Luglio 25th, 2013

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

……………………………………….

 

 

 

COSI’ LA STAMPA

Da “La Tribuna di Treviso”

Mondiali paralimpici di atletica:

De Vidi bronzo nei 100 metri

L’atleta di San Biagio di Callalta

si preso l’ennesima medaglia di una carriera infinita

de-vidi.jpg 

Dopo un avvio nelle retrovie, metro dopo metro ha recuperato fino ad agguantare con i denti il terzo gradino del podio. Alvise De Vidi, 47 anni, di San Biagio di Callata, ieri pomeriggio è andato a prendersi l’ennesima medaglia di una carriera infinita. Il bronzo ai campionati europei paralimpici è suo. L’aveva detto, alla vigilia, che il finlandese Toni Piispanen, era favoritissimo. Di un altro pianeta. E così è stato. Ma Alvise, dopo il via lento rispetto agli altri, ha iniziato a tirar fuori il suo nervo e la sua forza di volontà tanto da recuperare. Mano mano che il traguardo si avvicinava, Alvise aumentava la velocità, avvicinando i primi. Con un imperioso sforzo, il trevigiano ha superato il terzo, andandosi a prendere, con il tempo di 23”78 una splendida medaglia di bronzo. Davanti a lui solo Piispanen con 22”59 e Mohamed Berrahal con 23”49. Con la medaglia di ieri, Alvise sale a 10 medaglie mondiali (senza contare i 14 podi paralimpici). E giovedì tornerà in gara per i 200 (che non sono però la sua gara). Ma da Lione voleva anche risposte in vista della Paralimpiade brasiliana del 2016.

Salima Barzanti

 

……………………………………………………………..

 

Silvia Serafini sale sul podio d’Europa È medaglia d’argento

L’atleta opitergina seconda alla Skyrunning Championships

preceduta dalla favorita e compagna di squadra Fosberg

  serafini-tribuna.jpg

La chiamano Skyrace, perché metro dopo metro la corsa si arrampica verso il cielo. E non appena il sentiero sale, Silvia Serafini non può non rispondere al richiamo naturale. È lei la vicecampionessa europea di specialità. Ieri l’opitergina ha conquistato la medaglia d’argento agli European Skyrunning Championships a Canazei. Venerdì si è dovuta “accontentare”, senza neppur averla sperata, della medaglia di legno nella gara europea di Vertical Kilometer. E pensare che la ventiquattrenne ha scoperto la corsa in montagna solo due anni fa grazie a un amico con il quale ha corso e vinto la prima gara, la Transcivetta. Da allora un’ascesa, nel vero senso della parola, con l’entrata prima nel Team Salomon Italiano e dal 2012 nel Team Salomon International. Un talento scoperto quasi per caso per le corse fin su nelle cime che quasi sfiorano il cielo. «Super super super contenta del secondo posto», scrive la skyrunner su Facebook, «grazie a tutti quelli che mi sono stati vicini in questi giorni e hanno creduto in me! La cosa che mi rende più felice è sapere che li ho resi felici. Solo lo sport può regalare momenti così magici». La trasferta europea in Val di Fassa è iniziata, per la studentessa universitaria a Padova, venerdì con il Vertical Kilometer. Mille metri di dislivello in 2,4 km. Una pendenza quasi al 50%. «Nella prima parte sono partita abbastanza prudente, poi ho rimontato fino alla terza posizione», ricorda, «a 300 metri dal traguardo, mi ha superato Milesova. Siamo andate su insieme e nella volata finale ha avuto la meglio. C’è un po’ di rammarico, ma di fatto non è la mia specialità, quindi il quarto posto è stato anche inaspettato. Io sono adatta alle corse più lunghe». Detto, fatto. Dopo un giorno di riposo, ieri mattina Serafini è tornata tra le vette, per la sedicesima Dolomites Sky Race. Obiettivo dichiarato, il podio. Favoritissima, alla vigilia, la compagna di squadra Fosberg, che ieri si è messa in testa dal primo fino all’ultimo chilometro. Ma dietro di lei la trevigiana ha lottato per andare a prendersi la medaglia europea. Transitata terza dopo i 10 km di salita (con tanto di neve), Serafini ha poi recuperato una posizione nella difficile e tecnica discesa (12 km), tagliando il traguardo in 2 ore 36 minuti e 55 secondi e mettendosi al collo l’argento europeo. «Perché la corsa in montagna?», dice Serafini, «perché ci sono paesaggi stupendi, è più emozionante della corsa in piano, con più imprevisti e più sfide sul lato tecnico, basti pensare che è fondamentale imparare a mettere i piedi». Silvia non solo sa dove metterli i piedi, ma li mette anche velocissimi.

di Salima Barzanti

 

 

…………………………………………………………………………………………………………………………………………

 

 

La Marca di corsa tra Montello e il Piave glorioso

Il sigillo di Signorotto e Pasqualin a Susegana, in migliaia a Ciano del Montello, Tarzo e Fagarè

  suse-2.jpg

Una corsa da record quella di sabato sera a Sant’Anna di Collalto, a Susegana.

 La “Su e do par Coalt” ha raccolto 1.520 iscritti, record della manifestazione organizzata dal Gruppo La Piave con il gruppo Festeggiamenti Collalto. La 22esima edizione ha visto anche la novità del percorso di 10 km, che si è svolto in gran parte su strade sterrate o tra gli splendidi vigneti collinari di Collalto, andando ad affiancare, negli ultimi 3 km, il fiume Piave con il suggestivo passaggio attraverso il ponte romano illuminato con le torce. Fascino storico e natura dunque per la non competitiva. Ben 37 i gruppi, con i più numerosi Baone, Rivadolmo e Coca Cola. Nei 5 km vittorie di Davide Bassan e Aurora Bettamin, nei 10 km di Mirko Signorotto e Silvia Pasqualini.

