Gennaio 21st, 2013

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

 

 

 

 

 

GRANDE DOMENICA PODISTICA TARGATA MONTEFORTIANA

 

 

La 38° edizione non ha deluso le aspettative, con 20.000 podisti che hanno invaso le vie di Monteforte d’Alpone. Grande successo anche della seconda Ecomaratona Clivus.

 

Monteforte d’Alpone, 20/01/2013 – Una grande festa di sport, una grande kermesse podistica adatta a chiunque. Questa è la Montefortiana che dopo 38 anni risulta essere un’attrattiva incredibile per tutti coloro che vogliono trascorrere una domenica “attiva”, in un clima di amicizia e condivisione.

 

Il brutto tempo non ha scoraggiato i più di 15.000 che prima dell’alba hanno iniziato letteralmente ad invadere le vie del paese. Alle ore 8:30 una marea rossa (migliaia di palloncini coloravano il fiume di gente) ha iniziato a solcare le vie di Monteforte, Soave e paesi limitrofi. In tantissimi e tutti col sorriso si sono distribuiti sui 4 percorsi di 9 – 14 – 21 e 28 km del 38° Trofeo S.Antonio Abate De Megni, una marcia a passo libero tra i vigneti del Soave.

Ma ad aprire le danze è stata la grande riconferma di questa edizione, la 2° ECOMARATONA CLIVUS, con 600 iscritti, che alle ore 8:00 ha visto partire i runners più intraprendenti. Il percorso non era dei più semplici, e causa il brutto tempo è stato accorciato a 24 chilometri quasi completamente su sterrato. Un tracciato che si snodava tra le colline della Val d’Alpone e Val d’Illasi, Castelcerino, Montecchia, Cazzano e Soave. A tagliare per primo il traguardo aggiudicandosi la vittoria in questa seconda edizione è stato Fabio Pergher. La prima donna si riconferma come l’anno scorso Cinzia Bertasa.

 

In più di 1.100 hanno invece partecipato alla 19° Maratonina Demmy, la mezza maratona del “Soave” competitiva FIDAL, di km 21,097 su strada. A vincere è stato Ruggero Pertile, il maratoneta che ha partecipato a Londra 2012, con il tempo di 1h 09’ 16’’ mentre la prima donna a tagliare il traguardo è stata Giovanna Ricotta con 1h 23’ 41”.

Nel pomeriggio si è chiuso in bellezza con la gara dei top runner, la 32° Montefortiana Turà, la competitiva dei grandi atleti nel circuito del centro storico di Monteforte nelle tradizionali classiche distanze di km 6,060 al femminile e di km 10,605 al maschile. Gara esclusiva, con partecipazione solo su invito, che ha visto protagonisti assoluti gli italiani. La gara maschile, ha dato vita ad un entusiasmante duello fino alla fine tra il keniano Ndiwa Robert e l’azzurro Stefano La Rosa, con quest’ultimo cha ha tagliato per primo il traguardo con il tempo di 00:30:50. Prima classificata delle donne è invece l’azzurra Rosaria Console con il tempo di 00:20:37.

 

Alle ore 13 si è disputato anche il 5° Gran Premio Promesse Groupama, corsa dedicata esclusivamente ai più giovani.

 

Soddisfatto il Presidente della Montefortiana Giovanni Pressi: “Il coinvolgimento della gente e dei prodotti tipici del territorio, l’ospitalità, la disponibilità e la solidarietà che caratterizzano la Montefortiana sono gli ingredienti che ogni anno rendono possibile il successo di questa manifestazione. E’ bello vedere tanta gente felice di correre tra i vigneti del Soave, oggi sfortunatamente battuti dalla pioggia. E’ andata molto bene anche la nostra seconda Ecomaratona Clivus, nonostante il percorso si sia dovuto accorciare per impraticabilità, i commenti dei partecipanti sono positivi e questo ci gratifica molto e ripaga il lavoro dell’intera Organizzazione.

La Montefortiana anche in questa edizione si conferma quindi come la prima manifestazione podistica veronese per numero di partecipanti. Un successo reso possibile dalla disponibilità e capacità dell’Organizzazione e dei tanti volontari, senza dimenticare i tradizionali partner che da sempre affiancano questa grande festa del podismo.

 

Ordine di arrivo dei nostri atleti trevigiani:

14° Paolo Zanatta, 32’32;

15° Ahmed Nasef, 32’34;

18° Diego Avon, 33’04;

19° Dylan Titon, 33’26;

22° Francesco Duca, 33’46.

Maratonina:

Simone Gobbo, 1h 10. 22.

Mirko Signorotto, 1h 13. 41.

25° Sergio Trinca, 1h 23. 22.

Antonella Feltrin, 1h 43. 10.

 

NELLA RIUNIONE INDOOR DI UDINE

Gallina superbo: 2,08!

Mumelter quasi record con 13,69

Sui 60m. in luce la Maggiolo e Nombo

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Ecco il primo capolavoro del 2013: ce lo ha confezionato quel bravo ragazzo di Treviso, Andrea Gallina, che salta per Quercia Rovereto, vincendo nella riunione indoor di Udine, superando l’asticella e il suo primato personale a 2,08. Dietro di lui, per ora, Tobia Vendrame a 1,91 (stessa misura di Francesco Arduini, in “fiacca elevazione” ad Ancona).

Sfiorato il colpaccio anche da Niccolò Mumelter  (Silca Ultralite Vittorio Veneto), che è andato a vincere nel triplo con la bella misura di 13,69 (a tre centimetri dal primato provinciale detenuto da Ermanno Venturato con 13,72, realizzato a Verona il 9 gennaio di  dieci anni esatti fa!); terzo Davide Marangon fermo a 13,46.

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Progressi confortanti nella velocità: 60m. in ascesa per Marinella Maggiolo (7”75), per il nuovo Samuel Nombo (settimo in finale con 7”15 in batteria), per Lorenzo Bonafede (7”23) e Federico Girotto (7”26). Tra i giovani anche Kevin Fantin, Gabriele Nisticò, Enrico Giurati, Enrico Maurizi Enrici e Andrea Martinez.

 

NELLA RIUNIONE NAZIONALE DI ANCONA interessante passerella dell’Atletica Mogliano con i fratelli Jacopo e Tobia Lahbi sui 400m. (51”12 per l’uno e 54”08 per l’altro); poi presenze sui 1500m. di Anna Busatto, terza in 4’44”96, sesto e settimo posto per Leonardo Bidogia (4’04”92), Riccardo Donè (4’05”51) e Francesco Donè (4’30”19).

Brava l’allieva Irene Vian, della Silca Conegliano, con 8”37 sui 60m. e 1’00”32 sui 400m.

Gennaio 20th, 2013

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

 

NELLA RIUNIONE INDOOR DI PADOVA

Grandi salti di Martina Bellio e vittoria con 12,61

NUOVO PRIMATO TREVIGIANO NEL TRIPLO INDOOR!!!

