Novembre 24th, 2011

DIARIO TREVIGIANO

A cura di Franco Piol

 

 

 

Turin Marathon: il punto di vista di Giancarlo Simion.

 

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Fiera di Primiero (TN) 20/11/2011

Pubblichiamo il resoconto di Giancarlo Simion relativamente alla sua seconda

esperienza nella maratona.

“La seconda esperienza non è stata come Venezia; è risaputo che spesso la replica

viene meno bene della prima e talvolta anche della prova generale. Così ho concluso la

Maratona di Torino, alla quale avevo dedicato tre mesi di preparazione piuttosto mirata,

con un sapore di amaro in bocca.

Certo, un anno fa, quando mi sedetti ad un tavolo con il mio allenatore, avrei firmato per

replicare anche quanto avevo appena fatto a Venezia. Ma allora l’idea di correre una

maratona autunnale era così lontana e per di più ostacolata da un semestre di Erasmus

in terra olandese che rendeva la cosa alquanto smaterializzata nella mia mente.

Al mio rientro, nel mese di luglio, ero però sufficientemente motivato per seguire fino in

fondo i miei obiettivi (o meglio, l’unico obiettivo stagionale) e, in un crescendo di

consapevolezza su uno stato di forma che andava in continuo crescendo, la maratona si

è materializzata nella mia mente prendendo una forma piuttosto consistente.

L’amaro in bocca c’è perché il risultato non rispetta esattamente quel che potevo fare.

Sembrerà una frase tipica da agonista mai sazio, ma non è esattamente così. Ad

ostacolarmi in gara questa volta non è stato il clima (non comunque molto favorevole),

non le gambe, ma la mia pancia che, dopo 28 km tranquilli, ha deciso di giocarmi un

brutto scherzo e lasciarmi in uno stato di agonia assoluta fino alla fine della gara.

Francamente non lo so come io abbia fatto a trascinarmi all’arrivo perchè, in effetti,

sono sempre una quindicina di km scarsi (un’oretta di fondo, per intenderci).

Sicuramente ho messo da parte un pizzico di dignità e stretto i denti, ma ho soprattutto

pensato che la mia carta da giocare era quella e solo quella. Non puoi vincere una sfida

se pretendi di avere il privilegio della rivincita. Posso però dire che, in condizioni

normali, in qualunque delle altre gare che ho corso nella mia vita, mi sarei senza dubbio

fermato. Ma comincio dal principio.

Tutto perfetto (con la giusta tolleranza che può godere in questi casi il termine

“perfezione”): nessun infortunio durante la preparazione, una condizione mentale di

assoluta tranquillità e una condizione fisica che nelle ultime settimane poteva essere

definita perfetta per affrontare la 42km. Ero particolarmente rilassato la mattina della

gara, anche se quest’anno c’erano sicuramente più aspettative nei miei confronti. Penso

che la tranquillità sia solo la logica conseguenza del lavoro fatto.

 L’idea era quella di correre  puntando ad una gara sulle 2h17/2h18, fregandosene dei primi

(e secondi, e terzi, ecc…)

che sarebbero partiti come sempre a ritmi per me spropositati.

Ero concentrato e, preso posto nel bus, vedo un vecchietto che si avvicina; “Tu devi

essere… Simion”. “Sì”, gli ho risposto, “Piacere, io sono Gigliotti”. Non avevo mai

conosciuto di persona “il professore” e quella mattina è stata una piacevole sorpresa

che si sia seduto vicino a me. Abbiamo parlato per tutto il viaggio, ma pochissimo di

sport. Abbiamo piuttosto discusso di politica; d’altra parte come si fa a non parlare di

politica poche ore dopo le dimissioni di Berlusconi?!L’impressione che mi ha lasciato è

quella di una persona affabile e, soprattutto, sincera (cosa rara da trovare negli

ambienti sportivi da un certo livello in avanti).

Arrivati in Piazza Castello siamo stati portati in una tenda, al freddo e senza

riscaldamento. Se devo essere sincero l’organizzazione non è stata impeccabile con i

top runners; penso che portare 2 ore prima della partenza 30 atleti in tende fredde

(c’erano 5 gradi e un 80% di umidità…) sia indice di poca cura dei dettagli e io sono

convinto che certi dettagli contino molto. Il tempo comunque è volato anche perché un

gruppetto di keniani, per scaldarsi e per ricordarci che si può essere felici anche se non

si vive in Europa o in America, hanno acceso della musica tribale e si sono messi a

ballare e cantare come dei bambinetti.

Ho fatto una decina di minuti scarsi di riscaldamento senza togliermi neanche un

vestito, ero freddissimo. Poi la partenza.

