DIARIO TREVIGIANO
A cura di Franco Piol
Italia U23 ottava con la Viola
Le due gare assolute dei XX Campionati Europei di cross di Belgrado portano all’Italia soprattutto l’ottavo posto della 23enne pugliese Veronica Inglese, protagonista ritrovata - dopo due interventi al piede destro - del mezzofondo azzurro, abile a ritagliarsi uno spazio nell’élite continentale della corsa sui prati. Quarte nel computo complessivo le azzurre, con Nadia Ejjafini 18esima ed Elena Romagnolo 34esima. Tra gli uomini, ritiro dopo circa sei chilometri di gara per Daniele Meucci. Senza il pisano, la squadra (Gianmarco Buttazzo, 30esimo, è il milgiore italiano) si ferma all’ottavo posto.
di Marco Sicari
Il podio della gara donne rimane una chimera, ed è l’ennesimo quarto posto di giornata, nell’Europeo di cross di Belgrado. Ma c’è soddisfazione per il recupero di un’atleta ancora giovanissima, le cui tracce (a causa di ricorrenti problemi fisici) si erano praticamente perdute. Si tratta di Veronica Inglese, bersagliata dalla malasorte negli ultimi due anni (altrettante operazioni per la rimozione di uno sperone osseo al piede destro) ed oggi eccellente ottava al termine di una corsa in costante rimonta. La pugliese finisce non lontana dalle prime (oro alla francese Duarte, autrice dell’azione decisiva a un giro e mezzo dal traguardo) rispetto alle quali, nei metri conclusivi, appare come in possesso di una marcia in più. In avvio è la norvegese Grovdal ad animare la gara, partendo con un primo giro da quattrocentista ed allungando la fila delle inseguitrici; tra loro, Nadia Ejjafini si mette in luce, cercando il ritmo giusto per l’inseguimento. L’azione della Grovdal si spegne nel giro di un paio di chilometri, ed un gruppo di sette si compone alla testa della corsa; non c’è però la Ejjafini, la cui gara risulta probabilmente compromessa da quei primi due chilometri percorsi con il contagiri in zona rossa. Sale invece la Inglese, in progresso costante: quindicesima, dodicesima, decima, e poi ottava. Ejjafini scivola indietro ma chiude comunque tra le prime 20, 18esima. Le altre azzurre partono abbastanza bene, ma finiscono col cedere posizioni, ampliando quel distacco dal bronzo di squadra apparso, per almeno metà gara, davvero esiguo. Elena Romagnolo alla fine è trentaquattresima, appena tre posti davanti ad una tenace Elisa Desco (46esima Valeria Roffino, 51esima Silvia La Barbera). “E’ bellissimo essere qui a festeggiare questo piazzamento – sorride la giovane pugliese, originaria di Barletta, 23 anni compiuti da poco, maglia Esercito – soprattutto perché penso a quanto ho atteso di rientrare. Lo scorso anno ho visto i Campionati Europei di campestre da casa, con le stampelle…ero appena stata operata per la seconda volta, posso dire che il recupero è stato più che positivo. Ora il Campaccio del 6 gennaio, e qualche altro cross, prima di prepararmi per la pista. Nella stagione estiva punti ai 10000 metri, spero di ottenere il minimo di partecipazione ai Campionati Europei di Zurigo”.
E’ finita male, al contrario, la prova della squadra senior maschile. Tanto trionfale era stata l’edizione di Budapest 2012 (tre medaglie, oro-bronzo Lalli-Meucci, bronzo di squadra), tanto mesta è apparsa, alla fine, questa di Belgrado. Eppure, all’inizio, le cose sembravano essersi messe assai bene per Daniele Meucci, che aveva percorso i primi 4 chilometri sul ritmo dei migliori (quinto posto parziale, a sette secondi dalla testa). Poi, nel giro successivo, al pisano si è come spenta la luce, e poco prima del sesto chilometro, è arrivata la rinuncia (quando l’azzurro viaggiava intorno al ventesimo posto. In testa, tutto facile per lo spagnolo Alemayehu Bezabeh, bravo a lasciare la compagnia proprio in coincidenza della caduta del turco Arikan Polat Kemboi (uno dei favoriti, avvenuta intorno al terzo chilometro), per poi andar via con una progressione costante ed irresistibile. Encomiabile la condotta dello stesso Arikan, abile a risalire le posizioni perdute fino all’argento, precedendo il britannico Andy Vernon (volata per il bronzo ai danni del belga D’Hoedt). Doppietta d’oro per la Spagna, che aggiunge al trionfo di Bezabeh anche quello a squadre (argento al Belgio, bronzo alla Gran Bretagna). Per l’Italia, solo l’ottavo posto, con Gianmarco Buttazzo (trentesimo) a risultare alla fine il migliore dei nostri al traguardo; 35esimo posto per l’esordiente Gabriele Carletti e 40esimo per Gabriele De Nard, con Nasti 46esimo e Baldaccini 55esimo. Un risultato d’assieme, purtroppo va sottolineato, non all’altezza del recente passato azzurro nella manifestazione: la squadra maschile di campestre non scivolava così indietro in un Europeo dall’edizione di Toro 2007 (anche allora ottavo posto). “Purtroppo non andavo avanti - racconta Daniele Meucci - inutile aggiungere altre parole. Ho provato a stare in testa, con i migliori, ma dopo metà gara non c’ero più”.