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E’ ritornata sui suoi grandi salti la nostra Martina Bellio che, nella riunione indoor di Padova, ha magnificamente vinto con uno strepitoso 12,61, nuovo primato trevigiano nel triplo indoor, superando il precedente primato di Erika Gaddoni che ad Ancona il 26 gennaio del 2002 aveva saltato con l’Industriali Conegliano 12,59. All’interno della gara Martina ha superato i dodici metri ben altre tre volte, toccando i 12,57, i 12,40 e i 12,23!

Nell’alto (in attesa dei big) Alessandro Cecchin ha superato l’1,85, quinto, davanti a Mattia Crocetta 1,80  e Mattia Gatti e nel lungo 6,34 piazzandosi quarto, davanti ad Enrico Marton; ha vinto la gara assoluta  il nostro Alessandro Toffolo, primo con 6,45.

 

Nella riunione indoor di Modena è riapparso il nostro castellano Riccardo Ramadori nella foto sotto, per la Virtus Bologna, con 7”34 sui 60m. distanza dove Ilaria Cavallin si è migliorata, realizzando 8”00. Esordio stagionale sui 60hs. di Luca Pancaldi (con 8”80) e di Marta Moretto (con 9”80).

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Infine, nella riunione nazionale di Ancona, bel rientro della mezzofondista Fabiana Bavaresco, in una vecchia foto sotto,  in forza al G.A.Bassano, terza sugli 800m. in 2’13”27!

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TREVISO MARATHON

PER MILLE ATLETI DI MARCA

Un terzo dei tremila maratoneti finora iscritti all’appuntamento del 3 marzo risiede nel Trevigiano. Una task force di volontari (2.500 uomini) per un evento che, grazie alle tre partenze, sarà senza eguali al mondo  

 

Treviso, 18 gennaio 2013 – Saranno tanti, tantissimi. Per una Treviso Marathon che marcia a gonfie vele verso l’appuntamento del 3 marzo, c’è un propellente formidabile: l’entusiasmo di un territorio che si appresta ad accogliere con il consueto calore un evento che quest’anno, grazie alle tre partenze (Vidor, Vittorio Veneto e Ponte di Piave), si annuncia unico al mondo.

Ad un mese e mezzo dall’appuntamento, la Treviso Marathon ha già tagliato il traguardo dei tremila iscritti. E se la vocazione internazionale è confermata (26 le nazioni per ora rappresentate al via), a colpire è soprattutto l’adesione in massa dei trevigiani: un migliaio di atleti residenti in provincia ha già prenotato il pettorale di gara. A cinque settimane dalla chiusura delle iscrizioni, il numero è provvisorio, ma sintetizza al meglio l’attesa per una maratona che, toccando 18 Comuni, sarà più che mai vissuta intensamente dal territorio.   

Qualche nome tra gli iscritti? L’ex sindaco di Vidor, Marino Fuson, sarà sulla linea di partenza nel suo paese. Da Vittorio Veneto scatterà Romano Pavan, classe 1936, candidato ad essere uno dei meno giovani tra i partecipanti. Al suo fianco, Marcello Venafro e Virginio Trentin, altri volti notissimi nel mondo del podismo trevigiano. Rudy Cavallin, presidente del Triathlon Treviso, partirà da Ponte di Piave. E si sta rinfoltendo anche il gruppo delle maratonete di casa che possono aspirare ad un piazzamento non lontano dalle migliori: da Rosanna Saran a Sara Tomè, a Marcella Molin.

La complessità organizzativa di una maratona che per oltre 23 km, prima del passaggio sul Piave, si svilupperà su tre distinti percorsi, richiederà un contributo straordinario da parte dei volontari e delle forze dell’ordine.

Circa 2.500 sono le persone che saranno coinvolte nella Treviso Marathon con compiti di assistenza agli atleti e all’organizzazione: presumibilmente, una ogni due atleti. A fianco dei volontari della Treviso Marathon (800), un ruolo fondamentale spetterà alla Protezione Civile, pronta a scendere in campo con 1.400 uomini e a sfruttare l’esperienza maturata nella maratona dalle tre partenze del 2008.

Determinante sarà poi il ruolo delle Polizie Municipali, della Polizia Stradale, della Questura, dei Carabinieri e del Suem. Il resto, lo farà l’entusiasmo di chi non è coinvolto nell’evento da atleta o da volontario, ma assisterà al passaggio dei maratoneti: le decine di migliaia di spettatori che ogni anno (ma questa volta, prevedibilmente, ancora di più) rappresentano la preziosa cornice di una manifestazione unica.    

 

 

COMUNICATO STAMPA STRACITTADINA PER MARIA SOLE

 

Si correrà per Maria Sole, scomparsa nel 2011 per una leucemia

La Stracittadina del Cima per “Il Giardino di Maria Sole”

Il biglietto della non competitiva di 4 km finanzierà il progetto nell’ospedale padovano

 

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Non solo sport nella prima edizione de “La Ventuno del Cima”, ma tanta solidarietà. Domenica 10 febbraio si correrà per una bimba, Maria Sole che oggi non può più correre ma che aveva un sogno, avere un giardino, uno spazio anche nell’ospedale pediatrico oncoematologico di Padova dove poter giocare con i propri fratelli.

Atletica Silca Conegliano ha deciso, per questa prima edizione della maratonina coneglianese, di investire risorse, tempo e tanto cuore anche per la “Stracittadina del Cima”, una camminata di circa 4 km, il cui biglietto (gratis fino a 10 anni, 3 euro dagli 11 anni in su) sarà devoluto per la raccolta fondi del progetto “Il giardino di Maria Sole” portato avanti dai genitori della piccola, Lodovico e Caterina Giustiniani, insieme a un gruppo di amici trevigiani e il supporto del primario dell’onco-ematologia pediatrica dell’ospedale di Padova, Giuseppe Basso. Attraverso la Fondazione Magica Cleme onlus, l’obiettivo è quello di costruire nel giardino dell’ospedale patavino un piccolo padiglione, con ampie vetrate, collegato a day hospital e reparto, dove i piccoli pazienti possano passare del tempo con fratelli e sorelle e godersi il verde della natura. E poter così sentire un po’ il calore di casa.

“Oltre alla preziosa presenza di Annalisa Minetti, atleta che ha vinto il bronzo alle Paralimpiadi di Londra nel settembre 2012 e che sarà al fianco dei partecipanti alla Stracittadina, c’è anche un altro grande motivo per esserci vista la finalità benefica della non competitiva - afferma il presidente di Atletica Silca Conegliano, Francesco Piccin - alle famiglie, alle scuole, ai tanti bimbi rivolgo l’accorato invito a partecipare a “La Ventuno del Cima” per vivere un momento di grande sport, con la maratonina, un momento di grande condivisione, con Minetti, e un momento di solidarietà, visto che si correrà anche per il sogno di Maria Sole”. Non mancheranno però la gioia e la goliardia del Carnevale: i bambini potranno infatti correre in maschera e le tre mascherine più belle e simpatiche verranno premiate dagli organizzatori. 