Tre invece le non competitive di ieri. Più di 900 i partecipanti alla sesta corsa di S. Pellegrino a Ciano del Montello, a Crocetta. Tra i saliscendi del Montello anche la prima camminata nordic walking in collaborazione con l’Associazione Nordic Walking Montello. Splendidi i percorsi di 5 e 13 km, con passaggio nel vigneto dei fratelli Sartor, poi i passaggi sui Tronchi, le stradine che tagliano a metà le prese. I più veloci nel percorso di 13 km predisposto dal Gruppo Festeggiamenti della Sagra di S. Pellegrino sono stati Amghit Ayyap e Manuela Moro, i gruppi più numerosi Edilcementi Sernaglia, Podisti Montebelluna, La Britoea.

Dall’altopiano del Montello alle colline di Tarzo, per la 40ª edizione della marcia “Tra le colline e i castagni”: 661 i runners che alle 9 in punto sono partiti dal piazzale della palestra comunale, divisi tra i tre percorsi di 6, 12, 18 km. I concorrenti dopo un breve tratto comune si sono divisi tra le colline, i vigneti e i boschi di castagno. Il percorso più lungo ha toccato le frazioni di Prapian e Arfanta per poi ritornare a Reseretta. Nei 6 km i più veloci sono stati Nicola Bottega e Cristina Gava, nei 12 km Andrea De Martin e Francesca Agostini, nei 18 km Giuliano De Zanet e Ambra Vecchiato. I gruppi più numerosi sono stati Laghetti di Savassa, Lepri di Sarano e S. Giovanni del Tempio.

Infine 700 i podisti che hanno preso il via alla CorriFagarè, la non competitiva che si è svolta a Fagarè della Battaglia, frazione di S. Biagio di Callalta, dove troviamo l’Ossario con i resti di oltre diecimila caduti della Grande Guerra. Alle 9 il via alla gara dato dal Gruppo Maratoneti Fagarè. Due i percorsi, 5 e 10 km, che si sono snodati lungo i sentieri che costeggiano il Piave. Suggestivo il passaggio al Molino della Sega, monumento dedicato ai Ragazzi del ‘99, valorosi combattenti della Grande Guerra. I più veloci nella 10 km sono stati Mauro Amadio e Chiara Renso, nei 5 km Roberto Fregona e Silvia Rado. Diviso il premio speciale per la prima arrivata del paese tra Daniela, Emiliana e Lucia, che hanno tagliato insieme il traguardo, mentre in campo maschile il primo arrivato è stato Giuseppe Pasqualini. (sa.ba.)

 

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

 

 

 

Transcivetta, gloria per Golin e Orfano

 

Quarto posto per la coppia mista composta da Mara Golin e Giulio Orfano dell’Atletica Vittorio Veneto ieri alla 33esima edizione della Transcivetta. Nella gara di corsa in montagna da Listolade ai Piani di Pezzè, nel Bellunese, i vittoriesi hanno dunque sfiorato il podio. Tra le coppie maschili, finiscono nei dieci Marco Tamburlin e Simone Zanella del Gs Valdobbiadene. A Fermo invece Francesco Arduini il master 35 in forza alla Silca Ultralite Vittorio Veneto, pluricampione mondiale, europeo e italiano, ha vinto (fuori gara) l’alto con 2.06. Splendida gara in cui però Francesco Arduini aspirava a superare l’asticella a 2.09, minimo per accedere ai campionati italiani assoluti di Milano. Alla Lancia e salta a Verona vittoria per Mauro Fraresso (giavellotto), Elena Sartori (disco), Elena Soligo terza nel triplo. (sa.ba.)

 

…………………………………………………………………………………………………..

Da “Queen Atletica”

Campionati Italiani Assoluti:

la rivoluzione dal basso

di Francesco Arduini

  arduini-2012.jpg

Scrivo queste righe spinto da un improvviso impulso e spinto dalla necessità, in qualche modo, di cercare di contribuire con idee e proposte a poter migliorare o spingere sempre più persone ad avvicinarsi a questo nostro splendido sport che è l’atletica leggera. Ormai sono luoghi comuni quelli che mancano i fondi per poter reclamizzare, pubblicizzare o in qualche modo sponsorizzare eventi e richiamare persone e stiamo assistendo negli anni, salvo rari casi, ad un allontanamento del pubblico dalle tribune chi circondano le nostre piste. Nota bene che non sto parlando del “Golden Gala” dove “Il Bolt” richiama da solo flotte di pubblico, ma da quello che è uno spettacolo simile e a volte anche superiore come possono essere i Campionati Italiani Assoluti.

Chi di noi non ha assistito, anche una sola volta dalla tribuna alla massima rassegna nazionale di Atletica Leggera? Allora tutti sapete che il 95% del pubblico in tribuna è composto dagli atleti stessi, i loro tecnici, accompagnatori e/o familiari, da appassionati che per la maggior parte dei casi vanno a vedere le gare dei propri amici e raramente da pubblico, ma il pubblico vero, quello che entra nello stadio per vedere l’atletica vera senza conoscere direttamente nessuno ma con il solo scopo di gustarsi le “nostre” performance sportive.

Allora ecco qual’è la mia proposta, per certi versi, forse anche provocatoria? PERCHE’ NON “POPOLARIZZIAMO” I MINIMI DI PARTECIPAZIONE PER ALLARGARE IL PIU’ POSSIBILE LA PARTECIPAZIONE? A questo proposito mi sono posto l’obiettivo di verificare alcuni punti pro e contro:

·         PUBBLICO - Partendo dalla premessa fatta sopra, una maggiore partecipazione di atleti porta, di conseguenza, una maggiore partecipazione di pubblico ad essi collegata. Per certi versi, chi vive il “mondo Master” dell’atletica leggera, questo lo può constatare con i propri occhi. Le tribune dei Campionati Italiani Master sono forse più gremite di quelli di un Campionati Italiano Assoluto… e per certi versi questa mi sembra una eresia, ma comunque sta a conferma di quanto asserito sopra, e cioè che la maggior parte del pubblico in tribuna è quasi tutta “parte attiva” della manifestazione.

·         ESPERIENZA - Un aumento della base dei partecipanti porta, di conseguenza, una maggiore capacità di confronto fra i primi della classe e la base che, nella maggior parte dei casi, sono ragazzi giovani, inesperti di gare di vertice e che, certi atleti, a volte, li hanno visto solo in TV. Potersi cimentare con e contro di loro è di stimolo per chi ha voglia di migliorare e sicuramente di forte impatto emotivo.

