DIARIO TREVIGIANO
A cura di Franco Piol
COMUNICATO STAMPA NUOVI ATLETI IN CASA SILCA
Nove le new entries nelle due società: cinque donne e quattro uomini, tra cui Fabio Bernardi
Nuovi arrivi in casa Silca Ultralite Vittorio Veneto e Atletica Silca Conegliano
Tra i nuovi atleti spicca Carolina Michielin, campionessa italiana Allieve 2012 nei 2000 siepi
Neanche il tempo di digerire panettoni e pandori, che in casa di Silca Ultralite Vittorio Veneto e Atletica Silca Conegliano si pensa già all’attività agonistica 2013. Proprio durante il periodo delle festività natalizie le due società, presiedute rispettivamente da Aldo Zanetti e da Francesco Piccin, hanno concluso gli iter per accogliere nove nuovi atleti. Coordinatore dei due settori, maschili e femminili, è Raffaele Moz.
In questo nuovo anno indosserà la casacca biancorossa la diciassettenne Carolina Michielin, proveniente dal Montello Runners e, nel 2012, capace di laurearsi campionessa italiana Allieve nei 2000 siepi. La giovane spazia con ottimi risultati dai 1500 ai 5000 metri passando per i cross.
Quest’anno sarà al suo primo anno nella categoria Juniores e sarà allenata da Lionello Bettin.
Quest’ultimo prenderà sotto le sue ali, ma nella categoria Allieve, anche Irene Vian, proveniente dall’Audace Noale. La sedicenne ha un personale di 58.86 nei 400 metri e nei 2.14.57 negli 800 metri. Vian è un atleta molto eclettica e fisicamente ben strutturata, giunta settima ai campionati italiani allieve 2012.
Nella squadra Juniores di casa Atletica Silca Conegliano entrerà anche Giorgia Conte, proveniente da Trevisatletica. Nel suo curriculum la diciassettenne, allenata da Gabriele Ferrero e portata per le distanze più lunghe della pista, vanta un personal best di 10.52.36 nei 3000 metri.
Due saranno invece le nuove Promesse. Una è la diciannovenne Eva Serena, proveniente dall’Atletica Mogliano, allenata da Fabio Ceccato e in procinto di cimentarsi nei 400 ostacoli. Ha un personale di 2.18.56 negli 800. L’altra new entry è Beatrice Stocco. Atleta con propensione per le lunghe distanze, la ventunenne mira all’attività di cross e alla corsa su strada. È allenata da Diego Avon, proviene da VeniceMarathon Asd e ha un personale di 18.26.76 nei 5000 metri.
Accanto ai rinforzi “rosa” non mancano gli arrivi nel gruppo maschile di Silca Ultralite Vittorio Veneto. Tra questi spicca Fabio Bernardi, atleta di casa, proveniente dal Violetta Club Lamezia Terme. Uomo di esperienza (ha 39 anni) che ha un personal best di 30.46.78 nei 10000 metri e 1.07.06 nella maratonina, rafforzerà notevolmente il settore della corsa. Altro elemento d’esperienza, pure lui trentanovenne e proveniente dal Violetta Club Lamezia Terme, è Francesco Duca, calabrese trasferito per lavoro a Pieve di Soligo. Anche lui, con personali di 1.06.18 nella maratonina e 2.24.29 nella maratona, sarà un innesto di valore nel settore. Oltre ai due Senior, Silca Ultralite Vittorio Veneto accoglierà Giorgino Gjeli: l’atleta al primo anno tra gli Juniores proviene da Trevisatletica, ha un personale di 16.21 nel peso 5 kg, categoria Allievi nella quale ha conquistato un quinto posto ai campionati italiani 2012. Il diciassettenne, allenato da Fabio Gallinaro, è molto motivato e atteso per il 2013 a un bel salto di qualità.