Dopo aver assistito alla partenza de “La Ventuno del Cima” dalla Scalinata degli Alpini, i “marciatori” si dirigeranno nella zona di Parco Rocca, per poi passare davanti alla Casa del Cima (la Fondazione GB Cima ha dato il patrocinio alla manifestazione), ammirare Contrada Granda e la bellissima via XX settembre, per poi tagliare il traguardo in piazzale Fratelli Zoppas. Proprio da lì, dal Biscione, potranno assistere, poco dopo, all’entusiasmante arrivo della 21 chilometri, la gara Fidal che promette emozioni e agonismo. A dare ritmo a tutto l’evento ci saranno anche i tamburini dell’associazione Dama Castellana di Conegliano. 

Domenica 10 febbraio Atletica Silca Conegliano organizza inoltre, in collaborazione con l’Ulss 7, il Campionato Italiano Ospedalieri. Infermieri, medici, dipendenti delle aziende sociosanitarie arriveranno da tutt’Italia per confrontarsi in una competizione amatoriale tra le bellezze naturali e architettoniche del territorio. E dimostrare, anche sul campo, che lo sport fa bene alla salute. 

Per partecipare a “La Ventuno del Cima” (il cui direttore di gara è Mauro Miani) è possibile iscriversi tramite il sito internet www.atleticasilca.it o inviando direttamente un’e-mail a  iscrizioni@trevisomarathon.com. L’iscrizione alla “Stracittadina del Cima” potrà avvenire in loco la mattina della manifestazione. Per informazioni è possibile contattare la segreteria o tramite la posta elettronica all’indirizzo segreteria@atleticasilca.it o telefonando allo 0438-412124.

Gennaio 19th, 2013

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

 

Indoor, lanci e strada nel fine settimana dell’atletica veneta

 

 

Doppio appuntamento al coperto allo stadio Colbachini di Padova. Sabato 19 gennaio, terza manifestazione regionale indoor, interamente dedicata ai salti: alto e lungo per il settore maschile, alto e triplo per quello femminile. In pedana le categorie allievi, juniores, promesse e seniores. Inizio gare alle 15.45. Domenica 20 gennaio, la struttura coperta dello stadio Colbachini ospiterà invece una manifestazione di prove multiple dedicata alla categoria allievi. Inizio gare alle 9.30.

INVERNALI DI LANCI – Sabato 20 gennaio, al Campo Perraro di Vicenza, è in programma la prima giornata della fase regionale dei campionati italiani invernali di lanci. Previste le gare di giavellotto, sia maschili che femminili. La manifestazione è organizzata dall’Atletica Vicentina (Sergio Cestonaro, tel. 348-5807544). La seconda giornata della rassegna, con gare di martello e disco, inizialmente prevista per domenica 20 gennaio, è stata spostata a domenica 27 gennaio nella stessa sede.

MONTEFORTIANA – Fine settimana di corsa sulle strade di Monteforte d’Alpone, nel Veronese. Di scena, la 38^ Montefortiana: clicca qui per saperne di più.

 

 

 

 

In ventimila sulle strade di Monteforte d’Alpone

 

 

Tutto pronto a Monteforte d’Alpone (Vr) per la 38^ edizione del Trofeo S.Antonio De Megni, nell’ambito della quale sono inserite la 18^ Marcia per il Sorriso dei Bimbi di sabato 19, con oltre 2700 bambini delle scuole della provincia di Verona; domenica mattina (ore 8,00) toccherà poi alla 2^ Ecomaratona Clivus (prossima al record di iscritti con 600 maratoneti) e alla 19^ Maratonina Demmy, valevole per il campionato nazionale Alpini che ha superato i 1300 iscritti, dove saranno al via l’azzurro di maratona Pertile, Leonardi, Spina, Wegher, Bogdanich, Chuo Ting-Ying (Tpe), Milella e Mahjoubi (Mar); tra le donne Patelli, Moreni, Scorzato, Di Vito, Jensen, Maino, Legnaro e Chen Shu-Hua (Tpe).

Sempre in mattinata, se le condizioni meteo saranno positive, tutto lascia presagire che le presenze totali (sommando le prove competitive al mondo dei marciatori e camminatori del Trofeo S.Antonio), potrebbero raggiungere la cifra di ventimila presenze.

Novità per la Montefortiana-Turà con gara unica uomini (7 giri) e donne (4 giri); nella femminile si aggiunge la pluricampionessa toscana Gloria Marconi, assente invece la ruandese Mukasakindi e con possibili novità dell’ultima ora. Completa quella maschile, con trenta atleti al via, dove spicca la presenza del carabiniere Stefano La Rosa reduce dal brillante secondo posto nel cross della Vallagarina (a cura dell’ufficio stampa della Montefortiana).

 

 

Da “Il Gazzettino”

Per dovere di cronaca…

ATLETICA

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Il mezzofondista Paolo Zanatta e la lunghista Martina Lorenzetto sono gli atleti trevigiani dell’anno, secondo gli utenti del sito atleticatrevigiana.it, gestito dallo statistico Franco Piol.

Tra i giovani, titoli a Giorgino Gjeli e Teresa Gatto. Migliori master, Domenico Lorenzon e Silvia Pasqualini

 

 

 

 

 

Da “Queen Atletica”

Atletica e Scuola: la lettera di un professore sull’abbandono

 

 

Gentile redazione, ho scoperto da poco l’esistenza del Vostro sito e ogni tanto leggo con curiosità gli articoli pubblicati. In particolare uno scritto, quello circa l’attività scolastica. L’attività scolastica è un nodo cruciale al vaglio di molteplici federazioni, oserei dire tutte. I giochi sportivi studenteschi sono oggetto di studio di analisti molto esperti e bravi con numeri, curve, andamenti medi, risultati. Scorrendo articoli di varia natura sportiva incontriamo pareri positivi di alcuni, penuria per altri, sostanziale neutralità tra i rimanenti. L’aspetto su cui voglio portare la Vostra attenzione è quello della globalità del punto di osservazione. Restando sulla disciplina dell’atletica leggera in pista e campestre, la partecipazione rimane alta nella mia provincia e molto buona in tutta la mia regione (Dati degli uffici scolastici provinciale e regionale). Ciò ci conforta e fa analizzare da esperti come Voi quali sono le cause nel momento in cui un ragazzo entra nella nostra federazione, ente che ha difficoltà poi a portare avanti un progetto educativo.

