Agosto 20th, 2009

Diario trevigiano

a cura di Franco Piol 

Veneti, Sloveni, croati e austriaci in lizza

nell’Altolivenza 

L’atletica torna in pista. Venerdì, dalle 16 al campo Castenetto di Sacile, nell’ambito dei festeggiamenti della 736. Sagra dei Osei, si disputerà il 13. Trofeo Città di Sacile. La competizione interregionale richiamerà anche atleti da Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Lombardia. Folta sarà la rappresentanza degli alfieri di Slovenia, Croazia e Austria. In lizza ci saranno sia le categorie (maschili e femminili) del settore Promozionale, che quelle che fanno capo al settore Assoluto. «Quest’anno – anticipa Giuliano Merlino, responsabile organizzativo della Libertas Sacile – abbiamo deciso di ridurre le gare Assolute per dar spazio, come ci è stato richiesto dai Comitati regionali di Friuli Venezia Giulia e Veneto, al settore giovanile. Mi aspetto una buona partecipazione e risultati di spessore, specialmente dalla categoria Allievi, in vista dei prossimi Campionati italiani di categoria».
      Nomi di rilievo ancora non ce ne sono: le iscrizioni si faranno direttamente al campo, un’ora prima dell’inizio. Merlino, però, qualche idea ce l’ha: «Punto soprattutto a portare a Sacile giavellottisti (in palio per il vincitore del concorso c’è il Trofeo Castenetto) e velocisti di buon livello. Alcuni hanno già confermato la loro presenza, altri sono ancora in forse. Potrebbe inoltre esserci il forte l’astista dei Carabinieri Giorgio Piantella. Ciò che invece è sicuro - tiene a precisare il tecnico che ha allenato a suo tempo anche l’astista Anna Giordano Bruno - è che da Capodistria arriverà un buon numero di atleti, alcuni dei quali dotati di buon potenziale tecnico».
      La novità di quest’anno riguarda inoltre i 100 metri (maschili e femminili) Assoluti. Sono previste prima le batterie e poi le finali, in base ai primi sei migliori tempi cronometrati.
      Questo il programma orario della manifestazione di venerdì: 16 (50 Es f, Asta Ci, Ce, Ae e a seguire J/P/S m; Alto Re, Vortex Ri, Martello Ci e Ce); 16.20 (50 Es m); 16.40 (batterie 100 J/P/S m); 17 (batterie 100 J/P/S f, Alto Ae, Disco Ai e Ae, Giavellotto m, Lungo Es f); 17.20 (gara 50 metri disabili); 17.30 (100 Ae); 17.45 (100 Ai); 18 (60 Re, Vortex Es m, Lungo Ri, Lungo Re, Alto Ai, Peso Ci); 18.15 (60 Ri); 18.30 (80 Ce, Peso Ce); 18.50 (80 Ci); 19.10 (finale 100 J/P/S m); 19.20 (finale 100 J/P/S f); 19.40 (1000 Ci); 19.50 (1000 Ce); 20 (800 Ai).
      Alberto Comisso

 _____________________________________________________________________ 

Mondiali, ridono Di Martino e Galvan

Missione compiuta. Antonietta Di Martino supera l’1,95 dello scoglio qualificazione e approda alla finale dell’alto, prevista per giovedì sera tra le mura cariche di storia dell’Olympiastadion di Berlino. Il suo sorriso è il raggio di luce che ci voleva nel cielo, oggi plumbeo, della capitale tedesca, precipitata in un anticipo d’autunno. Un brivido nella mattinata tricolore arriva solo quando la Di Martino affronta l’1,89: l’asticella vola via al primo tentativo, ad aprire dieci di minuti di piccole incertezze. Subito cancellate, con il salto successivo, che riavvia il cammino prima verso l’1,92, poi in direzione dell’1,95 (OK alla prima prova in entrambi i casi). Quando i giudici firmano il verbale di gara, l’appello è completo: le più forti ci sono tutte. A cominciare dalla Friedrich (ormai prossima alla trasparenza corporea), che non perde occasione per intimidire le avversarie, Vlasic in testa: entra in gara addirittura a 1,95, la misura di qualificazione, e vola di là, plastica, senza nessun problema. L’ovazione la accoglie trionfante sui sacconi di caduta, possibile anticipo di ciò che sarà in finale, giovedì. Il cielo torna un po’ azzurro anche grazie a Matteo Galvan, qualificato alla semifinale dei 400 metri. Il suo approccio alla gara è probabilmente un po’ troppo tranquillo (e la cosa suona sinistra dopo il via flemmatico e fatale costato caro a Libania Grenot), ma nel finale il vicentino reagisce bene, guadagnando centimetri anche al rilassato campione olimpico, lo statunitense LaShawn Merrit (primo con 45.23). Il cronometro premia Galvan, assegnandogli il personale con 45.86 (era arrivato a 45.88 agli Assoluti di due settimane fa a Milano), ma il primo responso dice anche che il suo Mondiale è chiuso lì. Per pochi minuti soltanto, però, prima che la squalifica del congolese Kikaya lo rispedisca dritto in paradiso. Turno superato, e chance di affrontare la prima semifinale mondiale in carriera. Il più veloce del lotto è targato Bahamas, con 45.00. Nessuno scende sotto i 45, e questa è già una notizia.

Grazie-Matteo!


Non c’era da aspettarsi molto altro dal bravo Matteo Galvan, l’altro azzurro in gara oggi, dopo il bel passaggio del turno di ieri (con personale portato a 45.86). Il vicentino non ha sovvertito il pronostico, correndo il giro senza particolare vitalità. Partito accorto, esattamente come in batteria, non ha poi prodotto la stessa progressione nella seconda curva che lo aveva promosso. Rettilineo abbastanza in apnea, e finale in un 46.87 privo di particolare significato (ottavo posto). Merita in ogni caso degli elogi, sia per essersi migliorato nell’occasione più importante dell’anno, sia per aver centrato la semifinale all’esordio in una grande rassegna assoluta all’aperto. A Barcellona, in parecchi dovranno fare i conti con lui

                  galvan_berlino5.jpg

 Matteo Galvan si presenta in zona mista con le scarpe in mano e l’aria di chi comunque ha fatto tutto quello che poteva: “Mi sono concentrato sulla partenza. Puntavo a partire in maniera più veloce rispetto a ieri. Poi, però, già dopo i 200 sentivo di non averne più e le gambe non giravano. Ancora non avevo perfettamente recuperato le energie spese in batteria. All’aperto finora i 400 li avrò corsi appena una decina di volte e sinceramente non credevo di poter arrivare già in semifinale ai Mondiali. Questo, però, accresce in me la convinzione che la mia strada è sul giro di pista. Peccato che non ci fosse stato anche Claudio Licciardello, perchè nelle migliori condizioni avrebbe potuto senz’altro lottare per un posto in finale.”

a.g.

Nella foto, Matteo Galvan (Giancarlo Colombo per Omega/FIDAL)