIO del Biancade in 1.13.09 seguito da GHENDA STEFANO dell’atletica Mogliano, e AMADIO MAURO del Sernaglia

 La gara femminile l’ha vinta in solitaria, per la la 1a volta a S.Andrea, DAL MAS PAOLA del Libertas Porcia, in 1.21.36, seguita da BEDINI MARIANA del 3B Salgareda, e podio del 3″ posto per l’atleta di casa, PIZZINO CATENA dell’Ads Pavanello, in 1.29,45.

 Soddisfatto il presidente del GS Sant’Andrea Barbarana, Claudio Marcon, per l’ennesimo esito positivo di questa manifestazione, ormai consolidata nel panorama podistico triveneto.

 — con Diego Avon, Alvaro Zanoni e Mattia Picello presso Sant’andrea Di Barbarana.”

Paolo Lorenzon

 

Nella maratonina, dominio di Dario Turchetto (poi Stefano Ghenda e Mauro Amadio) e di Paola Dal Mas (Marjana Bedini e Catena Pizzino). Soddisfatto il presidente del Gs S. Andrea di Barbarana Claudio Marcon. Successone di partecipanti (oltre 1200, tra cui anche un novantenne, Giovanni Mattiuz) anche alla 18esima Marronando di Combai, organizzata dal Gs Valsana. Premiati. 6 km. Bambini. 1. Andrea Mason, 2. Simone Masetto, 3. Alessandro Mason. Bambine. 1. Chiara Poser, 2. Emma Poser, 3. Alice Biz. Anche a Loria, la nona Marcia con gli alpini-marcia dei Vivai su un tracciato che si svolge sul sentiero degli Ezzelini lungo il Muson ed il suo Parco e fra 13 vivai di piante ha raccolto 1750 i partecipanti (e 36 gruppi) che si sono divisi tra il percorso di 6 km (che ha attraversato alcuni vivai, giungendo a Bessica, Villa Baroni e la pista di ciclismo), di 12 km (fino al Parco del Muson, al monumento del Comandante dei Partigiani Primo Visentin detto Masaccio) e dei 18 km (con l’attraversamento dei 13 vivai). In marcia anche alunni, genitori e insegnanti delle scuole di Loria che hanno voluto portare un messaggio di pace esponendo lo striscione “In marcia per la Pace”. Premiato, dal sindaco, anche il presidente del Gs Alpini di Loria, Gianpietro Bonato, per l’impegno profuso al fine di promuovere l’attività podistica tra i giovani e i meno giovani.

 

Sabato a Segusino si è tenuta la corsa Sulle Grave del Piave e i Borghi di Segusino, con oltre 500 partecipanti divisi tra mini marcia di 2 km per i bimbi, 10 km e nordic walking sprint con gara di velocità e gara di tecnica, su un percorso che si è snodato tra le grave del Piave e le “rive” intorno al centro abitato. Premiati. Vincitori. Nordic Walking. Agonistica: Vasco Greselin e Martina Pellizzari. Tecnica: Roberto Roccato e Alberti Donatella. Gruppi: Valdgroup. 10 km: Mirco Signorotto e Marisa Ferronato. Residenti a Segusino. Stefano Berra e, a pari merito, Livia Longo e Marina Gasperin. Miss Borghi. Nilù Wadduwagg.

 

UNA ATLETICA STIORE TREVISO SEMPRE PIU’ FORTE

di Fulvio Maleville

 

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ATLETICA & NOVITA’ - “TORNA A CASA LESSIE” - Scritto tra le righe del comunicato sociale non sembra aver fatto molto effetto sapere che atlete come GIORGIA NIERO e VIRGINIA SCARDANZAN tornino a gareggiare per una società Trevigiana. Certe notizie valgono infatti solo quando avviene il contrario ed i censori Provinciali esprimono il loro disappunto al fatto che gli atleti Trevigiani emigrino verso altre realtà.
Io voglio sottolineare invece che questa decisione è nata grazie allo spirito di collaborazione di due società, la
Nuova Atletica San Lazzaro e l’Atletica Stiore Treviso, che hanno deciso di portare avanti un progetto di riassetto tecnico a San Lazzaro, per favorire la qualificazione e valorizzazione degli atleti.
Al rientro di Giorgia e Virginia va ad aggiungersi anche il passaggio di categoria di TERESA GATTO, recentemente protagonista agli Italiani Cadetti di Borgo Val Sugana nel salto triplo. Speriamo che queste novità possano favorire altri innesti nella squadra dell’ATLETICA STIORE TREVISO, compagine che si trova ora ad amministrare un bel gruppo di talenti.
C’è infine da ricordare che restano in attesa di farne parte atlete ancora troppo giovani come la TEA TOMICIC e STELLA TRONCHIN che si troveranno nel 2015 ad affrontare il secondo anno nella categoria Cadette.