Ciò che mi è capitato di constatare in sede dei frequentatissimi GSS locali e regionali è la plurima scelta dello sport a monte. Moltissimi ragazzi della scuola secondaria di 1^ grado (per non dire la maggioranza), ad esempio, sono tesserati per due federazioni e svolgono l’attività principale NON con la nostra. Quelli che rimangono o riusciamo ad attrarre sono pochi e le percentuali di ingresso non sono così alte purtroppo. Nella scuola secondaria di 2^ grado è già stata fatta una scelta dagli studenti, compresa quella di non fare sport.

Il filone scolastico rimane comunque un bacino appetibile, contenitore da cui attingono tutti gli sport con modalità discutibili. Il motivo di questa situazione è molteplice: fare più esperienze è didatticamente utile ma l’atletica rimane seconda rispetto ad altri sport. L’atletica a scuola è semplice e immediata, fruibile anche da proff poco “tecnici” che preferiscono però proporre a lungo termine le discipline di squadra. Perchè le opportunità promozionali non sono le stesse per tutte le federazioni alcune delle quali hanno “priorità assegnata”. La critica è di stampo sociologico, pedagogico e politico. Impresa ardua e aspetti che approfondisco ogni settimana. Come si dice, lo studio serio non ci deve mai abbandonare.

Sociologia: studia i fenomeni della nostra società, compresa quella sportiva. Popolazione giovane sempre più legata al virtuale (che aiuta sia chiaro) e meno alla cultura del movimento, semplice pigrizia che amplifica le distanze dai nostri luoghi (a volte solo 5 km), informazione sullo sport che arriva troppo in modo utilitaristico e non cura sempre la vera formazione mentale dei soggetti che deve essere a-federale. Pedagogia: tasto dolente. La scuola troppo spesso è veicolo di mezzi e metodi freddi che danno spazio, a turni, a realtà sportive che tirano acqua al proprio mulino. L’istituzione non è più in grado di filtrare i segnali seri da quelli opportunistici, non riesce a riconoscerli; l’autonomia scolastica è cosa buona solo se si possiedono criticità documentate altrimenti diviene solo clientelismo ad opera del miglior offerente. Politica: la politica entra a ragione anche nel mondo sportivo, la politica è cosa essenziale credo perchè è doveroso governare, organizzare, promuovere, consentire, equiparare. Ciò che fa la differenza è il fine e la modalità della politica.

Noi Fidal possiamo fare ciò che vogliamo ma nella stanza dei bottoni ci sono certe dinamiche hanoi estranee. Un istituto come il CONI doveva essere negli anni 60 la copia dei mirabolanti ministeri dello sport di Francia e Germania ma si è rivelato tutt’altro. Assenza di regole e clientelismi spiccioli lo hanno trasformato tesoro per pochi eletti…calcio, basket e pallavolo in primis. Sono loro che attraverso innumerevoli canali (media, stampa, MIUR, politica) la fanno da padroni e selezionano i ragazzi a tutti i livelli. A noi restano le briciole e io non riesco a fare tanto i conti con le briciole, vado avanti per l’obiettivo principale: la pratica sportiva, la conoscenza dell’agonismo attraverso il rispetto delle tappe evolutive e come mezzo per conoscere i propri limiti e quelli degli altri.

Si pensi: con questo obiettivo primario tutte le federazioni partirebbero alla pari e anzi, il CONI potrebbe “blindare” la promozione con regole serie e renderla pedagogicamente migliore in accordo con i metodi scolastici; le Federazioni subentrerebbero in seguito sempre rispettando suddette regole. Il sistema odierno non funziona così purtroppo e allora cosa potrebbe fare la nostra Fidal?

Potrebbe partire da questi assunti sociologici, pedagogici, lungimiranti con gli esordienti (tanta attività libera da distanze, tempi, misure), costa poco, sono accattivanti gli attrezzi di recupero (palline e giavellotti costruiti, ostacoli di cartone, aste di legno, ecc), la situazione in ciascuna provincia sarebbe diversa e stimolante anche per “formare” sulla didattica i nostri educatori. Nella categoria ragazzi e cadetti le cose si faranno più serie ma ancora lontane dai meccanismi assoluti. Solo da allievi il linguaggio diviene adulto. In un percorso del genere, con obiettivi e premi adatti alla fascia di età considerata, ciascun ragazzo avrebbe interesse a scoprire quello che viene dopo. Forse l’abbandono precoce sarebbe un fenomeno un pò più limitato. Chissà. Pubblicizzare questo “metodo atletica” non so se troverebbe meno sponsor di adesso, sarebbe una frontiera per i nostri managers federali.

Alla fine le risorse aiutano ma non fanno la differenza; istruttori/allenatori con tali caratteristiche sfonderebbero il mondo della scuola, farebbero breccia in molti cuori dirigenziali, avrebbero seguito tra i ragazzi che è vero che sono abbagliati da palloni bellissimi, casacche fluorescenti, materiale da tv ma ciò che dura sono i rapporti tra le persone, le persone fanno una federazione, fanno uno staff tecnico.

Probabilmente sono uscito dal tema del Vostro lavoro sull’atletica a scuola ma là dentro ci sono regole, tempi, dinamiche tutte da conoscere. Mi scuso per la lunga conversazione ma ogni tanto fa bene parlare a braccio.

Un anonimo operatore.

Buon lavoro a Voi.

Articolo pubblicato da: Andycop - il: 18/01/2013 alle 16:39

Gennaio 18th, 2013

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

 

A PADERNELLO PROVE MULTIPLE ESORDIENTI

Giacomo De Osti e Yassin Gatabi, bel duello!

 

Ricco di tenzone agonistica il duello tra due ragazzini di gran livello, Giacomo De Osti (Libertas Tonon Vittorio Veneto) e Yassin Gatabi (Atletica Mastella Quinto), risoltosi nella indoor di Padernello sabato scorso, con la vittoria di Giacomo per soli cinque punti (persi da Yassin con i sei centimetri in meno nel lancio della pallina: 1.136 contro 1.131 punti!). Pari sugli ostacoli e 5”7 per tutti e due sui 30hs. su Filippo Peruch, (Libertas Tonon Vittorio Veneto),  terzo in 5”9 (e terzo finale con 1.051 punti).

Nella pallina ha primeggiato Paolo De Tuoni (Libertas S. Biagio) con la misura di 11,31, quarto appena sotto i mille punti.

Più domestico il biathlon femminile con l’affermazione di Anna Cazzaro (Atletica Stiore) con poco più di ottocento punti (6”5 e 9,63 per 825p.), su Allegra Benetton e Harley Ogbekene (entrambe della Trevisatletica), ma prime nelle singole discipline sono state Giada Chinellato (Trevisatletica) con 6”3 sui 30hs. e Caterina Pivetta (Atletica Montebelluna) con 9,83 nel lancio della pallina.