Infine arriva in casa Silca Giorgio Maria Bortolozzi: all’età di 75 anni il medico è stato capace, nel 2012, di saltare 4,59 metri nel lungo per la categoria MM75 e 9,81 nel triplo. L’azzurro degli anni Sessanta (proprio nel 1964 ha vinto il titolo nazionale del lungo con una misura di 7,51 metri, allora record dei campionati) è rimasto “orfano” dopo la chiusura del “Vecio GAT” (Gruppo Atletico Trevigiano). È così arrivato a indossare la maglia biancorossa, portando con sé decine di record (è primatista mondiale di categoria del lungo) e di titoli nazionali e internazionali ma anche un entusiasmo e un senso dell’agonismo da far invidia ai più giovani.
Nell’ottica della collaborazione con le società limitrofe si aggiungerà anche un gruppo di 12 Juniores, provenienti dai vivai di Montebelluna e Vedelago, i quali andranno così a ringiovanire sia la rosa maschile che quella femminile. Silca Ultralite Vittorio Veneto e Atletica Silca Conegliano, che nel 2012 hanno tesserato 412 atleti, si confermano dunque, pur nelle difficoltà del momento, un punto di riferimento per il movimento, pronte ad accogliere soprattutto atleti del territorio che vogliono continuare a fare atletica ad alto livello.
MARATONINA DELLA CITTA’ MURATA A CITTADELLA
Bene i nostri tre alfieri: Gobbo, Titon e Signorotto. Terza la Serafini!!!
Piccolo capolavoro per Pretotto e Lorenzon
Cittadella incorona Benazzouz Slimani. Il marocchino del Cus Parma ha vinto la 7^ Maratonina della Città Murata, gara conclusiva della stagione veneta 2012. Slimani si è imposto in 1h08’06”, precedendo nettamente i trevigiani Simone Gobbo (1h09’33”) e Dylan Titon (1h11’22”), azzurrino ai recenti Europei di cross di Budapest.
La veneziana Giovanna Pizzato ha conquistato la prova femminile, chiudendo in 1h18’28”. Alle sue spalle, altre due venete, la padovana Giovanna Ricotta (1h20’14”) e la trevigiana Silvia Serafini (1h26’52”). Poco meno di 600 gli atleti al traguardo, record della manifestazione, al debutto nel calendario regionale della Fidal.
Davvero forti i nostri master Stefano Pretotto (settimo in 1h 12. 36) e Domenico Lorenzon (undicesimo in 1h 13. 34.) su l’intramontabile Lucio Fregona (1h 15. 50.) e su Fabrizio Paro (1h 15. 53). Poi ancora Alvaro Zanoni, Alessandro Marin e Marco Zago; primo tra i master M55, il nostro Virginio Trentin (1h 21. 21.)
Tra le donne, oltre alla Serafini, presenti anche Paola Doro, Lucilla Aureto, Fabia Gallina e Valeria Benedetti, primattrice tra le master Mf60!
Le classifiche. UOMINI: 1. Benazzouz Slimani (MAR/Cus Parma) 1h08’06”, 2. Simone Gobbo (Atl. S. Rocco) 1h09’33”, 3. Dylan Titon (Assindustria Pd) 1h11’22”, 4. Mirko Signorotto (Atl. S. Rocco) 1h12’05”, 5. Michele Bedin (Salcus) 1h12’26”, 6. Arcangelo Pazienza (Bitonto Runners) 1h12’31”. DONNE: 1. Giovanna Pizzato (Essetre Running) 1h18’28”, 2. Giovanna Ricotta (Salcus) 1h20’14”, 3. Silvia Serafini (Brugnera Friulintagli) 1h26’52”, 4. Roberta Lazzarotto 1h27’13”, 5. Lisa Borzani (Runners Bergamo) 1h28’22”, 6. Daria Legnaro (Turristi Montegrotto) 1h29’49”.