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AVVISO PER LA PROSSIMA STAGIONE AGONISTICA 2015.

La società NUOVA ATLETICA SAN LAZZARO, dalla prossima stagione agonistica, inizierà una nuova collaborazione sociale con la società trevigiana ATLETICA STIORE TREVISO, che ha condiviso con noi un progetto didattico per la formazione di bambini e ragazzi che si avviano alla pratica dell’atletica leggera e la successiva specializzazione di atleti che intendono proseguire nel loro percorso di qualificazione sportiva. Secondo quanto concordato dalle dirigenze delle due società, gli atleti della società Nuova Atletica San Lazzaro, a partire dalla categoria ALLIEVI, confluiranno nella società Atletica Stiore Treviso, mentre rimarrà invariata ciascuna appartenenza sociale per le categorie giovanili.
Andando a concludersi la collaborazione con la società del Vis Abano, con l’occasione, a nome di tutta la nostra società, vogliamo ringraziare la dirigenza, i tecnici e tutti gli amici della società aponense, per aver accolto e sostenuto i nostri atleti della categoria allievi per un triennio, durante il quale hanno ottenuto importanti risultati a livello individuale e concorso al raggiungimento di significativi traguardi a livello societario.


IL CONSIGLIO DIRETTIVO.

 

 

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(Invito tutte le società ad inviarmi, se interessate, il loro nuovo organico-atleti per il 2015.  francopiol@hotmail.it  Grazie!)

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Ottobre 28th, 2014

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

 

 

 

 

 

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Da Vittorio Veneto a New York

I podisti vittoriesi della Scuola di Maratona parteciperanno domenica alla maratona più famosa del mondo

 

VITTORIO VENETO - Partirà da Vittorio Veneto, la prossima settimana, uno dei gruppi italiani in assoluto più numeroso tra quelli che parteciperanno alla Maratona di New York  in programma il prossimo 2 novembre nella Grande Mela.

 

Il gruppo che volerà oltre oceano, con i suoi ben 37 partecipanti tra atleti e accompagnatori, è tra i più numerosi in Italia e sicuramente del Veneto.

 

Capofila del gruppo sarà il Presidente dell’associazione -Giulio De Antoni- affiancato dall’organizzatore Gianluca Pellegrinelli.

 

I runners vittoriesi partono tutti con grande spirito d’avventura e soprattutto con l’intento di vivere l’evento per quello che è: un’emozionante festa dello sport e della popolazione. Una manifestazione di risonanza mondiale che oltre a coinvolgere l’intera metropoli raccoglie l’interesse e la curiosità di oltre 2 milioni di spettatori (ma sono ben 315 milioni gli spettatori che seguono la corsa in diretta sulla NBC) e che viene considerata dagli appassionati di corsa la gara più bella in assoluto.

 

Ma tra i partecipanti veneti in partenza ci sono anche atleti che puntano a tempi di assoluto rispetto, sotto le 3.00 ore, decisi a farsi valere e a far onore all’Italia tra le migliaia di partecipanti in arrivo da tutto il mondo (saranno oltre 50.000 tra professionisti e amatori).

 

La Scuola di Maratona di Vittorio Veneto è un’associazione sportiva che conta oltre 200 iscritti appassionati dalla corsa a tutti i livelli, da chi inizia per la prima volta a chi è già un runner esperto.

 

Gli allenamenti si tengono, con frequenza flessibile a seconda degli impegni dei partecipanti, il lunedì e mercoledì sera e il sabato pomeriggio, con partecipazione nei week end alle gare amatoriali e competitive della zona e non solo.