·         GESTIONE CAMPIONATI - Qui si entra, invece, in un tema un po’ più spinoso: la gestione. Certamente, un forte allargamento di partecipazione richiede un “allungamento” dei campionati con 3 giorni pieni (o forse 4) per poter permettere di poter correre un turno, o alcuni casi 2 turni, in più per le corse ed effettuare le qualificazioni nei concorsi (di questo mi pronuncerò nel punto PERFORMANCE). Da un punto di vista economico per le società questo è purtroppo la spina nel fianco, perchè l’allungamento dei campionati porta un allargamento dei costi per poter rimanere, magari, una notte in più nella città sede e organizzatrice dei campionati, ma è di sicuro di maggiore “appeal” per tutti gli addetti al settore: - gli sponsor possono contare su un affluenza di pubblico di più vasta scala con maggiori contatti e TUTTI mirati nel settore di appartenenza (pensiamo a partner di marchi sportivi o alimentari legati al settore) - le città organizzatrici possono investire di più per l’evento certe di un maggiore rientro di immagine e di introiti per le attività della propria città.

·         PERFORMANCE ATLETICHE - Qui ritorno alla mia “nota” pubblicata in occasione dei Campionati Italiani Indoor: le qualificazioni o l’allungamento dei turni di qualificazione. A mio avviso, ma a parere anche di molti atleti di vertice che conosco, questo, non può far altro che bene sia allo spettacolo che alla realizzazione delle massime performance. Partiamo dal presupposto che, i Campionati Italiani Assoluti servono a decretare il più forte d’Italia… che, per definizione è 1 e 1 soltanto. Se partiamo da questo presupposto, sulla base di quello che è un Meeting di vertice mondiale, stiamo sbagliando tutto… basterebbe mettere un minimo nei 100 mt di 10.40 in modo da poter correre direttamente solo la finale, oppure di 2,25 nel salto in alto, perchè tanto, a chi la stiamo a raccontare??? Chi vince è sempre e comunque uno dei migliori, per cui tanto vale farlo correre solo loro!! Oppure, diamo modo ai giovani di crescere accanto ai più forti, facciamoli correre, lanciare e saltare fianco a fianco e i giovani dilettanti di oggi, saranno poi quelli che prenderanno il posto dei professionisti domani. Qualche esempio? Avere un minimo di partecipazione dei 100 mt, ad esempio di 10.80, porterebbe 60 persone anzichè le circa 20 iscritte. Ma già dopo il primo turno si potrebbe facilmente scendere a 24 per effettuare 3 semifinali (e con una divisione dei migliori nelle varie serie, i primi della classe come Tumi, Riparelli, ecc… non farebbero alcuna fatica a qualificarsi, gli basterebbe fare un allungo…). Nel lancio del peso donne, “allentare” la stretta del minimo a mt 11.50 e mettere poi un limite di qualificazione a 14 mt (o i primi 12 come accade nelle competizioni internazionali) farebbe fare un semplice lancio di riscaldamento alla Rosa (che forse non si scalderebbe nemmeno per realizzare una misura così) che si troverebbe poi a disputare una finale effettuando 6 lanci in tempi più giusti e normali anzichè 1 ogni 40 minuti per il vasto numero di partecipanti. Nel salto in alto uomini abbassare il minimo e portare una qualificazione a 2,15 sarebbe una pura formalità per i vari Chesani, Fassinotti e Tamberi che si giocheranno il titolo il giorno dopo con una progressione non logorroica ma mirata alla performance (stesso discorso valido per l’asta uomini e donne)

·         LIMITI DI PARTECIPAZIONE - Le modalità per poter allargare il numero dei partecipanti sono infinite: - Abbassare i minimi di partecipazione - Allargare la possibilità di iscrizione ai primi 50 delle graduatorie italiane - Realizzare una lista di merito che includa la media delle prime 5-6 performance e su quella base stilare una lista di 40-50 partecipanti - ….

Secondo me, potrebbe essere una proposta discutibile a costo “0″ con un piccolo aggravio per gli atleti e società partecipanti che però potrebbe essere in parte “ammortizzato” con maggiore visibilità e prestigio. Questa mia proposta spero possa essere di stimolo, se non altro, per una discussione per poter migliorare le cose anche perchè chiunque di noi lo sa che, correre, saltare e lanciare davanti ad una tribuna piena è sicuramente molto più stimolante e bello per tutti…

* saltatore in alto, pluri campione europeo e nazionale master, quest’anno 2,06 (da 39enne…)

 

……………………………………………………………………………………………………..

Luglio 24th, 2013

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

……………………………………….

i-4-moglianesi.jpg

GRANPREMIO ESTIVO MEZZOFONDO DI TRENTO

Micidiali i cinque moglianesi,

Bernasconi vince ancora

Stival, Ghenda e Donè si migliorano!

NIKOL MARSURA vince i 600m. 1’38”05

Si guarda a Trento con pura passione sportiva , perché da quella pista escono risultati che danno la giusta misura della forma degli atleti. Ed ogni estate è un sano pellegrinaggio per rivedersi, misurarsi e e fare le “analisi” per dirsi se si sta bene e si marcia verso la giusta direzione. E l’esame per i nostri cari “moglianesi” è davvero lusinghiero: i nostri sono talmente in forma che nella prima giornata del GranPremio Mezzofondo trentino  hanno tutti migliorato il loro primato personale. Nel dettaglio troviamo in primis il coriaceo e bel tenebroso Mattia Stival (altro che distratto, un eccellente “passista”!), quarto assoluto (su 150 concorrenti!) in 3’51”21; a tirargli la volata il “generoso” Leonardo Bidogia quinto in 3’51”42 (lui ha già migliorato prima con un tempo che lo ha ammesso di diritto ai Campionati Italiani Assoluti di Milano) e il favoloso Stefano Ghenda sesto in 3’51”45 (meglio del 3’51”57 del 2011); aggiungete il “novello” Riccardo Donè, facciad’angelo, ottavo in 3’53”74 (aveva 3’55”68) e il felice quadro è completo! Macchè dico, manca la famosa ciiegina, la reginetta dell’anno, Valentina Bernasconi,  che ha vinto indiscutibilmente la gara femminile in un probante 4’27”98 (su tutte le altre nostre, dalla straordinaria Sabrina Boldrin, in forte crescita, 4’41”54, sulla allieva Irene Vian, new entry sui 1500m. in 4’47”85 e, ancora sulla “ritrovata junior Erica Venzo, 5’01”81 e su Silvia Zorzetto).

bernasconi-vale.jpg 

Ecco, ora sì che ci siamo!

