DIARIO TREVIGIANO
A cura di Franco Piol
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24 ore di San Martino,
domina l’Antico caffè Slalom
I vincitori della quarantesima edizione hanno percorso
oltre 400 chilometri in 991 giri, staccando di 30 km l’Ana
BELLUNO. Un dominio, più che una vittoria. L’Antico caffè Slalom irrompe nell’albo d’oro della 24 ore di San Martino con una prestazione che rimarrà impressa nella storia della manifestazione. E non solo perché è l’edizione numero 40, ma perché i 24 atleti hanno divorato la pista lasciando le briciole agli avversari.
Sono 991 i giri percorsi alle 15 di domenica, per un complessivo di 400,915 chilometri. Trenta in più dell’Associazione nazionale alpini, che chiude seconda con 370,850 km e 918 giri. In pratica lo Slalom avrebbe potuto tranquillamente lasciare in panchina Roberto Tornabene nell’ultima frazione: avrebbe vinto lo stesso. Merito di un gruppo di atleti fortissimi, tutti capaci di prestazioni assolute sopra i 16 km, moltissimi sopra i 17. La “peggiore”, alla fine, sarà un 15,540.
Che lo Slalom faccia sul serio si capisce già dalle prime frazioni. Apre Spada, che stampa un 17,557. Ancora meglio fanno Michele Bedin (17,760) e Francesco Duca, che fra le 20 e le 21 corre sopra i 18 km (18,687). La notte a molti porta consiglio, allo Slalom porta ancora chilometri preziosi che incrementano il vantaggio. Spunta l’alba e la vittoria può dirsi assegnata. Non resta che amministrare e puntare ai 400 km. Saranno abbondantemente superati. Anche gli alpini sono tranquilli del secondo posto a metà mattina, la bagarre è tutta per il terzo gradino del podio. Astra Quero e Quantin cominciano l’ultima frazione di gara divise da appena 100 metri. Elia Costa corre 17,015 km, Giacomo Vettorel (Astra) si ferma a 16,699. Il terzo posto va al Quantin per 236 metri, poco più di mezzo giro di pista.
Bamoussa sfiora i 19 km. A livello individuale, le prestazioni migliori sono di Abdoullah Bamoussa, che corre per la Pro loco Revine Lago e manca di un soffio i 19 km (18,955). Questa squadra puntava al podio, sfumato praticamente alle 23 di sabato quando si è infortunato Roland Pin. Eroico, ha portato a termine la sua frazione, camminando per poco più di sei chilometri e mezzo. Al secondo posto c’è Said Boudalia (18,734), terzo Francesco Duca (Slalom) in 18,687. Fra le donne, centra l’obiettivo Mara Golin, che percorre 39 giri e 15,635 km per l’Atletica Vittorio Veneto. Dietro di lei Stefania Satini, che nel giorno del compleanno si regala un bel 15,432, e Beatrice Stocco, primatista l’anno scorso, con 15,323. Nell’ultima frazione corre anche Davide Dalla Palma: 16,885 per lui.
Le 24 ore degli “highlander”. Sono partiti appaiati, ridendo e raccontandosela. Ieri alle 15 erano stravolti ma soddisfatti. Elvis Secco, William Da Roit, Mauro De Nardin e Daniele Cesconetto hanno corso per 24 ore di fila. Facendo qualche pausa per mangiare, riposarsi e reidratarsi, ma senza mai uscire dalla pista. La notte è stato il momento più difficile: il freddo e la fatica hanno messo a dura prova i fisici degli atleti. Cesconetto ha pagato più degli altri, dilapidando il vantaggio che si era costruito. Elvis Secco, invece, non ha mollato un metro, ha alternato corsa a camminata e ha fatto gli ultimi dieci minuti in compagnia dei figli, uno dei quali sul passeggino. Spinto da lui, ovviamente. In 24 ore il presidente dell’Associazione genitori di Sedico ha percorso 483 giri per un totale di 193,200 km. Secondo De Nardin (174,400 e 436 giri), terzo Cesconetto (414 giri, 165,600 km). Infine William Da Roit, che ha percorso 352 giri e 140,800 km. Ha corso invece “solo” - si fa per dire – sei ore Stefano Burlon. Tra le 15 e le 21 di sabato ha fatto 170 giri, coprendo la distanza di 68 km. A tutti, chapeau.