 

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RASSEGNA STAMPA

A CURA DI

SALIMA BARZANTI

E MIRCO MARTOREL

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Ottobre 27th, 2014

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

 

 

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Alla XXIX Venice Marathon

Così la Fidal Nazionale


Una bella giornata di sole ha contraddistinto lo svolgimento della XXIX edizione della Venicemarathon, vinta dagli etiopi Ketema Mamo (2h16:45) in campo maschile e Konjit Biruk (2h40:20) tra le donne. Protagonista della giornata è stata proprio la città di Venezia, dipinta da brillanti colori autunnali come non accadeva, in occasione della maratona, da diverse stagioni a questa parte (sempre a causa del maltempo). Dalla Riviera del Brenta, fino alla parte conclusiva nella città dei Dogi, è stato un bagno di folla per gli oltre 6000 maratoneti, che hanno trovato la miglior cornice possibile per la loro fatica.

Nella clasifica finale al maschile, spicca il secondo posto del bergamasco Giovanni Gualdi (2h18:40), piazzatosi grazie ad una bella rimonta nelle fasi conclusive della prova. Terzo al traguardo il keniano Weldon Korir (2h19:34) con una volata conclusiva che ha spento le velleità del ruandese Jean Baptiste Simukeka (2h19:39). Tra le donne, la gara è vissuta a lungo sul confronto tra Konjit Biruk e Motu Gedefa, che hanno corso appaiate per oltre 25 km; da quel punto in avanti, il cambio di ritmo della Biruk ha deciso la gara. Quarta, e prima delle italiane, la veneta Maurizia Cunico, in 2h57:37. Quinta Monica Carlin (2h59:20).

Venezia è la prima prova delle “Maratone delle città d’arte” a svolgersi dall’annuncio della nascita del circuito. A completare il poker di manifestazioni, la Maratona di Torino (15 novembre), quella di Firenze (30 novembre) e quella di Roma (22 marzo prossimo).

DRAMMA NELLA 10KM - Una notizia drammatica, giunta nel primo pomeriggio, ha decisamente modificato il clima di festa che aveva contraddistinto la XXIX Venice Marathon. Un podista di 61 anni, iscritto alla corsa sui 10km collegata alla maratona, ha perso la vita dopo essersi sentito male nei pressi del traguardo. Inutili i tentativi di prestare soccorso all’uomo, che è morto durante il trasporto in ospedale. m.s.

XXIX Venicemarathon - Km 42,195
Risultati

Uomini
1) Ketema Mamo (Eth) 2h16:45
2) Giovanni Gualdi (Corrintime) 2h18:40
3) Weldon Korir (Ken) 2h19:34
4) Jean Baptiste Simukeka (Rwa) 2h19:39
5) Massimo Leonardi (Valsugana Trentino) 2h27:08

Donne
1) Konjit Biruk (Eth) 2h40:20
2) Motu Gedefa (Eth) 2h52:19
3) Nikolina Sustic (Cro) 2h55:52
4) Maurizia Cunico (Vicenza Marathon) 2h57:37
5) Monica Carlin (Gs Valsugana Trentino) 2h59:20

6) Sara Cremonese (Atletica Mogliano) 2h59:10

Handbike
1) Cristiano Picco (Basket e non solo Udine) 1h24:55
2) Claudio Mirabile (libero) 1h25:30
3) Gianni Garbin (Gsc Giambenini) 1h35:47

 

 

 

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VENICEMARATHON, L’ETIOPIA DETTA LEGGE

SALVESTRIN E CREMONESE PRIMI TREVIGIANI

Virginio Trentin primo tra i master SM60!!!

 

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Così la Fidal Veneto

E’ ancora una volta dominio africano alla 29^ Venicemarathon, con le vittorie degli etiopi Ketema Mamo tra gli uomini (2h16’45”) e Konjit Biruk (2h40’20”) tra le donne. Tra gli italiani, grande gara del bergamasco Giovanni Gualdi, secondo tra gli uomini in 2h18’40” dopo un’avvincente rimonta.

A livello maschile la gara è stata all’inizio una contesa tra africani che, ben pilotati dalla lepre Robert Ndiwa, hanno corso sin da subito su buoni ritmi. L’epilogo è stato poco prima del passaggio a metà gara, quando Ndiwa e Mamo hanno aumentato il ritmo, staccando gli altri atleti africani.

 Una volta fermatosi Ndiwa, Mamo ha continuato in solitaria, vincendo con buon margine in 2h16’45”. Ottima la prova di Giovanni Gualdi, che dopo un avvio prudente è stato bravo a rimontare tantissime posizioni, fino a raggiungere un eccellente secondo posto finale. Terzo il keniano Weldon Korir (2h19’34”) che ha regolato in volata il ruandese Jean Baptiste Simukeka (2h19’39”). Quinto un altro azzurro, Massimo Leonardi (2h27’08”).