Altri “maschi” sui 1500m, da sottolineare i buoni miglioramenti di Simone Bernasconi, Leonardo Feletto e degli allievi Alberto Rech e Filippo Antonio Marsura. C’erano pure Marco Francescato e i master Vincenzo Andreoli (personal season) e il nostro “fotografo” Gabriele Marsura.

  marsura-nikol-1000m.jpg

Gran bella vittoria sui 600m. per la bella cadetta Nikol Marsura vincitrice su 45 partenti con il quarto tempo trevigiano di sempre, 1’38”05 (su una brava e volenterosa Veronica Camerin, giunta ottava).

Tra i cadetti , tra i tantissimi, 17° Riccardo Garbuio in 1’32”73 su Nicola Villanova (1’37”42): Riccardo è un gran talento e va salvaguardato. Forza Riccardo!

 

 

 

BRONZO MONDIALE SUI 100m.

PER IL NOSTRO ALVISE DE VIDI

  de-vidi.jpg

Alvise De Vidi, il veterano della squadra italiana che nella sua carriera ha collezionato ben 14 medaglie paralimpiche, si è aggiudicato il bronzo nei 100m T51 in 23.78 correndo sotto la pioggia.

“Non so se essere contento o arrabbiato. Sono sicuramente contento per la medaglia che sono riuscito a prendere, però è stata un’occasione persa. Ci sono state due procedure sbagliate al via da parte del tedesco Stefan Strobel che ha ritardato di due minuti la partenza. Io ero già pronto, poi siamo partiti con la pioggia, sono scivolato e non ho più avuto il grip necessario. Peccato veramente, Toni (Piispanen) non era distante che un paio di metri da me invece di sei come nella finale di Londra. Oggi potevo arrivarci vicino.”

Il finlandese Toni Piispanen ha confermato il risultato delle Paralimpiadi vincendo l’oro davanti all’algerino Mohamed Berrahal. Riccardo Scendoni invece non si qualifica per la finale dei 100m T44, in una gara che ha portato l’americano Richard Browne al primato mondiale (10.83). Per l’Italia l’unica gara in programma domani è il salto in lungo T20 che vedrà come protagonista l’esordiente Ruud Koutiki Tsilulu. È la prima volta che le discipline della disabilità intellettiva e relazionale entrano ufficialmente nel programma di un campionato mondiale, dopo le positive esperienze delle Paralimpiadi di Londra.

 RISULTATI/Results

 

 

  suse-2.jpg

WEEK END FAVOLOSO PER IL PODISMO : SANT’ANNA DI SUSEGANA E FAGARE’

Di Maurizio Forner

  suse-1.jpg

Sabato sera, alla “Su e Zo par Coalt”, nuovo record di partecipazione, con ben 1522 iscrizioni.C’erano tutti i migliori atleti della zona,a sfidarsi nel nuovo percorso di 10 km, tra le rive del Soligo del Lierza e del Fiume Piave con l’attraversamento del ponte Romano. Nonostante il grande caldo, un grande plauso va ai podisti che invece che scegliere il mare o i monti, hanno fatto tappa in questa splendida località. Ritornando alla corsa, molto apprezzati i due percorsi, in quello della 10 maschile,è Mirko Signorotto davanti a tutti con buon margine di vantaggio su,nell’ordine Ivan Basso, Christian Salvador, Lucio Fregona, Ezio Casagrande.
Tra le donne è sempre lei !!!! Silvia Pasqualini che si crea un vuoto alle spalle, 2^arriva Monia Capelli quindi, Marta Santamaria , Antonella Feltrin e Sara Tomè.
Nella distanza breve,quella riservata ai giovani, va ad imporsi Davide Bassan poi, nell’ordine, arrivano Massimo Masier, Alvise Binotto, Stefano Masier e Fabio Bernardi. Tra le ragazze,bene Aurora Bettamin, Luana Rasera, Anna Furlan, Giorgia Rizzo e Camilla Basset.

suse-3.jpg

suse-5.jpg

Tra i tanti appuntamenti domenicali,si è disputata la 4^edizione della Corri Fagarè. Due i percorsi,con un ottanta per cento di sterrato di 5 e 10 km. Buona la partecipazione,con podisti già visti la sera precedente. Nel lungo,si impone Mauro Amadio,(reduce da un matrimonio), chissà quale sarà stata la sostanza ingerita che lo ha fatto andare cosi forte!!!!!!!!! Alle spalle di Mauro, a soli 30″ Lucio Fregona quindi, Franco Zanardo, Fabrizio Paro, Sante Zardo, Stefano Maronese, Otello Dall’Armi.
Tra le donne Chiara Penzo, a dieci secondi Paloma Morano Salado, Antonella Pasqualini, Sara Sella, Valeria Benedetti, Giannina Azzoilin, Susanna Milanese.
Nella 5 km maschile, è Roberto Fregona a salire sul gradino più alto del podio, lo seguono nell’ordine : Alberto Pagotto, Simone Broccolo.
Tra le ragazzine, Silvia Rado, Elena Roccon ed Anna Roccon.

  suse-7.jpg

suse-4.jpg

suse-6.jpg

::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Luglio 23rd, 2013

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

……………………………………….

