Aprile 14th, 2013

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

 

 

L’OTTO APRILE 2008 NASCEVA ATLETICA TREVIGIANA!!!

AMICI, 5 ANNI INSIEME!

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Come passa il tempo, vola! Amici, sono già cinque anni che stiamo insieme, quotidianamente, grazie al “Diario Trevigiano” che esce ininterrottamente da quell’ormai lontano otto aprile del 2008!

Ricordo bene il primo articolo (con tanto di foto) dedicato a voi tutti e con Antonio Fent, padrino e Beatrice Mazzer, madrina. Sembra un secolo fa!

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Oggi posso tracciare un bilancio davvero soddisfacente e l’obiettivo primario, raggiunto in pieno: diffondere massivamente l’atletica trevigiana con i suoi protagonisti in tutta Italia, grazie alla rete (aprite con un qualsiasi nome di un nostro atleta ed internet si aprirà a 360° su migliaia di presenze trevigiana di tutte le discipline atletiche: velocisti, mezzofondisti, ostacolisti, lanciatori, saltatori, marciatori, podisti e master di tutte le categorie, un mare insomma, un oceano di informazioni e centinaia e centinaia di fotografie,

Materiale diffuso a piè sospinto grazie alle attuali 1.845 pagine pubblicate e, se calcolate mediamente, tre servizi (per difetto) a pagina, avrete un totale di 5.535 articoli in cui si è parlato, per voi lettori, di tutta l’attività di atletica leggera trevigiana di questi ultimi cinque anni, con risultati, resoconti, cronache, quanto riportato dalla stampa locale, provinciale e regionale, nonché da tutti i nostri giornali on line, graduatorie stagionali e foto, tantissime foto.

Il sito ha avuto oltre 119.000 ingressi e molte collaborazioni e vostre partecipazioni che spero aumentino e rendano il sito stesso sempre più ricco di informazioni e di servizi di utilità pubblica.

Non posso fare a meno di ringraziarvi tutti e tanto, pur vivendo a Roma, mi pare di vivere realmente insieme a tutti quanti voi, là in pista, sui campi, nel fango delle vostre campestri o al coperto, sugli spalti a tifare e a gridare forte “Evviva l’atletica trevigiana, GRANDE!!!”

 

 

Da “Queen Atletica”

Mondo Master

Europei Indoor Master: Torun ‘15… dov’è? Come scoraggiare il masterismo in una puntata

 

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Preso dall’euforia per gli europei appena terminati di San Sebastian 2013, ho voluto verificare dove avrei dovuto ri-cimentarmi per difendere il difendibile nella prossima edizione di Campionati Europei Indoor. Ebbene, la località scelta per i prossimi Europei sarà Torun, in Polonia. Torun, Turun… l’unica riminiscenza di cui avessi contezza era il fatto che il turun fosse un dolce di origine cremonese (nella dizione dialettale), che ammetto non piacermi nemmeno tanto (il dolce): troppo duro. Così tramite Google Maps mi vado a fare un giro nella cittadina polacca (italianizzata in Turonia) inedita, per scoprire come la stessa si trovi nel centro geometrico dello Stato polacco.

Vabbè, mi dico, vediamo come la si raggiunge. Cerco allora “voli Turun“. E a sorpresa mi si indica come aeroporto “Varsavia” o in alternativa “Danzica”. Quindi la prima sorpresa ben gradita: Turun, come sostiene il sito, non ha un aeroporto. Danzica dista 180 km, Poznan 150 e Varsavia 210. Ok, ce l’hanno messa in quel posto ancora una volta… la località, intendo dire, non fraintendetemi. La riflessione successiva è stata: “perchè”?

La risposta ovvia che ti danno in questi casi è: “non ci sono candidature“.