Staffetta mista 4×40m. appannaggio dell’Atletica Montebelluna, 37”1 su la Libertas Vittorio Veneto 37”4.

Trionfo finale della Trevisatletica, prima con 14.965 punti sull’Atletica Quinto, seconda con 10.210 punti e sull’Atletica Montebelluna, terza con 7.959 punti.

Per i risultati completi, consultate il sito della Fidal Treviso.

OMAGGIO FOTOGRAFICO DI GABRIELE MARSURA

A Galliera Veneta…

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  Ahmed Nasef con Said Boudalia

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Valentina Bernasconi

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Dylan Titon e Francesco Duca

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Beatrice Stocco n.18, con Manuela Moro n.19 e Elisabetta Colbertaldo n.15.

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Stefano Pretotto

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Partenza cross corto (si intravvedono: Mattia Stival n.51, Leonardo Bidogia n.46,

Stefano Ghenda n.49, Luca Braga n.47 e Jacopo Lahbi n.50

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Gloria Tessaro

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Riccardo Donè (n.520)

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Carolina Michielin

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Un passaggio degli allievi con Filippo Antonio Marsura (10°, n.97) e Alberto Rech (5°, n.49)

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Anna Busatto

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Passaggio cadetti con Riccardo Garbuio (n.52) e Filippo Spinazzè (coperto dal 47, n.85)

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Partenza cadette con Nikol Marsura (n.178), Deborah Zilli (copertadal 60, n.47) e Veronica Camerin (n. 60)

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Il vincitore ragazzi Abel Campeol (n. 77)

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Partenza dei master con Gabriele Marsura n.250.

Gennaio 17th, 2013

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

 

da “La Tribuna di Treviso”

Tre Mulini, marcia per 2.500 podisti

Vazzola, il tempo grigio non ha rovinato la 27esima edizione Successo degli organizzatori del gruppo podistico Due Torri

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. Oltre 2.500 podisti hanno animato la 27esima Marcia dei Tre Mulini, quella che un tempo venne intitolata così perché andava a lambire i tre mulini presenti a Vazzola. Oggi ad essere lambito è uno solo dei tre mulini originari, ma il numero “tre” è rimasto, tanti sono infatti i percorsi (da 5, 12 e 21 km) predisposti dal gruppo podistico Le Due Torri di Vazzola. La partenza, davanti alla Casa delle Associazioni in Parco Rossi, è stata data dallo starter, l’assessore provinciale allo sport Paolo Speranzon. Il serpentone dei podisti, dopo aver costeggiato la chiesa di Vazzola, si è inoltrato nella campagna tra Tezze e Visnà. I runners dei 12 e della 21, dopo aver superato i primi tre ristori, gestiti da alpini, amici e sostenitori, hanno raggiunto il Monticano. Sono poi transitati nella frazione di San Michele di Ramera, attraversando i giardini della Villa Paoletti. Dopo il quinto e ultimo ristoro, passato il centro di Soffratta, la volatona dell’ultimo chilometro con arrivo a Vazzola, nel viale alberato del Parco Rossi. Nella mezza maratona dominio di Fabio Bernardi su Simone Gobbo e Mirko Signorotto e di Paola Dal Mas su Mara Golin e Monia Capelli. Nei 12 km Mohamed Chouqrati ha regolato Christian Salvador ed Ezio Casagrande e mentre Silvia Pasqualini si è imposta su Nadia Dandolo e Paloma Salade Morano. Nei 5 km, dedicati ai ragazzi, velocissimi sono stati Riccardo Favarato (su Graziano Carniato e Wahab Boussin) e Anna Corai (su Luana Rasera e Stefania Gusmerini). Christian Salvador, transitando per primo al traguardo volante posto al km 1,8, ha vinto il 18esimo memorial Graziano Bonotto. Ben 54 i gruppi podistici premiati e numerosi quelli da fuori provincia: il più numeroso è stato il gruppo di Biancade, seguito da Baone e Lepri Sarano.

Salima Barzanti

 

 

 

 

Boidi e Marsura conTrevisatletica E ora in campo anche il team rosa

TrevisAtletica raddoppia: sotto la direzione tecnica di Mary Massarin esordisce anche la squadra femminile. Intanto tra i “maschietti” va segnalato l’arrivo dal Mogliano del pesista Luciano Boidi, primo (15.88) domenica tra gli allievi al Trofeo Carla di Schio. Grazie alla crescita delle altre “punte” di TrevisAtletica, l’altista Jacopo Zanatta, l’ostacolista Giacomo Zuccon e il velocista Kevin Durigon (rispettivamente 5°, 11° e 21° agli ultimi Italiani individuali), si riproporranno anche quest’anno le condizioni per ben figurare nel corso dei Societari e, perché no, sognare quella Finale scudetto solo sfiorata nel 2012.

Meno prestigioso, ma non meno importante, l’obiettivo con le ragazze: dopo la riforma del regolamento nazionale dei societari, si punta alla Finale “B”. Perr quanto riguarda il settore giovanile da segnalare anche la decisione di Nikol Marsura, cadetta classe 1999 che ha scelto di seguire il fratello Filippo, e di vestire anche lei la maglia rossa di TrevisAtletica.

Nikol ha esordito già questa domenica in occasione del cross regionale di Galliera Veneta piazzandosi seconda nel chilometro e mezzo

 

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Da “Queen Atletica”

Statistica sulle Indoor: l’Italia il paese degli sprinter per forza?

 (di Gianluca Zuddas e Andrea Benatti) - Quello che presentiamo è uno studio statistico basato su dati facilmente recuperabili sulla rete e relativo ad aspetti qualitativi e quantitativi dell’attività indoor italiana degli ultimi 8 anni (dal 2005 al 2012) nelle categorie “assolute” ovvero, Allievi, Junior, Promesse e Senior. La statistica è basata su chi ha corso o partecipato ad almeno una gara e sia stato classificato in qualunque modo. Abbiamo deciso di iniziare con le specialità “veloci” (60, 400 e 60hs), verificando l’eventuale interesse suscitato da questo studio, prima di poter proseguire con le altre specialità o addirittura estendere lo studio all’attività outdoor. Su queste ultime, probabilmente, si avrebbe un’analisi statistica più fedele alle dinamiche “sociali” sezionate a livello diacronico ed in divenire del mondo dell’atletica.

Le tabelle sono state pazientemente confezionate da Gianluca Zuddas, e si prestano, come del resto qualunque dato, ad essere interpretate. Ognuno ha un proprio filtro mentale, costruito dalle proprie esperienze e dai propri studi, che obbligatoriamente determina la propria visione dei fenomeni cui assiste. Gianluca ha estrapolato per ognuna delle specialità analizzate, diversi flussi di dati poi organizzati in tabelle con evidenziate le linee di tendenza. Sono tabelle sia di natura qualitativa che quantitativa, quindi ognuno può farsi le proprie idee con il massimo numero di dati estrapolati a disposizione.