 

 

 

COMUNICATO STAMPA TRIATHLON

 

Ben figurano anche Franceschet, seconda assoluta, e Corte secondo junior a Quinto

Weekend da podio per i colori di Silca Ultralite: tre bei secondi posti

Spinazzè (Youth A) d’argento in Coppa Italia (formula Crono) ad Acqui Terme (AL)

 

Due. Il numero quasi perfetto per il weekend di triathlon in casa Silca Ultralite Vittorio Veneto. Sono infatti tre i secondi posti che i portacolori della società sportiva vittoriese sono riusciti ad agguantare. Su tutti, l’argento in Coppa Italia per il giovane Federico Spinazzè. Il triathleta che gareggia nella categoria Youth A sabato ha disputato ad Acqui Terme, in provincia di Alessandria, la Coppa Italia Giovani su formula crono (con partenza degli atleti ogni 30”). Una gara tiratissima ed emozionante, che ha confermato sul gradino più alto del podio il vincitore dei campionati italiani di Revine Lago, Mirko Lazzaretto (Marostica), dietro al quale si è però piazzato un bravissimo Spinazzè che è riuscito ad anticipare Sosniok, l’atleta dell’Alta Pusteria. Dopo una buona frazione a nuoto (la sua più debole), ha gestito bene la parte di ciclismo (secondo tempo), recuperando poi nella corsa, il suo punto di forza. Nella frazione a piedi, grazie al miglior tempo, ha ottenuto la seconda piazza finale. Insieme al quindicenne, allenato dal professor Francesco Cirillo, anche la compagna di squadra, Erica Mazzer, nona sempre nella categoria Youth A. Dignitose prestazioni anche per Manuel Corte, Federico Pagotto e Omar Adarbaz.

Domenica invece, quasi in casa, al Triathlon Sprint di Quinto, manifestazione valida come tappa della Coppa Veneto Age Group, due i secondi posti. Teresa Franceschet, ha conquistato il secondo posto assoluto, in 1h09′52”, dietro alla padovana Giulia Bedorin, vincendo la sua categoria (S1). Buona anche la prestazione dello Junior Manuel Corte, settimo assoluto in 1h04′29” e secondo nella sua categoria, dietro al forte Marco Dalla Venezia (Liger Team).

“Siamo soddisfatti di come si stanno comportando i nostri giovani e non solo – afferma il presidente di Silca Ultralite Vittorio Veneto, Aldo Zanetti – quello appena passato è stato un bel fine settimana di gare, nelle quali i nostri portacolori si sono messi in luce. Sono particolarmente soddisfatto per il secondo posto del giovane Spinazzè, che da tempo cercava un piazzamento del genere, ampiamente alla sua portata, ma sfuggito spesso vuoi per qualche intoppo tecnico, vuoi per avversari davvero fortissimi, i più forti d’Italia”.

 

 

 

Da “Queen atletica”

WMG di Torino: quando gli equilibri

si spezzano a 175 euro

  wmg.jpg

Francamente non l’ho mai capito questo gioco al massacro. Da un difficoltoso esame di economia politica, ricordo solo alcuni principi sparpagliati quà e là che mi sono rimasti dentro come particelle di sodio sospese: tipo che il mercato ha un’anima propria, che si autoregola, che puoi manipolarlo come vuoi, ma prima o poi “la mano invisibile” riporta tutto nell’alveo del “sapevo sarebbe finita così“. Chiaramente tutta la polemica attorno ai WMG gira attorno alla gabella di iscrizione, quei 175 euro che hanno scoraggiato migliaia di master italiani a provare l’ebbrezza dell’”olimpiade master“, nell’anno in cui una manifestazione così poco conosciuta alle nostre latitudini avrebbe potuto spopolare, vista la contemporanea organizzazione dei mondiali master in Brasile, ovviamente molto più espansivi anche solo per il viaggio transoceanico da affrontare. 

 

175 euro, sono 175 volte la tassa di iscrizione ad una gara regionale o provinciale. 175 euro sono due paia di scarpe di ottimo pregio. Oppure due voli andata-ritorno con Ryanair ovunque, un soggiorno di lusso in qualche città italiana. 175 non potevano essere la tassa di iscrizione ad una manifestazione per master, perchè tutto pare, tranne che una cosa “giusta”. Così la “mano invisibile” ha sistemato tutto, a futura memoria. La “massa” non si presenterà a Torino, e lascerà le corsie vuote rendendo la manifestazione sicuramente più povera di quello che sarebbe potuto essere. Non sono bastate le sempre più insistenti voci che chiedevano un “ritocco” verso il basso della gabella: no, nulla, l’unica “apertura” è stata riservata agli atleti piemontesi (con la supertassa passata da 175 a 100 euro). Perchè loro sì e gli altri no? Lo sport non deve fare differenze di estrazione territoriale! Solo in Italia si sarebbe potuto assistere ad una simile sperequazione anti-sportiva. 

 

Poi ecco che dopo il danno, arriva la beffa, ovvero un articolo su Repubblica che individua gli over 35 italiani come “sedentari”, viste le scarse iscrizioni ai WMG. Il fatto che l’articolo riportasse i dati per raggiungere il sito del WMG penso sia significativo da dove e da chi fosse arrivato l’input. No, signori del WMG, gli sportivi italiani non sono “sedentari”, sono solo stanchi di pagare le cose 5 volte di più di quelle che sarebbero dovute essere. I master non sono nè sedentari (l’articolista si sarebbe dovuto prendere la briga di sfogliare i dati dei tesseramenti degli over 35), ma nemmeno stupidi, ecco. 

 

Un prezzo politico giusto sarebbe potuto essere il 40 € di Zittau di iscrizione, più un 15 € per ogni gara. E si pagava un terzo rispetto ai WMG che hanno voluto far la voce grossa senza avere alle spalle una tradizione “storica e sportiva” che gli consentisse qui in Europa di fare ciò che hanno fatto. Eppure avevano l’esperienza di Lignano del 2011: la partecipazione era risultata comunque ridotta (anche se la tassa era più abbordabile) e se si aumenta l’altezza dei muri, ci si tira le legnate sui… piedi. Poi non ci si può lamentare, no? Gli atleti italiani non sapevano nemmeno cosa fossero i WMG, visto che la manifestazione è stata quasi sempre una kermesse australe o americana, dove questo tipo di manifestazione va per la maggiore… o almeno, tira più che in Europa. Quindi è stato sbagliato l’approccio col mondo master italiano (ed europeo), le richieste esose (voglio proprio vedere se alla prossima edizione continueranno a sacrificare il numero di iscritti, per salvare il prezzo dell’iscrizione) come se il marchio WMG fosse uno di quegli oggetti di lusso per il quale non può abbassare il prezzo per non perdere fette di mercato. Il mercato non c’è ancora! Quindi sbagliato due volte. Così si intuisce che il reale obiettivo era quello di portare alcune migliaia di “vecchi” atleti e relative famiglie e fargli spendere un pò di soldi, non solo per fare sport, ma per dare una boccata di ossigeno alla martoriata economia ricettiva morente di Torino. Stavolta è stato troppo palese il tentativo… ed è stato troppo per tutto. 