“Sono molto felice di questo secondo posto – ha dichiarato dopo l’arrivo Giovanni Gualdi -. E’ una grande sorpresa perché pensavo di essere arrivato terzo al traguardo! La gara è stata dura perché abbiamo corso i primi 25 km con il vento contrario, e in questo caso è stato fondamentale l’aiuto di Simukeka. Dedico questa gara a mio suocero Luigi che è mancato a aprile. Il mese primo mi ero ritirato dall’attività, ma quando lui è mancato ho deciso di riprendere a correre proprio per lui. Era da 25 anni che sognavo di correre a Venezia”.

Tra le donne, la gara ha visto sin dall’inizio il dualismo tra Konjit Biruk e Motu Gedefa, che hanno corso appaiate per oltre 25 km. A quel punto, l’allungo della Biruk ha deciso la gara. Seconda, molto staccata, la Gedefa (2h52’19”), terza la croata Nikolina Sustic (2h55’52”). Quarta, e prima delle italiane, la veneta Maurizia Cunico (Vicenza Marathon) in 2h57’37”. Quinta un’altra italiana, Monica Carlin (2h59’20”).

Con questa doppietta, l’Etiopia arriva a sette vittorie alla Venicemarathon (4 maschili e 3 femminili), dietro solo al Kenia (22 successi: 12 maschili e 10 femminili) e all’Italia con 18 (7 tra gli uomini e 11 tra le donne).

LA CLASSIFICA

 

Così i trevigiani in corsa

40. Abramo Salvestrin, 2h 48. 08.

 

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57. Virginio Trentin, ma tra i master SM60, 2h 51. 29.

79. Cristiano Baldasso, 2h 55. 07.

 

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89. Luca Vian, 2h 59. 21.

Tra i primi 200 arrivati anche Luciano Meneghel (2h 59. 41.), Diego Zanardo, Andrea Pagotto, Gianni Beltrame, Corrado Pinna, Davide Lionello e Martino Zago.

dism Claudio Geronazzo, 4h 44. 35.

 

 

Tra le donne:

6. Sara Cremonese, 2h 59. 10.

 

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8. Sara Trevisan, 3h 01. 19.

56. Gaia Turin, 3h35. 47.

 

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64. Monia Da Lozzo, 3h 36. 07

78. Cristina Lenardon, 3h 39. 48.

Poi, entro le quattro ore, anche: Simona Antoniu, Cristina Dal Bello, Stefania Bonatto, Annalisa Faè, Vania Bottero, Elisabetta Luchese, Elena Carnieletto, Sabrina Cincotto, Nicoletta Furlan, Doretta Zamparo, Maria Carmen Rinaldo e Flora Doro.

 

Particolari i percorsi sui 10/15/maratonina/25/30/35/40 km. di

Sara Cremonese (41.38/1h 03.03/1h 28.55/1h 45.36/2h 07.00/2h 28.17/2h 49.02.

Sara Trevisan (43.39/1h 05.05/1h 31.05/1h 47.45/2h 08.43/2h 29.45/2h 50.46.

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Ilaria Gurini (43.40/1h 05.41/1h 32.52/1h 50.34/2h 13.56/2h 48.31.

 

 

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Ottobre 26th, 2014

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

 

 

 

 

 

Treviso Marathon, parte la 1.2

Aperte le iscrizioni all’edizione 2015, un premio ai primi 200. A novembre la “Corri in rosa” solidale

Sarà ancora Conegliano ad ospitare la partenza della Treviso Marathon. Anche per l’edizione 1.2 in programma domenica 1° marzo 2015, sarà la Città del Cima ad accogliere i maratoneti prima del via. Location confermata, con arco di partenza posizionato in viale XXVIII Aprile, solo alcune decine di metri più indietro, verso l’entrata dalla scuola enologica Cerletti (quest’anno era davanti alla chiesa di San Pio X). Dopo il passaggio nel centro storico coneglianese i maratoneti si inoltreranno nella campagna trevigiana, attraversando Santa Lucia di Piave, Susegana (Ponte delle Priula), Nervesa della Battaglia, Arcade, Povegliano, Villorba per arrivare infine a Treviso, entrando nelle mura da porta Fra’ Giocondo. Nel capoluogo i partecipanti alla 42,195 km percorreranno 2,2 chilometri, fino all’arrivo in viale Burchiellati (rispetto a quest’anno, alcune decine di metri indietro, verso piazza del Grano, per migliorare ancora la logistica).