La ri-risposta che dò io, è che semplicemente nessuno sa che esiste questa opportunità, e secondo me sono gli stessi maggiorenti Evaa e plenipotenziari del mondo master che gestiscono le organizzazioni contattando loro stessi i possibili sellers. Ma voi davvero pensate che le comunità locali, i comuni, le regioni, le associazioni di albergatori, di fronte ad un afflusso di 3/4000 persone più indotto, non facciano a gara per organizzare (soprattutto in questi periodi) delle manifestazioni del genere? E non stiamo parlando delle Olimpiadi, dove l’investimento e le spese vengono fatte sulle strutture. Qui le strutture ci sono già, e l’investimento organizzativo rispetto ai ricavi è ampiamente ricompensato nelle prime due ore di arrivi negli alberghi di Turun. Anche perchè poi, quasi tutti coloro che poi danno una mano, sono “volontari”.

Allora perchè un posto del genere? E perchè Zittau e gli altri due paesini dimenticati da Cristo in Polonia e Repubblica Ceca degli ultimi europei master outdoor? Perchè la Evaa sta facendo di tutto per fare in modo che vi siano meno persone possibili agli unici appuntamenti che organizza, cercando di piazzarli in località fuori dalle rotte facilmente accessibili?

Lo sanno benissimo lassù che certe location sono di per sè un freno all’afflusso di master, per la lontananza e l’incremento dei prezzi per gli spostamento… e nonostante questo perseverano. Diabolico.

Personalmente penso che nulla importi di questi aspetti in Evaa, e come si è visto a San Sebastian, gli aspetti di natura politica e interrelazionale sembrano avere un peso superiore a quelli sportivi, di proselitismo, di amore verso il masterismo. Viste fare poi certe cose da non-italiani, mi consola sulla natura umana degli italiani: in definitiva non siamo proprio così peggiori degli altri.

Allora dò la mia interpretazione. Politica.

Partiamo col fatto che i meccanismi con i quali si viene nominati all’Evaa non hanno assolutamente nulla di democratico. Nessuno deve rispondere a nessun tesserato del proprio operato. Penso che chi ne faccia parte sia stato semplicemente imposto da qualcun altro. L’investitura arriva dall’alto e non dal basso. Democratico? Nepotistico. Quindi libertà assoluta sulle scelte ma che poi interessano tutti. Qualcuno sceglie per noi, ma con scelte che poi stranamente vanno contro di noi.

Questo, come capirete, è decisamente un male. Anche perchè al punto-uno delle possibili richieste di qualsiasi master europeo su quello che dovrebbe fare la Evaa, ci sarebbe quello di organizzare i campionati in un posto facilmente raggiungibile e a poco prezzo. Basta: tutto il resto è un di più e una perdita di tempo. Le iniziative dell’Evaa, fuori dai campionati europei, stanno attualmente a zero. Eppure le proposte ci sarebbero… perchè non viene fatto nulla?

Già il fatto di atterrare nel posto giusto dove si terranno i campionati, sarebbe un taglio non indifferente delle spese per ogni master, ma questo non è minimamente preso in considerazione, visto che negli ultimi tre anni si è andati a Nyregyhaza, Zittau e ora a Turun. Si fosse andati a Budapest, Monaco o Berlino e Danzica già sarebbe suonato meglio…

Stranamente non si è mai messa la postilla che il paese che dovesse organizzare i campionati, oltre che all’impianto funzionale (e idoneo: un europeo con una pista di 4 corsie come ad Jyvaskyla è un insulto), debba avere un aeroporto funzionante.

Ma tant’è. Torun, già adesso penso che in un posto del genere, se non altro per la fatica di raggiungerlo, difficilmente ci sarò.

Però una campagna per poter inserire in quel consiglio persone che davvero rappresentino la base e che siano scelte dai tesserati, sarebbe forse proprio giunto il momento di farla. Il primo passo verso una gestione più intraprendente e entusiastica di quell’organismo che al momento sembra solo una macchina per scegliere le località dei campionati europei.

Ogni federazione dovrebbe poter proporre a seconda del proprio peso in termini di tesserati un numero di rappresentanti che si riunisca almeno una volta all’anno per decidere le strategie per la diffusione del masterismo, non per ammazzarle come in questo caso. Per il denaro necessario per queste riunioni, direi che 70.000 master italiani a 13 euro l’uno di tesseramento con la Fidal, possano ampiamente sopperire alle spese di viaggio dei propri pochi rappresentanti. E così penso le altre Federazioni. O sbaglio?

Articolo pubblicato da: Andycop - il: 06/04/2013 alle 13:57