 

Io mi ero offerto, in tempi non sospetti, di farmi da tramite col mio sito, di poter parlare dei WMG, (qualcosa di master pensavo di poterne sapere) ma la mia mail è rimasta lettera morta cestinata in qualche spam-list su un server …@wmg.it. Meglio così: diventare sodale ad una simile soprattassa mi avrebbe di sicuro arrecato problemi di visibilità, benchè sia comunque molto limitata.

Manca ormai meno di un mese, le iscrizioni sono chiuse, e possiamo parlare a giochi fatti. Nessuno può più far nulla, e probabilmente non si sarebbe potuto fare più nulla dal momento che altri atleti avevano già pagato il quantum fin dall’inizio. Rimango col dubbio sul perchè questa cosa: bastava dimezzare il prezzo per triplicare gli iscritti e aumentare notevolmente l’indotto per la città e i servizi annessi. Per quei principi sugli equilibri del mercato… Ma si è voluto fare a cornate con le tasche dei master… amen. Buon divertimento. 

Articolo pubblicato da: Andycop - il: 10/07/2013 alle 00:45

……………………………………………………………………………

 

 

Non si uccidono così
anche i cavalli?

Scritto da Massimo Brignolo

INCHIESTE. Sfogliamo le classifiche di alcune corse dell’ultimo fine settimana. Parliamo di corse su strada; venerdì sera a Grado si è svolta la seconda edizione della Corri Grado, presente anche Ruggero Pertile ma non è questo il punto, la terza classificata della corsa in notturna su 8 chilometri è la kenyana Beth Wanjiru Ndungu, poco più che discreta atleta, classe 1986, capace di correre in 10000 metri in 32’11″. Neanche ventiquattro ore dopo la stessa ragazza è a Torviscosa dove nella 5 miglia in notturna è ottava. Questo fine settimana è andata meglio al suo connazionale Philimon Kipkor Maritim, secondo venerdì a Grado e undicesimo domenica ai Campionati Italiani di corsa in montagna, 13 chilometri e mezzo, di Arco o a Joan Cherop Massah, prima a Grado e quattordicesima ad Arco. Quando diciamo andata meglio non parliamo di risultati ma di trasferimenti e tempi di recupero. Più di una trentina di ore dalle premiazioni di Grado al via di Arco.

A Maritim era andata decisamente peggio poco più di un mese fa: quinto la sera del 15 giugno nel Cross dei Campioni di Cesena, premiazione, probabilmente un panino, un viaggio si dice in SUV, fino a Tonadico di Primiero per il Trofeo San Vittore, 10 chilometri con partenza alle 11.45. Da Cesena a Tonadico sono circa 350 chilometri percorsi nella notte. “Non si uccidono così anche i cavalli?” è il titolo di un film del 1969 di Sydney Pollack dedicato alle crudeli maratone di ballo ma potrebbe essere benissimo il soggetto di un documentario sul triste fenomeno dello sfruttamento dei corridori di medio-basso livello attratti dal rift kenyano in Europa con promesse di facile guadagno.

Non ci sta e denuncia la situazione attraverso il suo profilo Facebook, Enrico Dionisi, assistente sportivo di grandissimi atleti come Venuste Niyongabo o Ezekiel Kemboi. Come nel calcio ci sono procuratori e agenti che lavorano per i loro assistiti e altri che lavorano solo per il proprio portafoglio, lo stesso avviene nell’atletica. Con la piccola differenza che nel secondo caso si rischia di giocare con la salute di ragazzi costretti a correre a ritmi dannosi per il loro fisico, senza tempi di riposo, con alimentazione inadatta, di corsa su strada su corsa su strada come macchine per raccogliere soldi. C’è però un piccolo problema, secondo Dionisi: una partecipazione con un premio può portare qualche centinaio di euro dal quale vanno detratte le spese di viaggio e per il vitto. Vi è chi qualche anno fa dopo tre mesi di questa vita è ritornato in Kenya con duecento euro in tasca, tutto il resto prosciugato dal “manager”.

E’ un fenomeno non solo italiano. L’associazione Play the Game se ne era già occupata nel lontano 2000 concludendo che per pochi che diventano milionari vi sono moltissimi atleti convinti a venire in Europa da agenti avidi che sono destinati a vivere di povertà, 10 o 15 nella stessa stanza. All’epoca, il giornalista Elias Makori disegnò il quadro: “in troppi casi sono gli agenti occidentali a rovinare le vite dei giovani, li sfruttano fino all’ultimo euro, li portano via dal Kenya per fare denaro facile senza essere minimamente interessati al loro destino”.

Tredici anni dopo la situazione non sembra essere cambiata e noi di Olympialab vogliamo capirci di più, portarla sui giusti tavoli e raccogliere il maggior numero di informazioni. Lo faremo attraverso le nostri fonti ma chiediamo a tutti coloro che fossero venuti a contatto con questo fenomeno che deve finire di inviarci esperienze, documenti, evidenze. Non vogliamo fermarci.

- See more at: http://www.olympialab.com/non-si-uccidono-cosi-anche-i-cavalli#sthash.wTZCBkFL.dpuf

Luglio 22nd, 2013

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

……………………………………….

 

AL MEETING CITTA’ DI ARCO

Tronca vince ma Matteo Miani si avvicina

E I MOGLIANESI SEMPRE IN PRIMA FILA!