30/12/2012 - Categoria: Mondo Master
Master dell’Anno 2012
negli M35: Longoni su Arduini
Seconda puntata della carrellata sui master dell’anno categoria-per-categoria. Siamo agli M35, che quest’anno sembra aver avuto un bella spinta “prestativa” rispetto al 2011. Gli atleti che hanno avuto diritto al voto (ovvero finalisti a qualunque manifestazione nazionale ed internazionale master) sono stati la bellezza di 111. Ad imporsi, secondo la mia tabella punteggio, Stefano Longoni, ostacolista proteiforme che ha sfruttato la sua multidisciplinarietà per accaparrarsi il titolo con un cospicuo vantaggio: ben 139 i punti conquistati. Francesco Arduini, nonostante il corposo bonus attribuito all’incredibile poker (mondiale, europeo, italiani indoor ed italiani outdoor sempre nel salto in alto) si è dovuto accontentare del secondo posto: a lui probabilmente andrebbe il premio della “critica”, vista anche non solo il filotto di titoli, ma lo spessore tecnico con i quali quei piazzamenti sono stati conseguiti.
Parlavo di Stefano Longoni. Questa la sua stagioni in sintesi: titolo europeo nei 110hs, in una finale al cardiopalma, alla quale ha assommato anche il quarto posto nel salto in lungo, e l’ingresso in finale dei 100 metri. Tre finali continentali. Poi i mondiali indoor a Jyvaskyla, dove è arrivato il 4° posto nei 60hs (rallentando nel finale) e una medaglia (probabilmente d’oro) buttata nel pentathlon (8°) dove i crampi l’hanno costretto ad abbandonare nell’ultima gara. Quindi sono arrivati i tre titoli italiani (60hs, 110hs e lungo outdoor che portano a 7 i titoli totali conquistati durante la sua carriera da master), ma soprattutto, quello che ha fatto la differenza con Arduini, sono stati i record italiani: ben 3 quelli conquistati da Longoni (sui 110hs e due sui 60hs), mentre Arduini ha fondamentalmente l’handicap di come gli altisti siano molto più longevi degli ostacolisti, e la loro carriera professionistica termina molto più tardi degli hurdelers. Così mentre Arduini si deve confrontare per il record italiano con misure da “top” (a partire dai fratelli Ciotti, ma passando anche per Luca Toso, in un passato nemmeno tanto remoto), Stefano Longoni pur ottenendo tempi sensazionali (14″32 sui 110hs e 8″25 twice) ha avuto un piccolo aiuto dal fatto che le altezze degli ostacoli non siano quelle assolute, privando il panorama dei record da possibili atleti “in età” da master (come Andrea Alterio che corse in 13″81 nel 2008 ma con i 106 cm o andando nel leggenda sportiva della specialità, con Sergio Liani, capace di correre a 35 anni in 14″00). Si pensi che il record italiano M35 nell’alto è invece di Nicola Ciotti con… 2,28! Misura che al mondo, a pari età, è forse stata saltata esclusivamente dal fenomeno (giovanile… ve lo ricordate a Spalato ‘90?) Dragutin Topic (2,31, ma anche 2,24 dopo i 40 anni!). Comunque, titolo meritato per Longoni,
La stagione di Francesco Arduini è stata comunque esaltante: 2,07 come season-high, raggiunto ad Orvieto ad inizio giugno; ma anche 2,06 a Comacchio, 2,05 sia a Zittau che a Jyvaskyla dove si è rispettivamente laureato campione europeo e mondiale. Il 2,07 equivale ad un AGC di 91,65%, contro il 92,73% di Longoni nei 60hs (e 91,77% sui 110hs): se non altro questo piccolo vantaggio consolida il primato del lecchese a livello prestativo puramente statistico. Come già detto Arduini è stato invece capace di compiere un’impresa nell’impresa, raccogliendo tutti i titoli del salto in alto a sua disposizione durante la stagione (all’aperto e indoor).