«Tanti sono gli apprezzamenti ricevuti per il nuovo percorso che permette di conoscere un pezzo di provincia - commenta l’amministratore unico, Aldo Zanetti - abbiamo deciso di confermarlo anche per l’edizione 2015, apportando solo leggere modifiche per migliorare la già buona disposizione logistica. Crediamo molto nell’idea di una maratona che attraversi varie parti della nostra provincia, proprio per mostrare anche a chi arriva da lontano aspetti del nostro territorio spesso non conosciuti ma da valorizzare».

Dopo la conclusione della Treviso Marathon 1.1 il comitato organizzatore guidato dal presidente Lodovico Giustiniani e composto, oltre che da Zanetti, anche da Federico Capraro, Roberto Contento, Roberto Girotto, Francesco Piccin, ha investito molto sulla presenza diretta negli eventi podistici di tutta Europa. Importanti i gemellaggi che Treviso Marathon ha costituito con Wizz Air Skopje Marathon, in Macedonia, Marathon du Mont St-Michel in Francia e, quello recentissimo, con la Maratonina Salento d’Amare, in Puglia. Fino a domani lo staff della Treviso Marathon, sarà presente inoltre con uno stand all’Expo della Venicemarathon in parco San Giuliano di Mestre. Con l’occasione sarà anche presentato il vogatore firmato da H. Robert, sponsor tecnico confermatissimo anche per la prossima edizione. La maglietta smanicata, completamente made in Treviso (l’azienda ha sede a Povegliano e offre capi esclusivamente made in Italy) farà parte non solo del pacco gara della maratona, ma anche della Staffetta 3×14. Per i primi 200 che in questo weekend decideranno di iscriversi alla Treviso Marathon 1.2 in regalo un omaggio della Cantina Ponte di Ponte di Piave storico sponsor dell’evento trevigiano. Sarà possibile inoltre iscriversi alla prima Corri in rosa, la manifestazione nata in seno alla Maratona di Treviso per volontà di Valerie Delcourt. La corsa non competitiva di 5 e 10 km dedicata esclusivamente alle donne e organizzata per raccogliere fondi da devolvere per la lotta contro il tumore al seno (attraverso l’associazione Fiorot di San Vendemiano) è in programma a San Vendemiano domenica 23 novembre 2014, con start alle 10 davanti al municipio.

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Scorciatoie per lo sport, salute a rischio

Medici, dirigenti e atleti lanciano l’allarme: «Gli steroidi causano tumori, pericolo trombosi per chi assume eritropoietina»