Felice riunione quella del 20 notte ad Arco, foriera di ottimi risultati, in primis nell’asta!

  miani-cassino.jpg

Nicola Tronca, vincendo, ha ribadito all’aperto il suo 4,80 minimo di partecipazione agli assoluti di Milano, ma è accaduto di meglio, eh sì, Matteo Miani continua di settimana in settimana a migliorare e qui ha saltato 4,50, (i risultati ufficiali hanno un po’ pasticciato nello stendere la classifica finale…), quarto e il pensiero è già volato ai quattroesessanta, già provati e per poco davvero rinviabili, bravo Matteo! E non è ancora finita: l’allievo Andrea Forato (ottavo)  sale fino a 4,00 metri e avanza nella nostra graduatoria di sempre al quarto posto, superato soltanto dal primatista trevigiano Massimiliano Ruggio, (4,50 realizzato a S.Bonifacio il 14 settembre 1986  - circa 27 anni fa,  kilombo!!!) e da Andrea Giacomini (4,10 a Marostica il 15 settembre del 1985) e Devis Granzotto (4,10 a San Vito al Tagliamento il 20 luglio del 2001).

  forato-a-asta.jpg

Vola Andrea e con Matteo, facci sognare!

Poi c’erano loro e con i “moglianesi” in pista è sempre un gran bello spettacolo!

moglianesi.jpg 

Loro sono un po’ come i tre (più uno) moschettieri ( con D’Artagnan che si dedica ai  “mondiali” e/o agli “europei”) e, tutti per uno e uno per tutti,  sono al seguito della loro regina e con Valentina Bernasconi, che regina! Insomma, per uscire dalla metafora (un po’ forzata ma divertente), loro prenotano una gara e… la vincono alla grande: vedi i 1500m. di Arco di Trento: vince il biondo Stefano Ghenda, 3’52”69 sul rosso Leonardo Bidogia, secondo in 3’53”09 e sull’”angelo”  Riccardo Donè, terzo in 3’55”68 (cresce il ragazzo); quinto infine Mattia Stival (si e distratto?), quinto in 4’01”87; attardati, ma ci sono, Simone Bernasconi e Marco Francescato (4’11”24/4’12”47), giovani di altre scuderie. Nel frattempo, la regina Valentina, stracciava tutte le concorrenti sugli 800m. giungendo prima con la sua seconda miglior performance della stagione: 2’09”49!

  ghenda.jpgbidogia-leo_2.jpgdone-riccardo-1.jpg

Devo ammetterlo, di D’Artagnan ce n’è uno (Jacopo) ma di moschettieri in quel di Mogliano (evviva l’atletica!), ce ne sono parecchi: considerate Tobia Lahbi (il fratellino di un anno più giovane)  e i suoi strepitosi 400hs  di forza e morbidi nello stesso tempo: qui giunge terzo in 53”85, minimo di accesso ai Campionati Italiani assoluti e ad un soffio (tre centesimi) dal primato trevigiano juniores (Mauro Tonellato 53”81 corso a Grosseto il 12 giugno 1986, ancora ventisette anni fa, favoloso davvero quel 1986!)

  bernasconi-v-ancona.jpglahbi-tobia.jpg

Langue purtroppo la velocità che non decolla: Federico Girotto e Kevin Fantin sui 100m.(11”76/11”80) e Nicolò Benedetti sui 200m. (22”62); si ripete bene Francesca Dal Moro sui 200m. in 26”89. Mattia Melis fa tutto il suo dovere nel giavellotto e lancia a 49,56.

 

 

………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………

…………………Ad Arco di Trento il campione europeo mette il sigillo sul titolo italiano con una prova

……………………………………d’anticipo Ad

Arco di Trento

il campione europeo mette il sigillo sul titolo italiano

con una prova d’anticipo.

Dylan Titon 31° e Beatrice Stocco 27^

Bernard Dematteis è il nuovo re di Arco di Trento. Dopo aver conquistato il trono europeo due settimane fa a Borovets, oggi il ventisettenne della Podistica Valle Varaita ha posto il proprio sigillo anche nella terza edizione della Castle Mountain Running, seconda prova di campionato italiano, mettendo così in cassaforte il titolo tricolore, dopo il successo nella prima prova di Dolcedo. E’ semplicemente stato più forte di tutti, Bernard. Più forte dei numerosi atleti africani (la gara trentina era inserita anche nel circuito internazionale del WMRA Grand Prix) che hanno provato a fare la gara dura nel primo giro, più forte degli altri, più forte anche del caldo. Il tracciato ha solcato il centro di Arco, con tre passaggi sulla Torre Renghera, simbolo della cittadina gardesana e di una salita al retrostante Monte Colodri, per 13,4 km complessivi e con un dislivello totale che è andato a solleticare la soglia degli 800 metri.

Il tutto in una pesante umidità e con temperature via via prossime ai 30°, ma Dematteis già nella seconda ascesa al Castello ha salutato la compagnia, involandosi verso un successo anticipato dalla passerella della discesa dell’ultimo chilometro, quando la vittoria era ormai cosa fatta. Il cuneese, neo campione tricolore, ha quindi raggiunto il traguardo di Piazzale Segantini dopo 57:53 di fatica, lasciando ad oltre un minuto il keniano d’Austria Kenneth Kimathi Kithjni con il bergamasco Alex Baldaccini (Gs Orobie), a sua volta sul podio europeo ad inizio mese, capace di salire sul terzo gradino, lasciandosi alle spalle il più esperto Gabriele Abate (Orecchiella Garfagnana) e lo sloveno Mitja Kosoveli. Diciottesimo assoluto e primo tra gli under 23 invece Cesare Maestri (Atletica Valchiese), a sua volta vincitore anche a Dolcedo e di conseguenza già laureatosi campione italiano Promesse.

titon-3.jpg

Se la gara maschile si è tinta d’azzurro per l’eccezionale prova di Dematteis, in campo femminile è stata la britannica Emma Clayton a dettare legge. La britannica ha preso il largo già nella prima ascesa al Castello, per poi aumentare il proprio vantaggio nel successivo giro lungo (9,5 chilometri di sviluppo, 480 di dislivello) e raggiungere quindi indisturbata il traguardo dopo 46:49 di fatica. Alle sue spalle a farsi largo è stata invece la giovane slovena Mateja Kosovelj con la piemontese Elisa Desco (Atletica Alta Valtellina) abile a soffiare nel finale la terza piazza alla trentina Antonella Confortola (Forestale) che si è dovuta quindi accontentare del quarto posto a due giorni dal trionfo nel Campionato Europeo di Vertical Kilometer, colto venerdì sulle rampe fassane del Ciampac. Quinta Alice Gaggi (RunnerTeam 99) seguita dalla “capitana” Valentina Belotti (RunnerTeam 99) e da Samantha Galassi (Recastello Radici Group); prima promessa Mina El Kanoussi (Atletica Saluzzo), ventunesima e seguita a ruota da Ilaria Dal Magro (Dolomiti Belluno) e da Sara Lhansour (Gs Valgerola Ciapparelli).