Sarebbe interessante, quindi, che chi ci vedesse aspetti diversi rispetto a quelli che cercheremo di esporre, frutto appunto della nostra visione di questo mondo, li esponesse, ce li inviasse per la pubblicazione: io l’ho del resto sempre detto: il mio sito è a disposizione di tutti coloro che hanno voglia di migliorare questo sport e di apportare idee, motivi di confronto, critiche, spunti. Basta spedirmeli ad uno degli indirizzi che troverete in fondo a questo scritto.

PREMESSA: le indoor, ovvero un mondo di scelte obbligate

innanzi tutto, è pacifico che l’attività indoor e le statistiche ad essa collegate, rispondano prima di tutto ad un pre-requisito che sposta in maniera determinante ogni forma di raccolta di dati: gli impianti. E’ pacifico e logico che tale premessa non avrebbe senso se in ogni provincia italiana ci fosse uno o più impianti indoor. Ma sappiamo bene che una delle lacune principali di questo sport, è proprio la scarsa e difficile facoltà di “accedere” agli impianti indoor da parte degli atleti, in quanto… semplicemente non ci sono o sono molto pochi e distanti. E’ conseguente il secondo assunto, ovvero che vi sarà più partecipazione a seconda della distanza “fisica” degli atleti all’impianto e per cerchi concentrici. Quindi più ci si allontana dall’impianto, più è logico pensare che minore sarà la partecipazione degli atleti. E sarà ancor più rara, la partecipazione, andando verso zone molto lontane da detti impianti, ovvero principalmente al sud del Paese. Lo sanno anche i muri che la difficoltà strutturale dell’atletica italiana indoor risiede principalmente nell’avere a disposizione un solo impianto con l’anello (Ancona) e una 15ina di cosiddetti “tunnel” (palazzetti con un unico rettilineo per i 60 metri) dislocati principalmente nel nord dal Paese. Tutto questo ha un portato statistico ovvio: enorme scarsità di dati relativi alle gare che non siano i 60 metri e i 60hs, ed enorme quantità di dati relativi alle gare compatibili con gli impianti a disposizione, che generalmente sono i 60, i 60hs, i salti e il lancio del peso. Comunque: vedremo che emergerà durante questo piccolo studio un macro-fenomeno di adattamento alle esigenze “invernali” che sarebbe bello sviluppare per vedere se tale fenomeno abbia poi ripercussioni sull’attività all’aperto.

I 60 metri maschili: il boom controverso e l’emergere dello “stallo tecnico”

Il boom di sprinter è soprattutto quello giovanile

Nel prendere visione delle tabelle relative ai 60 maschili, salta subito all’occhio il dato complessivo di tutte le categorie assolute: nell’arco di 8 anni sui 60 metri maschili si è registrato un aumento abnorme dei partecipanti, ovvero un incremento del 75% che si commenta da solo. La crescita come denota la curva è stata pressochè costante negli anni e ha coinvolto soprattutto le categorie giovanili: vedremo come questo aspetto abbia un suo senso. Le ragioni sono facilmente intuibili: la diffusione e l’apertura sempre più frequente di “tunnel” quale unica opportunità di atletica in pista in inverno, il probabile/possibile ripiego di molti atleti di altre specialità in questa specialità. Gli incrementi per le singole categorie, come si può notare nella prima tabella, sono maggiori più in età giovanile: si pensi che nell’arco di 8 anni gli allievi che si sono dati ai 60 metri è aumentato del 105%! Gli junior 93%, le promesse del 57% e i senior “solo” del 31%. Qui forse ci sta la prima riflessione: mentre è chiaro che tra la categoria junior e quella promesse, in teoria la “specializzazione” dei singoli atleti sia già avvenuta, quindi le scelte di ripiegare sullo sprint sono meno riscontrabili, l’esodo massiccio degli allievi nella specialità è sintomatico del fenomeno in corso, che vedremo anche essere corroborato da un altro dato. Lo sport lo si vuole fare al chiuso in inverno (anche per colpa delle mamme…) e soprattutto in età giovanile c’è la necessità di “divertire” con l’atletica e non solo pianificare appuntamenti agonistici molto lontani nel tempo, che farebbero perdere giorno per giorno il necessario entusiasmo per far fatica. Probabilmente molti allenatori saranno “costretti” a far scendere molti dei propri allievi nell’arena dei 60 metri con il logico portato che dovranno anche adeguatamente prepararli (ma non per manifestare la propria bravura, ma per permettere al ragazzo di non disamorarsi dell’atletica con prestazioni scadenti). Secondo voi, questo a che effetti nel lungo periodo porterà su una popolazione di allievi così vasta? Quanti, arrivata l’estate, si riconvertiranno ad altre specialità magari più lunghe (non necessariamente quelle del mezzofondo, ma anche i 400)?

Gli effetti dell’esodo di mini-sprinter sul sistema delle “scelte obbligate”

Quel fenomeno che è chiaramente palesato dai dati qui sopra menzionati e presenti nelle tabelle, ovvero un’esponenziale crescita di partecipanti alle gare indoor dei 60 metri, e la “riconversione” di molti altri atleti provenienti da altre specialità alo sprintismo, a nostro avviso si “legge” in un altro dato, ovvero nella tabella di pagina “6” dove sono presenti le medie generali dei tempi categoria per categoria (in pratica si sono presi tutti gli atleti che hanno corso i 60 metri, e, dopo aver sommato tutte le prestazioni anno per anno, si è fatta la media). In linea teorica, ed è il nostro assunto, quanto più aumentano le popolazioni in riferimento ad un determinato fenomeno sportivo (in questo caso correre i 60 metri), più le prestazioni in riferimento a quel determinato fenomeno miglioreranno. Assunto sbagliato? Dite voi. Del resto basta prendere macro-statistiche di ogni natura relativa ai fenomeni sportivi, e si vedrà che più competizione dovuta a più partecipazione, produce un miglioramento delle prestazioni medie. In teoria… nella realtà dei 60 metri italiani, invece, come dimostra la citata tabella, il fenomeno è ancora in una fase embrionale (il boom dei tunnel è comunque “recente”) ma è chiaramente in stallo se non in recessione. Paradossalmente, cioè, è aumentata esponenzialmente la popolazione e sono stallate o peggiorate le prestazioni medie di quella popolazione. Essendo le categorie giovanili quelle che incidono di più sulla media, grazie al grande numero rispetto al totale, la ragione bisogna trovarla in queste categorie. La ragione del fenomeno, anche qui, noi l’abbiamo trovata su quelle che abbiamo chiamato “scelte obbligate”. Ovvero, gli sprinter non sono più “i migliori” o meglio “i più dotati”, ma molto semplicemente vengono buttati nella mischia sempre più ragazzi e ragazze “normali” o con scarse capacità, rallentando di molto l’output medio. Ma naturalmente l’afflusso non può non generare, e lo si vede nelle tabelle successive, un effetto “performance” non fosse altro che la base statistica si è quasi duplicata: e così a livello giovanile (allievi, junior e pure promesse, anche se con un’incidenza minore) il miglioramento pressochè costante delle prestazioni medie dei primi 10, 25 e 50 delle liste italiane. Guardate ad esempio a pagina 9, ovvero sulla tabella relativa alla media delle prime 50 prestazioni: il miglioramento degli allievi è addirittura mediamente di 8 centesimi, che detto in parole povere, significa che presi 50 allievi del 2012 e confrontati con 50 allievi del 2005, ognuno dei 50 allievi più recenti correrà 8 centesimi più veloce dei propri “cugini” più anziani: è un abisso! Addirittura 11 i centesimi della categoria junior, mentre più si invecchia di categoria, più la curva si appiattisce per poi invertire il segno con i senior.