di Mattia Toffoletto

L’aiuto della chimica per vincere in età adulta una granfondo ciclistica o primeggiare in una prova Master di nuoto. Quando non sono in palio medaglie olimpiche o mondiali. Si ascolta il suggerimento dell’amico, si acquista la sostanza in Internet e la si assume senza badare ai possibili effetti collaterali o alle conseguenze a lungo termine. È il doping degli amatori, il doping fai-da-te. Un desolante fenomeno che non ha risparmiato gli sportivi trevigiani. Tre casi negli ultimi mesi: ultima in ordine di tempo, la positività del nuotatore montebellunese Igor Piovesan, pizzicato alla Coppa Sachner Master, disputata in settembre a Laigueglia. In precedenza, era toccato al cicloamatore Sauro Bembo, beccato per il norandrosterone. Diverso il caso di Lorenzo Cester, tiro alla fune: un diuretico per l’ipertensione. Nel mese scorso, aveva fatto rumore il presunto giro di prodotti illeciti della palestra Armstrong (Villorba). Una piaga che non sembra arrestarsi. Specie negli ambienti, quelli amatoriali, dove i controlli sono più rari. «Purtroppo il doping esiste da sempre e non ne verremo mai fuori», commenta sconsolato Fulvio Susanna, medico dello sport, «Occorre intervenire nelle scuole, spiegare che la sconfitta esiste e può aiutare a crescere, che la ricerca della scorciatoia è la negazione dello sport. Bisogna far leva sugli allenatori e sulle famiglie, sperando che le generazioni future possano far propri altri valori. Continuiamo, intanto, a restare fermi: mancano i fondi, manca una politica aggressiva e coordinata. Serve un cambio di passo da parte del Coni e della Federazione medici sportivi». Partire dalle scuole per impedire alla malapianta di attecchire anche a 40-50 anni: «Ma occorre portare avanti una seria lotta al doping. Il Coni dovrebbe volerlo combattere veramente. Oggi invece i controlli sono sporadici e a livello amatoriale praticamente non esistono. Il caso Schwazer, ad esempio, alimenta tanti interrogativi». E chi ricorre alle scorciatoie solitamente non è al corrente dei possibili effetti sul proprio corpo: «Non si conoscono i rischi, domina l’ignoranza. L’utilizzo di steroidi provoca tumori alla prostata e al fegato, l’Epo e i suoi derivati causano trombosi». Oddone Tubia, presidente provinciale Fidal, conosce l’ambiente amatoriale: «Credo il nostro mondo dei Master non sia esente da situazioni negative», ammette, «E poi c’è quel confine, troppo spesso labile, fra integratore e doping. Intendo gli aminoacidi, la creatina: un conto è il normale utilizzo, un altro l’abuso. Doparsi per fare sport in età adulta è una contraddizione vera e propria: si dovrebbe praticarlo per stare bene e non per arrecare danno alla propria salute. Usare farmaci normalmente prescritti alle persone malate è un’assurdità. Alla base c’è un problema culturale: il doping nasconde le difficoltà del soggetto, è segno di squilibrio». Tubia è spietato: «Dopo la prima positività dovrebbe scattare la radiazione». Il cicloamatore Gianmarco Agostini, 43 anni, chiosa: «Chi si dopa appartiene alla categoria dei bari. C’è chi bara nello sport, chi in altri settori. È un modo distorto di interpretare la vita. È il voler vincere a tutti i costi, la società dell’apparire».

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«Non riescono ad accettare i propri limiti»

Gli psicologi spiegano l’uso dei medicinali per le prestazioni: «Si teme il fallimento della performance»

L’incapacità di accettare i propri limiti e l’ossessione di trovare il modo di fare sempre di più e meglio, andando contro natura. Il doping torna alla ribalta delle cronache e così, si aggiorna la lista degli atleti che sono risultati “positivi” al test. Anabolizzanti, steroidi, testosterone, una giungla di sostanze, il doping si trova tra i professionisti ma, sempre più di frequente, anche tra gli amatori. Soffermandosi su questi ultimi, il dato è preoccupante. Stando al rapporto 2013 della Commissione di Vigilanza del ministero della Salute il 3% degli sportivi della domenica usa sostanze e un buon 70% farebbe ricorso a qualche farmaco, soprattutto antinfiammatori. «Spiegare il perché di questo fenomeno è complesso» evidenzia la psicologa Nicoletta Regonati, «entrano in gioco questioni personali, sociali e pressioni legate alla propria immagine. Forse si può ricondurre il tutto a una duplice difficoltà, si prende il doping perché non si riesce ad accettare i proprio limiti e si ha paura ad affrontare l’idea di un fallimento agli occhi degli altri. Si teme il giudizio». Una mancanza che si traduce nella dipendenza da qualcosa di esterno e dannoso, continua Regonati: «Così facendo si dà valore all’apparenza e poco alle emozioni e ai sentimenti, una scelta che fa perdere la relazione con se stessi prima di tutto e poi con gli altri».

Questione di cultura più che di informazione, visto che di doping si parla molto e si fanno vere e proprie campagne di sensibilizzazione e denuncia dei danni che può provocare, secondo Tito Boccaletto, psicologo e psicoterapeuta trevigiano. «Il fatto che il doping faccia male è risaputo, ma questa nozione perde di peso se la si rapporta a una scala di valori che ne normalizza a priori l’uso, anche tra gli sportivi della domenica». All’origine di questa educazione sbagliata, ci sono gli ambienti educativi frequentati dallo sportivo, la famiglia, la squadra e infine il gruppo con cui si va a fare la corsa in bici nel weekend, la maratona o qualche altro sport, continua Boccaletto: «Già in età scolare e forse anche prima si creano i presupposti per cui il sistema di valori fa diventare tollerabile e addirittura giusto assumere una sostanza che ti faccia superare la performance personale e reggere il confronto con le altre persone. La contrapposizione con l’avversario diventa una sfida».

Valentina Calzavara

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