E gli altri? Manuel Dalla Brida, chiude al terzo posto con il bronzo di Zittau sugli 800 (e il 6° sugli 800), i 3 titoli italiani (su 800 indoor e i 1500 in ogni salsa), e il record spurio sui 2000. Si tenga presente che hanno portato punteggio anche i piazzamenti nelle diverse competizioni, campionati italiani inclusi. Così 4i troviamo sia Francesco Alborè (campione europeo di triplo) e Federico Nettuno, impegnato in mille battaglie in tutta la stagione (e 3 volte in 5° ai mondiali in 3 specialità diverse).
2° Francesco Arduini
64° Christian Cenedese.
Claudio, il “capoverdiano” che ama l’ultramaratona e le sfide impossibili
MASER. Claudio è uno di quegli uomini che ha superato il confine dell’estremo. Lo scorso 8 dicembre è partita la sua seconda avventura, una corsa non-stop che si sviluppa su un percorso lungo 150 chilometri a Boavista, isola dell’arcipelago di Capo Verde, ad ovest dell’Africa, a un tiro di schioppo dal Senegal. Un paradiso per turisti, un inferno per chi come lui ha dovuto affrontare una delle corse più massacranti al mondo: 150 chilometri non stop corsi portandosi dietro lo zaino con almeno 4 mila calorie da mangiare, sacco a pelo, materiale di sopravvivenza, luci per la notte. Dei 30 partenti nel percorso lungo, sono stati ben 16 i ritirati. Lui è arrivato terzo.
Claudio Morlin, 37 anni, nativo di Maser, si è trasferito da qualche anno a Sal Rei nell’isola di Boavista, dove vivono altri italiani, per motivi di lavoro. Assieme ad un amico, ha avviato con successo un’attività immobiliare turistica. Runner per passione, portacolori dell’Asd Scarpebianche, società podistica di Maser, quest’anno si è cimentato nel percorso più lungo, dopo aver portato a casa lo scorso anno un incredibile risultato superiore alle attese, arrivando primo nel percorso intermedio di 71 km, in sole 7 ore e 49′.
«La mia passione per la corsa estrema», racconta, «è arrivata quasi per caso, grazie al coinvolgimento di alcuni amici che hanno creato a Maser una società. Fino a qualche anno fa l’orientamento era finire una gara di trail, ma poi gradualmente è nata dentro di me la sensazione che avrei potuto correre più a lungo, e scegliere l’ultramaratona. Per fare la Boavista occorre sapersi adattare, alimentare, riuscire a riposare. Nelle pause ci si deve preparare da mangiare, medicarsi i piedi ed il corpo. È una gara che necessita di una lunga e accurata preparazione. Il percorso è durissimo: si attraversano dune, terreni sabbiosi, piste in terra battuta, ghiaia da calpestare in fiumi secchi, di sabbia infinita, pietraie, piste rocciose, saline, sassi appuntiti con l’oceano cristallino che appare e scompare, e montagne. Un inferno bello e impossibile, una battaglia che è durata venti ore. E poi c’è una grossa componente mentale».
Lo zaino sulle spalle? «Deve contenere tutto il necessario. Cibi liofilizzati, barrette energetiche, formaggio grana e un po’ di olio extravergine d’oliva. Poi bisogna sapersi orientare, grazie un road-book fornito dall’organizzazione insieme alla cartina, dove sono riportati i i check-point dove far rifornimento di acqua e riposare. Bisogna gestire le forze. Si corre sotto il sole cocente e la notte stellata, con 36 gradi».
Quanto serve per prepararla? «Un anno: sono arrivato a percorrere mediamente 350 km al mese. Non è facile far quadrare lavoro, famiglia e corsa. In più il 14 dicembre è arrivata al mondo la primogenita, Maya. Una gioia immensa». Tanta fatica per…? «Per la soddisfazione, un po’ di gloria e l’indelebile ricordo che porterò per sempre con me».
Giancarlo Noviello