Lo “stallo dei senior”: quando entrano in gioco gli aspetti tecnici

Confrontandoci, io e Gianluca, abbiamo registrato la peculiarità di queste curve, notando appunto che a tutti i livelli, le medie dei primi 10, 25 e 50 dei senior, hanno continuato a stallare se non a regredire. Ma come? Aumenta la popolazione in maniera esponenziale (molti di coloro che erano allievi nel 2005, nel frattempo sono diventati senior) e le prestazioni medie dei senior non migliorano o addirittura peggiorano? Potrebbe essere un controsenso dal punto di vista logico. Abbiamo avanzato alcune ipotesi su questo punto: la prima è di natura quantitativa. I primi 10 o 25 delle classifiche dei 60 metri, bene o male, sono costituiti dagli stessi atleti, ovvero il “panel” di atleti rimane quello, con poche new entry anno per anno. Quindi l’innesto di novità ha uno scarso impatto sul sistema. Se vogliamo invece essere più arguti, probabilmente si ha la prova statistica di un “bug” di natura tecnica nel sistema di programmazione tecnica italiana. Cioè: sui grandi numeri giovanili, intervengono molti più fattori esogeni (rispetto agli atleti evoluti) a determinare la prestazione rispetto a quelli tecnici; i ragazzi dotati dimostrano molto più facilmente le proprie doti, senza doversi inventare allenamenti alla Asafa Powell; poi il fisico risponde e recupera più facilmente agli input inculcati con gli allenamenti, e le prestazioni nel breve periodo (quello di una o due stagioni) emergono quasi “forzatamente”. Ma dopo? Dopo servono capacità tecniche da parte di chi allena: necessariamente. Non ci si può più basare sul “caso”, sul “talento”, ma sulla capacità dei tecnici di programmare, di pianificare, di modulare… volgarmente, di allenare. Sì, stiamo dicendo che in Italia non si sa allenare “bene” lo sprint, tanto che arrivati alla categoria promesse, lo tsunami di allievi e junior partito da lontanissimo si arena sulle spiagge delle promesse, spegnendosi del tutto sugli scogli dei senior. Avete altre spiegazioni? Tra la categoria junior e promesse, cioè, avviene uno step negativo, che in molti casi deriva anche da scelte di vita personali extra-sportive.. ma non dimenticatevi che stiamo parlando delle prestazioni medie dei migliori, che difficilmente (anche se può capitare) mollano l’osso quando l’hanno afferrato. Semplicemente anzichè migliorare, ci si ferma. E costituendo naturalmente fonte primaria dell’analisi qualitativa delle migliori prestazioni (sui primi 10 e sui primi 25) il prodotto delle prestazioni degli atleti militari, troviamo anche la certificazione di quello che si va dicendo da sempre: una volta entrati nei gruppi militari, molti atleti stallano o non migliorano, e siamo convinti che questo non derivi da una sorta di “appagamento” del posto fisso raggiunto, ma bensì di una diversa e forzata metodologia di allenamento dei neo-assunti, magari più intensa, che non produce risultati tangibili.

I 400 maschili

i dati sui 400 maschili (e vedremo anche quelli femminili) non hanno un vero e proprio senso statistico, per l’esiguo numero di partecipanti dovuto all’arcinoto problema degli impianti. Ha senso interpretare il dato, se non nell’accezione negativa della scarsezza di dati acquisibili? Il dato della partecipazione generale è così rimasto pressochè invariato, così come quello delle singole categorie, con scostamenti minimi e poco apprezzabili. Anzi, si registra pure un calo tendenziale generale, se pur minimo… non si staranno convincendo anche i 400isti a passare ai 60?? Addirittura le prestazioni medie generali stanno pure peggiorando (pagina 12) con il clamoroso scivolone di quasi un secondo dei senior (da 52″50 a 53″46). Se guardate le tabelle delle prestazioni dei migliori (10, 25, 50) noterete un altro aspetto singolare: nel tempo, in 8 anni, benchè con una popolazione risicata, a migliorare quasi costantemente le prestazioni apicali sono stati quasi esclusivamente gli allievi, mentre per tutte le altre categorie si sono registrate paurose regressioni. Naturalmente sarebbe bello verificare questo dato sui 400 all’aperto, perchè una sola pista in tutta Italia non fa primavera, e le variabili che intervengono su questi dati sono troppo vincolate dalla lontananza della pista da parte degli atleti.

I 60hs maschili

Può essere che questa scelte “forzate” abbiano favorito gli ostacoli “alti”? Vedremo che razza di risultati paradossali abbiamo trovato, nonostante i risultati a livello internazionale e l’affermarsi sempre più costante di atleti dal potenziale molto elevato qui in Italia. Ricordiamo che le altezze degli ostacoli sono di 106 cm per seniores e promesse, 100 per juniores e 91 cm per gli allievi. Registriamo subito un aumento bestiale della popolazione impegnata sugli ostacoli: dai 242 atleti che si sono cimentati nel 2007 (i dati dei 60 hs maschili e femminili partono solo dal 2007), si è passati nel 2012, dopo un costante aggiornamento, a 348, con un incremento del 43,8%. Anche qui, un’enormità. Naturalmente l’incremento riguarda principalmente le categorie giovanili, con un aumento rispettivo del 43,1% degli allievi, e addirittura del 73% per gli junior. Hanno avuto questi numeri, un aumento della qualità a livello prestativo? Assolutamente no, anzi! Tolti gli allievi (per i quali l’altezza diversa degli ostacoli, 91 cm ce li ha fatti escludere dalla tabella) si è registrato un peggioramento medio marcato a livello generale: sarà mai riconducibile all’assunto di cui abbiamo parlato prima, ovvero che la popolazione generale dedita ai 60hs sia diventata molto più eterogenea e meno professionalizzata? Sconcerta infatti il peggioramento dei senior, peggiorati nell’arco di 8 anni di ben 60 centesimi!!! Le curve prestative sembrano non cambiare rotta nemmeno analizzando i primi della classe, ovvero i 10, i 25 e i primi 50 delle graduatorie italiane. I senior sembrano davvero in affanno, mentre il vero punto di forza sembra sia dato dalla categoria promesse, che contrasta la deriva tecnico-prestativa dei senior in maniera lampante. Potremmo azzardare un cambio generazionale in atto? Altri suggerimenti per spiegare questi fenomeni che trovate nelle tabelle fino a pagina 21?