Sulla pista del polisportivo, leggermente umida, ha girato come un fulmine Giandomenico Sartor, che sulla sua carrozzina olimpica ha tenuto una media impressionante (attorno al minuto e 10-12) fino a quando un problema tecnico ad una ruota non l’ha costretto ad un pit stop. Peccato per i 4 minuti persi nel tentativo di riparare la gomma sulla quale le mani spingono la carrozzina. Il giovane atleta trevigiano, però, che ha aperto la gara degli Assi, ha completato comunque la sua prova, facendo ben 17,701 km e 44 giri. L’anno scorso ne aveva fatti 51.
Alessia Forzin
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SUL SITO
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I nostri migliori trevigiani (in metri):
18.955 Abdoullah Bamoussa, Pol. Revine PB
18.687 Francesco Duca PB
18.076 Diego Avon, Pol. Revine
17.864 Ruben Mione, Pol. Revine PB
17.771 Giandomenico Sartor
17.634 Mirko Signorotto
17.301 Alvaro Zanoni PB
17.248 Eddi Nani PB
17.210 Domenico Lorenzon
17.078 Gianni Bressan
Tra le donne
15.635 Mara Golin PB
15.323 Beatrice Stocco, Pol. Revine PB
14.667 Sara Tomè
13.520 Chiara Lamberti PB
6^ Pro Loco Revine Lago, 354.594m.
10^ Atletica Vittorio Veneto, 340.651m.
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“24 ore”:
numeri super ma poche certezze
Dino Fasolo vede orizzonti grigi: «Un grande successo,
senza i soldi di nessuno; e per l’anno prossimo proprio non so…»
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di Alessia Forzin
BELLUNO. Trentasei squadre, 24 ore di corsa, 816 atleti. Visitatori: «Tantissimi». E’ impossibile dare un numero, per Dino Fasolo, che traccia un bilancio della quarantesima edizione della 24 ore di San Martino; ma che ne approfitta per togliersi anche qualche sassolino dalle scarpe. Perché l’impegno, come al solito, è stato tanto, ma per il futuro «è necessario un supporto da parte delle istituzioni». Parla di soldi, il presidente del Gp Vescovà; che, pur dicendosi assolutamente soddisfatto della due giorni al Polisportivo, è seriamente preoccupato per gli anni che verranno: «La Provincia non c’è e non ci dà più un contributo; la Comunità montana non ci dà un soldo da due anni. Quest’anno abbiamo coperto le spese grazie agli sponsor e aumentando la tassa di iscrizione alle squadre di 50 euro. Ma per l’edizione del 2014 ci serve qualche certezza in più». Il futuro sarà chiaro a giugno: «Se avremo un numero di squadre sufficiente a coprire le spese e gli sponsor organizzeremo di nuovo la 24 ore. Altrimenti…».
Non finisce la frase, Fasolo; che ricorda quanto in 40 anni la 24 ore di San Martino sia cresciuta, «tanto da creare un indotto notevole di cui beneficiano tanti. Abbiamo dimostrato, ormai, che la nostra non è una semplice garetta. C’è tutto un mondo che gira attorno alla 24 ore». Il cui successo è determinato anche da quel connubio che crea con il mondo del sociale, che si presenta con le sue associazioni a bordo pista.
Gli stand anche quest’anno sono stati molto frequentati: «Più degli anni scorsi», continua Fasolo. «Ho visto più gente e più calore».
In pista sono scesi anche i disabili, e l’associazione Amici di Diego ha spinto o trainato con i volontari alcuni giovani affetti da varie malattie: «Una mamma mi ha detto che suo figlio, disabile, era contentissimo di aver potuto girare sulla pista insieme agli altri atleti», aggiunge Fasolo. Anche questi sono momenti che non si dimenticano della due giorni della 24 ore.
Come non si dimenticano gli atleti, la grande prestazione dell’Antico Caffè Slalom («superare i 400 km significa avere una squadra di altissimo livello», dice Fasolo), l’ora in pista di Roberto Ferrari, che quest’anno è tornato a Belluno, l’impresa dei quattro ragazzi che hanno corso per 24 ore di fila e di Stefano Burlon che ne ha fatte sei. Il momento più bello, per Fasolo, è stato sicuramente quello della notte, con i fuochi d’artificio e la gente che riempiva gli stand; ma anche il pomeriggio della domenica, quando la manifestazione si è chiusa. Perché: «Ancora una volta è andato tutto bene. Alle premiazioni abbiamo visto anche il sindaco, ci fa piacere sia venuto quest’anno. Sono fiducioso che riesca a darci una mano per la prossima edizione».
Il presidente chiude con i ringraziamenti: «Agli sponsor, alle associazioni, a tutte le squadre. Alla Pro loco Limana, che ci ha dato un grande aiuto, e particolarmente a Nicola Ancillani. Ma anche al custode del Polisportivo, che ci ha aiutati con i fuochi d’artificio».
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