(da comunicato stampa CR FIDAL Trentino)

I NOSTRI ATLETI:

  stocco-beatrice-silca.jpg

Nella kermesse, 31° posto per Dylan Titon, 13,4 km. in 1h 09. 01  e, con la maglia della Silca Conegliano, 27° posto per Beatrice Stocco  sui 9,5 km. in 59’ 25.

 

 

  serafini-argento.jpg

16° DOLOMITES SKYRACE A CANAZEI

Argento per Silvia Serafini!

 serafini-agisko.jpg

Che dire più ormai qando per Silvia Serafini è stato detto tutto? Grane, grande Silvia! Ascoltiamo invece che cosa ci dice a caldo lei:

“…super super super contenta del secondo posto agli europei nella specialita’ di skyrunning!!!! Grazie a tutti quelli che mi sono stati vicini in questi giorni e hanno creduto in me! La cosa che mi rende piu’ felice e’ sapere che li ho resi felici
Solo lo sport puo’ regalare momenti cosi’ magici!”

 

E facciamoci invece raccontare da Daniele Cesconetto come è andata:

  cesco-dolomities.jpg

“…Questa edizione della Dolomites Skyrace rimarra’, senza dubbio, ben impressa nei ricordi dei partecipanti. Il percorso di questa manifestazione ( organizzata come ormai da tradizione in modo perfetto ) è sempre stato famoso per il suo elevato livello di difficoltà sia in salita dopo il P.sso Pordoi fino alla forcella ma sopratutto nella ripida e tecnica discesa dopo i 3152 metri di Piz Boè. Come se non bastasse, quest’anno, c’erano ancora 40 cm di neve che hanno reso ancora più problematico scendere dalla Cima Coppi della giornata. Per fare 2 km mi ci sono voluti 35 minuti. Incredibile tutta quella neve a fine luglio. Dopo 3h08m, con il mio andare più da elefantino che da camoscio, termino la mia ennesima indimenticabile esperienza con i ricci a due passi dal cielo”

CLASSIFICHE

77. assoluta ma 2° tra le donne Silvia Serafini in 2h 36’ 55”

421. (80^) Catena Pizzino in 3h 39’ 42”.

………………………………………………………………………..

21. Didier Zago, (?) in 2h 15’ 51”

170. Guido Dalla Torre, in 2h 55’ 38”

228. Gabriele Fuson;  232. Giuseppe Busetti;  237. Moreno Visonà;  239, Oliviero Bisol;  245. Daniele Cesconetto;  poi ancora Emanuele Follador, Marco Tittoto e Moreno Zandonà.

Luglio 21st, 2013

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

……………………………………….

 

 

AL MEETING DI GORIZIA

Fabio Rizza 400m. in 49”99!

Samuel Nombo sempre ok sui 100m. in 11”16.

 rizza-fabio.jpg

Netto miglioramento di Fabio Rizza che si porta, con grande soddisfazione, sotto i 50 secondi nei 400m. quinto in 49”99. Fabio ora fa parte dei 43 atleti trevigiani che hanno corso sotto la soglia (psicologica) dei cinquanta secondi e quest’anno è il terzo assoluto dietro Jacopo Lahbi (48”42) e Patrick Pandolce (48”69): ora non resta che migliorare ulteriormente.

  nombo-samuel.jpg

Insiste (bene) sui suoi standard la new entry della velocità trevigiana, Samuel Nombo nativo del Burkina Faso e con la maglia della Trevisatletica: a Gorizia ancora sui 100m. un buon 11”16, terzo assoluto! (Dietro e lontani, lo stesso Rizza, 11”54, Mussa Coulibaly e Mattia Gatti e, tra i tanti, anche il bravissimo master (MM55) Gabriele Carniato con un probante 12”62).

Terza anche Martina Lorenzetto nel lungo con 5,63; numerose presenze sugli 800m. ma nessun risalto cronometrico: migliore in pista dei nostri, l’allievo Kevin Durigon che non riesce, quest’anno, a scendere sotto i due minuti, 13° in 2’02”48; in ritardo El Mustafa Staouti e via via tutti gli altri (Alberto Zerbini, Nicola Barattin, Luca Gerotto, ecc…).

Macina gare su gare la nostra gentile Stefania Chizzali, qui ha corso in 13”58 su Martina Mazzuia; bene l’allieva Lucia Dal Ben, martello assoluto a 39,66, settima, su Eleonora De Lucca; un po’ ancora attardata Alessia Scriminich, nona sugli 800m. in 2’25”23.

Altro innamorato della pista e del suo giavellotto, Gabriele Draicchio, qui in tono minore con 47,36.

  draicchio-vedelago.jpg

………………………………………………………………………………………………

 

 

NEI MEETING DI ORVIETO E DI FERMO

Grande e generoso Arduini: ancora 2,06!!!

arduini-tentativo-207.jpg 

Le sta provando tutte, tanta è la voglia di partecipare agli assoluti italiani di Milano (minimo di ammissione 2,09). Grande e generoso, Francesco Arduini, va da un capo all’altro dello stivale pur di trovarlo! Prima sulla pedana “allagata” di Orvieto il 19, 1,91, impossibile proseguire (meglio stoppare), poi la bella gara di Fermo il 20,  (campionati assoluti emiliano-romagnoli), dove, fuori gara, addirittura vince con 2,06 (il 2,09 tentato è rimasto ostico).

Vorrei ricordarvi cha Francesco, tra i master MM35 è Campione Italiano, Europeo e Mondiale!!! Rode e a ragione, con tanti titoli così prestigiosi non poter partecipare ai campionati nazionali assoluti, tant’è!

Grande, davvero grande Francesco!

  arduini-2012.jpg