I 60 metri femminili boom: +87% di partecipanti

In buona sostanza quanto detto per gli uomini è possibile affermarlo per le donne, che nel giro di qualche anno sono aumentate però più sensibilmente rispetto agli uomini. La media complessiva delle prestazioni risulta in linea con quella degli uomini, ovvero un peggioramento generalizzato, che già in precedenza abbiamo attribuito ad un afflusso senza limiti nella specialità. Paradossalmente però, risulta in controtendenza il risultato medio complessivo delle prestazioni delle senior, che è andato migliorando: c’è da dire, però, che il numero delle senior risulta davvero esiguo per essere “significativo” come effetto sul risultato finale. Le curve dei risultati medi delle prime 10, 25 e 50 in graduatoria delle singole categorie sembrano tutte rispondere agli stessi principi, ovvero, che più si avanza di categoria, più si migliora rispetto alla categoria precedente in “termini relativi”, non assoluti. Ovvero più si cresce d’età, più il miglioramento rispetto alla categoria precedente, risulta marcato e di conseguenza le curve hanno un’inclinazione sempre maggiore. Naturalmente stiamo parlando di valori medi. Come se, diversamente che gli uomini, il famoso miglioramento dovuto all’aumento della base statistica effettivamente si verificasse. Anzi, a dire il vero il miglioramento progressivo potrebbe star ad indicare che le donne vengono allenate (mediamente) meglio degli uomini, ma qui, riflettendo, ci sarebbero da inserire ulteriori variabili, come ad esempio il fatto che lo sprint femminile in valori relativi a livello di strutturazione e prestazioni, sia partito da un gradino più basso rispetto a quello maschile azzurro, e di conseguenza determinati risultati potrebbero essere stati più “facilmente” raggiungibili rispetto ad un pari categoria maschile. Qualcun’altro a qualche altra teoria? Sta di fatto che si è registrata questa macro-tendenza… se qualcuno ha altre ipotesi..

I 400 femminili: quattro gatte

Davvero pochi risultati complessivi, e di conseguenza dinamiche tutte da scoprire… appena fuori dall’impianto indoor di Ancona. I dati relativi alle prestazioni sono quanto mai infatti volatili e di difficile interpretazione, subendo l’impatto negativo e le oscillazioni del piccolo numero. Difficile quindi stabilire delle linee di tendenza e quelle che si registrano potrebbero essere inquietanti: un dato per tutti, la media delle prime 50 allieve è quasi 3 secondi migliore delle prime 50 junior! Questo è appunto l’effetto di un campione statistico, legato alle junior, evidentemente fallace. Anche perchè le allieve sarebbero migliori, sempre nel panel delle migliori 50, delle promesse e starebbero insidiando le senior, ormai a pochi decimi… attenzione!!!

I 60hs femminili: le senior migliorano

Anche i 60hs femminili presentano in piccolo le medesime dinamiche studiate prima. Le altezze degli ostacoli sono di 84 cm per seniores, promesse e juniores, 76 cm per le allieve. Stranamente però, a differenze che con gli uomini, l’aumento di atlete che si è dedicato agli ostacoli non è stata così cospicua. Si è passati infatti da 220 a 273 atlete, ovvero più o meno il dato dei 400 metri. La diffusione dei tunnel, cioè, non ha avuto lo stesso impatto che ha avuto con le prove brevi degli uomini. Una specialità stranamente disertata, nonostante… le opportunità. Come si è tra l’altro registrato in tutte le categorie, la media complessiva dei risultati ha comunque subito un peggioramento, in alcuni casi, come nelle junior e nelle promesse, davvero preoccupante. Si son persi anche cinque decimi nel solo giro dell’intorno di tempo considerato: una montagna (guardate la tabella di pagina 36). In leggero miglioramento il dato complessivo delle senior. Come vedremo però immediatamente, i miglioramenti sensibili sono nelle graduatorie “apicali”, ovvero quelle delle prime dieci del ranking nazionale assoluto. Come è visibile nella tabella di pagina 37, le senior sono scese di 14 centesimi, mentre risultano oscillanti i dati delle altre categorie: non si segnala ancora un orientamento preciso per le altre. Stessi fenomeni registrati nelle 25, con una controtendenza negativa delle junior, mentre nelle 50, il vero metro di giudizio complessivo di una categoria, è clamorosa la caduta delle promesse, che hanno uno scivolone senza apparenti spiegazioni. Almeno, al momento. Il tutto, e vale la pena ricordarlo, negli anni che hanno visto atlete come Micol Cattaneo, Marzia Caravelli, Veronica Borsi e Giulia Pennella, realizzare prestazioni (assolute e di categoria) storicamente tra le migliori in questa disciplina.

Conclusioni

Terminiamo qui, ma ci sarebbe da dire e scrivere molto di più. Siamo solo due appassionati che hanno provato a dar senso a statistiche disponibili sulla rete. Ma è sui dati che si prendono le decisioni, non sul sentito dire. Già qualche giorno fa avevamo individuato quella che era una bufala, ovvero che il problema principale dell’atletica italiana fosse il reclutamento nelle scuole: dati alla mano abbiamo confutato questa leggenda urbana, individuando invece nelle falle del sistema-atletica italiano il vero colabrodo che fa perdere in mille rivoli centinaia di atleti. Ora si hanno a disposizione questi altri dati, relativi alle gare indoor: il rischio, questi dati sembrano dire, potrebbe essere uno schiacciamento verso determinate specialità, di molti degli atleti così faticosamente reclutati, tra l’altro in una specialità specifica, la velocità, che a livello internazionale sembra essere più che satura. Per dirla come un manager, una scelta strategicamente, perdente, benchè obbligata da molti fattori, il primo dei quali, le risorse a disposizione, che sono sempre meno. Nel documento allegato troverete gli indirizzi e-mail cui eventualmente spedire proposte, critiche, che pubblicheremo per poter dare un contributo ad una discussione… che non c’è ancora. Ringrazio personalmente Gianluca Zuddas che ha imbastito tutte le numerose tabelle e disegnato le curve.

Indoor in Italia

Articolo pubblicato da: Andycop - il: 15/01/2013 alle 22:14

 

 

DOMANI SUL SITO: OMAGGIO FOTOGRAFICO DI GABRIELE MARSURA ALLA  GARA DI GALLIERA VENETA!!!