Nella prova Under 23 al femminile, Italia da rivedere: la squadra è ottava, con Laura Bottini, 30esima, a risultare la migliore in maglia azzurra. Seguono Sara Galimberti (39°), Giulia Viola (43°), Martina Merlo (44°), Laura Papagna (56°), Maria Virginia Abate (58°). L’oro va all’olandese Sifan Hassan, che precede la grande speranza serba, Amela Terzic, e la britannica Purdue, con quest’ultima che però sale sul gradino più alto del podio a squadre (argento alla Russia, bronzo all’Olanda).
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EUROPEI DI CROSS, C’E’ DEL BUONO A BELGRADO
Giù dal podio, ma comunque dove le azzurrine non erano mai arrivate. Federica Del Buono è stata la miglior italiana nella gara juniores dei Campionati Europei di corsa campestre. Classificandosi al venticinquesimo posto, dopo una prova comunque sofferta, la vicentina – non esattamente una specialista del cross – è stata la punta di diamante di un gruppo under 20 che ha ottenuto un ottimo quarto posto di squadra, miglior piazzamento mai realizzato dalle juniores italiane in venti edizioni della rassegna continentale.
Meno positiva la prova degli altri due veneti in gara a Belgrado. Il veterano bellunese Gabriele De Nard, alla diciassettesima presenza in venti edizioni degli Europei, è rimasto coinvolto in una caduta subito dopo l’avvio, classificandosi 40° (terzo degli italiani, in un gruppo che, all’assenza del campione europeo 2012, Andrea Lalli, ha dovuto aggiungere il ritiro a metà gara di Daniele Meucci). La trevigiana Giulia Alessandra Viola, giunta in Serbia in imperfette condizioni di forma, ha dovuto accontentarsi di un anonimo 43° posto nella gara under 23. Ritirato, infine, nella gara under 23 maschile, il poliziotto romagnolo Andrea Sanguinetti. Per l’Italia, in termini di medaglie, solo il bronzo conquistato dalla squadra juniores maschile.
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COMUNICATO STAMPA
LAURA GIORDANO SECONDA ALLA MARATONA DI REGGIO EMILIA
“Un po’ di dispiacere per il secondo, ma è più la soddisfazione per il risultato”
Seconda, per un solo secondo, Laura Giordano alla maratona di Reggio Emilia
Gara “a braccetto” con Patelli, che al 39esimo ha allungato di alcuni metri
Rientro alla grande per Laura Giordano. Oggi, alla 18esima Maratona internazionale di Reggio Emilia, la marchigiana che indossa i colori di Atletica Silca Conegliano, èarrivata seconda. Per un secondo. Non un gioco di parole, ma il distacco dalla prima, Eliana Patelli (Atletica Valle Brembana), che ha chiuso in 2h39’41’’. Giordano ha fermato il cronometro a 2h39’42’’. “è stata una volata “lunga”, iniziata negli ultimi 3 km, Patelli al 39esimo è riuscita ad allungare di qualche metro su di me e io non sono più riuscita a rientrare, anche se c’ho provato – ha commentato Giordano poco dopo la gara – dispiace perché è un solo secondo di distacco, ma è un leggero dispiacere, è più la soddisfazione per essere riuscita a tornare a fare una maratona, visti i miei problemi fisici. Spero di farne un’altra la prossima primavera. Per quest’anno intanto mi fermo qui”. Una gara, quella di oggi a Reggio Emilia, fredda (le temperature sono rimaste costantemente attorno allo 0) e dura (qualche strappetto e qualche falsopiano che si sono fatti sentire anche nella seconda parte di gara). “Spero che sia la prima di molte altre maratone, ma vediamo come andrà il prossimo anno – ha aggiunto – intanto, ripeto, sono contenta di essere riuscita a portare a termine questa e ad aumentare anche il ritmo negli ultimi km, rispetto alla maratona precedente che avevo concluso praticamente zoppicando”. Soddisfazione da parte della dirigenza della società, per il recupero di un’atleta da un decennio in gara con i colori di Silca, che dopo una stagione difficile è rientrata a fine anno, preparando con grande caparbietà questa positivissima 42,195 km.