Devo dire che il tracciato non mi ha entusiasmato Devo dire che il tracciato non mi ha entusiasmato, forse anche per colpa della nebbia

che abbiamo trovato dopo una decina di minuti. Ad ogni modo non amo i viali lunghi,

sembrano non finire mai! Se ho provato sensazioni positive durante la prima metà della

gara non lo so, correvo in uno stato abbastanza indifferente. Controllato il ritmo per i

primi 3 km, non ho praticamente più guardato l’orologio. Alla mezza sono passato

leggermente in ritardo sulla tabella di marcia (1h09 e qualcosa). A quel punto mi

sentivo abbastanza bene per una seconda mezza in progressione. Sapevo che c’era una

salita lunga prima del 28-esimo km, compensata poi da un’appetitosa discesa

praticamente fino alla linea d’arrivo. All’inizio della salita ho allungato e staccato il mio

compagno di crociera, che mi aveva tenuto compagnia fino a quel punto, in poche

decine di metri. Ero rimasto da solo. Curva sulla destra e via, Corso Francia: 10km dritti

come un il tunnel della Gelmini. I Savoia devono essersi proprio sbizzarriti nel definire i

piani urbanistici; sicuramente posso dire che non amavano l’arte moderna e che, a

differenza di quanto afferma la pubblicità in questi giorni, per la loro città hanno cercato hanno cercato

la perfezione nelle rette e nella linearità più assoluta, non nelle curve.

Era giunto il momento perfetto per fissare il viale il più lontano possibile, mettere la

mente in stand-by, rilassarsi e andare. E invece il passo comincia ad accorciarsi e il

busto a chinarsi, esattamente come alla 24 ore di San Martino che avevo corso ad

ottobre. Il respiro regolare è presto sostituito da un affanno e un dolore alla pancia mi

dà la prima delle mazzate. Già, la prima, perchè saranno un bel po’ da lì all’arrivo. Tutto

sembra accartocciarsi su se stesso cercando di arrivare al volume di una biglia. Uno a

uno, i pensieri positivi se ne vanno, lasciando spazio al vuoto.

Il resto non penso di doverlo raccontare; suppongo che ogni corridore abbia avuto

questo tipo di sensazioni, perlomeno in allenamento. Neanche il cartello dell’ultimo km

è riuscito a darmi un po’ di tranquillità. Solo alla visione, a 200m dalla fine, dello

striscione d’arrivo ho realizzato di essere arrivato. Inutile dire che, una volta passata la

linea d’arrivo, ho continuato a correre. Direzione: cesso!

C’ho messo un po’ a riprendermi.

Vabbè… La seconda è comunque archiviata e posso assicurare che me la ricorderò a

lungo. Non è stata una cavalcata trionfale come quella nella Laguna Veneta e neanche

una delusione; è stata solo un’altra gara.

2h19′33″. Francamente in questo momento è quindi difficile per me vedere il bicchiere

mezzo pieno!

Alla fine sono comunque contento, e un po’ ovviamente ci rido sopra a quel che è

successo. Fa parte del gioco. In più, giusto per non smentirmi, devo aggiungere un altro

tassello di ironia alla mia esperienza sportiva: arrivato, mi sono accorto di aver corso 42

km con una sola soletta. Spero che le gambe me lo perdonino.

E ora? Ora sarei in forma perfetta per la Bevilonga! Peccato che quest’anno debba

organizzarla… ;)”.

Giancarlo Simion

 

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La Scuola Media di Rua si conferma capitale della corsa campestre La Scuola Media di Rua si conferma capitale della corsa campestre La Scuola Media di Rua si conferma capitale della corsa campestre La Scuola Media di Rua si conferma capitale della corsa campestre

GIOCHI SPORTIVI STUDENTESCHI DI CORSA CAMPESTRE

Conegliano (TV) 11/11/2011

Cambiano i suonatori, ma la musica rimane la stessa. Anche quest’anno il prof. Stallone

è riuscito a portare una selezione di talenti che hanno dominato la manifestazione

vincendo 5 titoli su 6 a disposizione e giungendo 2° a 4 decimi nella gara non vinta.

Ottima anche la prestazione di squadra con 3 secondi posti e 3 terzi posti per un totale

di 11 podi sui 18 a disposizione. Straordinaria la dimostrazione di forza del terzetto

cadetti che con Spinazzè, Talamini e Fornasier ha monopolizzato il podio e che fa ben

sperare per le fasi successive. Oltre agli studenti di Rua, come sempre targati Silca,

ricordiamo le ottime prestazioni di altri atleti Silca come Chiara Giubilato (Grava) giunta

2° nelle classi terze e Giulia Menegale (Grava) anch’essa 2°, ma nelle classi seconde.

Appuntamento per la fase Comprensoriale mercoledì 23 novembre sui campi del rugby

Conegliano.

Questi i podi degli atleti Silca:

1° FEMMINILE

1° BIANCO VERDIANA (Rua)

MATTIUZZI AURORA (Rua)

1° MASCHILE

1° FEDATO NICOLA (Rua)

PADOVAN MICHELE (Rua)

2° FEMMINILE

1° GOBBI EVA (Rua)

MENEGALE GIULIA (Grava)

PAPA LISA (Rua)

2° MASCHILE

 CESCHIN GIOVANNI (Rua)

3° FEMMINILE

1° ANTOCI SIMONA (Rua)

GIUBILATO CHIARA (Grava)

3° MASCHILE

1° SPINAZZE’ FEDERICO (Rua)

TALAMINI FABRIZIO (Rua)

FORNASIER PIERANGELO (Rua)